Pirandello – Concezione della vita e poetica.

umorismo

Pirandello, concezione della vita e poetica.

Secondo Pirandello la vita è in un continuo, inafferrabile divenire. Nella vita e nel suo flusso eterno, Pirandello avverte disordine, casualità e caos. Anche l’individuo manca di unità e di compattezza.

Vita e forma

Ciascuno di noi si sforza di costruirsi una forma unitaria e compatta. Inoltre, gli altri che ci osservano e la società con le sue convenzioni ci attribuiscono una forma (una maschera) diversa da quella in cui noi stessi ci riconosciamo. Di conseguenza l’individuo si dibatte inutilmente nella trappola che gli altri e lui stesso gli hanno costruito, soffocando il suo desiderio di una vita autentica.

Apparenza e realtà

Pirandello sente i rapporti sociali come una ragnatela di convenzioni inautentiche, a cui contrappone un desiderio di sincerità, una costante aspirazione alla spontaneità. Gran parte della produzione di Pirandello si fonda sul contrasto fra realtà e apparenza, sulla idea del “doppio”: l’individuo, diviso in due all’interno della sua coscienza, si sdoppia anche nell’esistenza reale. Il personaggio pirandelliano è un “forestiere della vita”, un uomo che si isola, che guarda vivere gli altri e se stesso dall’esterno, da lontano. Il teatro diviene il luogo-simbolo delle falsità e delle apparenze. Gli individui non sono in grado di liberarsi delle convenzioni: essi cercano una vita più autentica, più vera, ma sono costretti a vivere in un mondo falso, nel mondo delle maschere. Ai personaggi pirandelliani restano, come unica via di fuga dalle forme, l’estraniazione o la pazzia.

Il relativismo e l’incomunicabilità

Nel contesto del crollo dei miti della ragione, della scienza e del progresso, che caratterizza la cultura del decadentismo, si colloca il relativismo di Pirandello. La realtà è multiforme, non esiste una verità oggettiva, ognuno ha la sua verità, che nasce dal suo modo soggettivo di vedere le cose. Da ciò deriva l’inevitabile incomunicabilità fra gli uomini, che alimenta il senso di solitudine: essi non possono comprendersi, perché ognuno fa riferimento alla realtà com’è per lui e non può sapere come sia per gli altri.

La poetica dell’umorismo

L’umorismo è una particolare capacità di cogliere, attraverso la riflessione, i molteplici e contrastanti aspetti della realtà, di scinderne e isolarne le varie e contraddittorie componenti, di andare al di là di ciò che cade sotto i nostri sensi. Pirandello assegna alla fantasia artistica il ruolo di scopritrice delle condizioni assurde dell’esistenza, squarciando il velo dell’illusione e mostrando quale ne sia la vera sostanza, fatta di vanità e di dolore. Nel saggio L’umorismo (pubblicato nel 1908) lo scrittore espone la sua poetica: la prima parte è storica, dedicata all’esame delle varie forme assunte dall’umorismo nel corso del tempo e ad analizzare l’opera di vari umoristi italiani e stranieri; nella seconda parte, di carattere teorico, Pirandello distingue due stadi dell’osservazione del reale, che egli definisce “avvertimento del contrario” e “sentimento del contrario”.

La comicità (avvertimento del contrario)

Si manifesta quando percepiamo che in una certa situazione o in un certo comportamento vi è qualcosa che non corrisponde alle attese, quando ci accorgiamo di una stonatura nella realtà che ci circonda, che ci sconcerta e ci induce a reagire in modo istintivo e immediato, come quando, vedendo una vecchia signora troppo truccata e vestita, in modo inadatto alla sua età, ci mettiamo a ridere. Quando in un’opera la descrizione si limita a questa primo stadio si ha il “comico”.

L’umorismo (sentimento del contrario)

Si manifesta se superiamo quell’impressione superficiale e la trasformiamo in riflessione: se cerchiamo di capire, ad esempio, perché la signora agisce in quel modo, scoprendo che forse non prova nessun piacere ad abbigliarsi così, ma lo fa per un disperato tentativo di mantenere vivo l’amore del marito, più giovane di lei. Mettendo in luce tutto ciò, si fa umorismo. L’umorismo è la capacità di cogliere, attraverso la riflessione propria dell’arte umoristica, la molteplicità del reale, vedendolo secondo prospettive diverse, contemporaneamente. L’umorismo non significa solo cogliere il ridicolo di una persona o di una situazione, ma vedervi anche l’aspetto dolente, tragico; viceversa, nel serio e nel tragico esso non può che far emergere il ridicolo. Comico e tragico non possono essere separati, essendo entrambi elementi della multiforme realtà.

Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa da quale orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata d’abiti giovanili. Mi metto a ridere. Avverto che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una vecchia rispettabile signora vorrebbe essere.

Posso così, a prima vista, arrestarmi a questa impressione comica. Il comico è appunto un avvertimento del contrario. Ma se ora interviene la riflessione… ecco che io non posso più riderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andar oltre a quel primo avvertimento, o piuttosto, più addentro: da quel primo avvertimento del contrario mi ha fatto passare a questo sentimento del contrario”. (L’umorismo, 1908)

La funzione dell’umorismo

Compito dell’umorismo è di ricercare le cause vere di ogni comportamento, di rilevare gli elementi paradossali della vita. L’umorismo implica la scomposizione della realtà per coglierne i molteplici aspetti, spesso mascherati dietro false apparenze. Quando l’individuo riesce a togliersi la “maschera”, viene crudelmente alla luce tutta l’inconsistenza della vita. I personaggi di Pirandello sono tormentati, messi improvvisamente di fronte alla frantumazione della loro identità e alla crisi di quelle certezze che la “forma” sembrava loro garantire.

https://www.pirandelloweb.com/saggi-e-discorsi/lumorismo/

 

 

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