Tasso, Gerusalemme liberata

Gerusalemme

Torquato Tasso, Gerusalemme liberata

 

Gerusalemme

Gerusalemme liberata – Canto I

 

– Biografia- https://www.treccani.it/enciclopedia/torquato-tasso_(Dizionario-Biografico)/.

Mi limito ad alcune osservazioni: l’esistenza di Torquato Tasso è dominata dalla sofferenza, una sofferenza che è innanzitutto di tipo psichico, tanto che sfocerà nella (vera o solo presunta) follia, con la detenzione nell’ospedale di “S. Anna”. Le travagliate vicende famigliari e personali, l’ambiente di corte caratterizzato da egoismi e gelosie, l’irrigidimento culturale e religioso del tempo della Controriforma e dell’Inquisizione, unitamente a tratti innati della personalità del poeta concorrono a spiegare le ragioni della sua sofferenza. 

Ecco quindi che, forse anche per questo, Tasso non ha la visione a tratti sorridente e ironica di Ariosto. Semmai in alcuni punti della Gerusalemme trapela il sarcasmo. Viceversa, nella Gerusalemme Liberata, alla grande, talora straordinaria perizia “tecnica”, si accompagna un’autenticità e persino tragicità di sentimenti che non appartiene al Furioso.

Il tema amoroso, che poi sarà sostanzialmente espunto dalla Conquistata, rivela nell’autore un’accesa sensualità, faticosamente repressa. Anche questo è un elemento di distinzione da Ariosto, perché se è vero che nell’Orlando furioso non mancano scene “erotiche” è altrettanto vero che esse non hanno la “morbosità” della Gerusalemme e sono stemperate dalla consueta ironia. Nulla di tutto questo nella Gerusalemme, dove la sensualità è a tratti molto marcata (vedi Rinaldo e Armida nel giardino), anche quando è solo allusiva, e spesso si accompagna a situazioni tragiche (vedi l’uccisione di Clorinda da parte di Tancredi).

RIASSUNTO DELL’OPERA

Canto I

  • Il narratore precisa l’argomento del racconto, invoca le muse e indica il dedicatario dell’opera, Alfonso II d’Este. 
  • Dio decide che è necessario eleggere un comandante in capo dei Crociati. Goffredo dovrà ricoprire tale ruolo. 
  • L’arcangelo Gabriele appare in sogno a Goffredo e gli rende noto l’ordine di Dio. 
  • Goffredo, con il sostegno di Pietro l’Eremita, viene scelto come capo dell’esercito crociato.
  • Il giorno successivo l’esercito sfila in rassegna, con le sue diverse schiere. Spiccano le figure di Tancredi e di Rinaldo.
  • L’esercito si mette in marcia verso Gerusalemme, mentre un messaggero viene inviato presso la corte greca, a sollecitare l’arrivo di Sveno, giovane principe danese.
  • A Gerusalemme il re Aladino, in previsione dell’arrivo dei crociati, consolida le difese e si preoccupa del potenziale tradimento da parte della popolazione cristiana della città.

Canto II

  • Il mago Ismeno propone a re Aladino di sottrarre un’immagine della Vergine dal tempio e di porla in una moschea. 
  • L’immagine scompare dalla moschea, e Aladino vuole trovare e punire il colpevole del furto. 
  • Sofronia, giovane fanciulla di virginea bellezza, si autoaccusa. 
  • Olindo, innamorato di Sofronia, a sua volta si accusa del furto e re Aladino decide di condannare entrambi al rogo. 
  • Clorinda vede Sofronia e Olindo sul rogo. Convinta che siano innocenti, chiede per loro la grazia come premio per il suo aiuto.
  • I due giovani si salvano ma sono costretti a lasciare la città.
  • Nel campo cristiano giungono gli ambasciatori egiziani Alete e Argante, per negoziare la pace e convincere i crociati a non attaccare Gerusalemme. Alete, abile oratore, alterna blandizie e minacce, respinte da Goffredo. Argante, rude e violento, minaccia i cavalieri cristiani. 
  • Goffredo congeda i due messaggeri e concede loro preziosi doni. 

Canto III

  • L’esercito cristiano arriva nei pressi di Gerusalemme. 
  • Le vedette di Gerusalemme avvistano i crociati e vi sono i primi scontri militari: Clorinda attacca un drappello di predatori cristiani. 
  • Dalle mura della città la giovane Erminia indica ad Aladino i principali cavalieri dell’esercito crociato. Le parole di Erminia, segretamente innamorata di Tancredi, giocano ambiguamente con le metafore della prigionia amorosa.
  • Sul campo di battaglia si incontrano Clorinda e Tancredi, che le dichiara apertamente il suo amore. Lei non riesce a rispondere perché sopraggiunge un soldato che sta per colpirla. Tancredi la salva e insegue l’aggressore. 
  • Negli scontri interviene Argante, che uccide Dudone, capitano della schiera degli avventurieri. Rinaldo lancia un immediato attacco, per vendicarlo, ma è fermato dall’ordine di Goffredo di ritirarsi. 
  • Goffredo osserva la collocazione e l’organizzazione delle difese di Gerusalemme. Erminia conclude la rassegna degli eroi cristiani. 
  • Si svolgono le esequie funebri di Dudone con un discorso di Goffredo. 
  • Gli artigiani sono inviati presso la vicina foresta di Saron per procurarsi il legname necessario alla costruzione delle macchine da guerra. 

Canto IV

  • Per ostacolare l’avanzata dei crociati, Lucifero convoca un concilio delle sue truppe: furie, mostri e creature spaventosamente deformi. 
  • Giunge al campo cristiano Armida, istruita dallo zio Idraote, mago e signore di Damasco, con il compito di sedurre e allontanare i cavalieri cristiani. 
  • Armida dice a Goffredo e ai cavalieri crociati di essere lì per chiedere aiuto contro il perfido zio, che vorrebbe farla sposare con suo figlio e che minaccia la sua stessa vita.
  • Molti soldati crociati vogliono prestarle aiuto, e mascherano sotto il pretesto dell’onore cavalleresco la passione amorosa. Eustazio fa appello all’onore, ma il rossore del suo volto rivela la vera ragione. 
  • Goffredo, pur manifestando il suo disappunto, accetta che dieci cavalieri seguano la donna. 
  • Armida fa abile uso delle sue arti di seduzione con i cavalieri, con l’intento di trascinarne con sé ben più di dieci.

Canto V

  • Goffredo propone al drappello degli avventurieri di eleggere un successore di Dudone, per lasciare a questi il compito della scelta dei dieci cavalieri. 
  • Eustazio propone a Rinaldo di essere lui a ricoprire la carica, chiedendogli che in cambio lo scelga tra gli accompagnatori di Armida. 
  • Rinaldo accetta la proposta, ma anche il principe norvegese Gernando intende proporsi. Per questo, istigato dalle furie infernali, diffonde dicerie su Rinaldo. 
  • Rinaldo, accecato dall’ira, uccide il rivale, macchiandosi di una grave colpa. Goffredo, dichiara di non poter derogare nell’applicare la legge, perciò Rinaldo sarà punito. 
  • Per evitare che Rinaldo sia imprigionato, Tancredi lo convince a fuggire. Goffredo apprende che Rinaldo è fuggito e dopo uno scontro verbale con Guelfo impone che si crei un clima di pace nel campo. 
  • Armida sollecita Goffredo a darle l’aiuto promesso. Goffredo decide di far estrarre a sorte il nome dei dieci avventurieri. 
  • Armida, parte seguita dalla scorta, ma di notte viene raggiunta da numerosi altri cavalieri, incapaci di resistere alle sue lusinghe. 
  • Goffredo, venuto a sapere della fuga dei cavalieri al seguito di Armida, benché si mostri tranquillo, è preoccupato per le sorti dell’impresa.

Canto VI

  • Argante dichiara al re Aladino di trovare indegno restare chiusi dentro le mura della città e gli propone di decidere le sorti della guerra con un singolo duello. Aladino lo invita alla prudenza e lo informa che sta per giungere in aiuto Solimano con le sue truppe. 
  • Argante, “emulo antico” di Solimano, reagisce con fastidio e chiede (e ottiene) il permesso di sfidare a duello i crociati come cavaliere privato. 
  • Accettata la sfida, Goffredo sceglie Tancredi come sfidante di Argante. 
  • Mentre Argante attende sul campo, Tancredi si avvicina, ma viene “rapito” dalla visione di Clorinda. 
  • Approfittando dell’esitazione di Tancredi, si muove Ottone a sfidare Argante, ma viene abbattuto. Tancredi, vergognoso per la propria esitazione, scende in campo e inizia un memorabile duello. 
  • La discesa della notte impone che il duello si interrompa e si stabilisce che venga ripreso dopo sei giorni, per dare il tempo ai due cavalieri di curare le ferite. 
  • Erminia, dopo aver assistito trepidante al duello, è in pena per Tancredi e vorrebbe andare a curarlo. Alla fine decide di travestirsi con le armi di Clorinda per uscire da Gerusalemme. 
  • Manda un suo scudiero presso Tancredi, per chiedergli di farla entrare nel campo cristiano. Tancredi crede che si tratti di Clorinda, acconsente e se ne rallegra. 
  • Erminia viene avvistata da due soldati cristiani, che scambiandola per Clorinda la inseguono e la costringono a una fuga precipitosa.

Canto VII

  • Prosegue la fuga notturna di Erminia, che vaga senza meta, finché si trova in un bosco, in un idillico ambiente pastorale. 
  • Erminia viene accolta amorevolmente in questo luogo sereno e lontano dalla guerra, da un pastore e dai suoi figli. 
  • In parte rasserenata, non cessano però in lei i tormenti della passione amorosa. 
  • Tancredi, uscito alla ricerca di quella che pensa sia Clorinda, smarritosi nella selva, giunge al castello incantato di Armida. Affronta a duello Rambaldo, uno dei dieci avventurieri cristiani, divenuto mussulmano e servitore della maga. 
  • Nel duello Tancredi prevale, ma poi viene imprigionato, così non può riprendere la ricerca di Clorinda e il duello contro Argante.
  • Il giorno del duello Argante si presenta minaccioso e i cristiani devono trovare un sostituto di Tancredi. Nessuno ha il coraggio di proporsi. 
  • Alla fine viene estratto a sorte il vecchio e valoroso Raimondo, che scende in campo sul suo velocissimo cavallo, con la protezione del suo angelo custode. 
  • La prodigiosa prova di Raimondo, dovuta anche alla protezione dell’angelo, scatena le forze infernali, che intervengono in soccorso di Argante: fanno ferire Raimondo da un arciere, poi scatenano una terribile tempesta contro i cristiani.

Canto VIII

  • Le furie infernali osservano l’arrivo al campo cristiano di Carlo, unico sopravvissuto dell’esercito di Sveno, e temono che il suo racconto spinga i crociati a richiamare Rinaldo. Decidono di far scoppiare tra i crociati una rivolta contro Goffredo. 
  • Carlo racconta a Goffredo le vicende del proprio re Sveno, battutosi eroicamente contro i mussulmani e ucciso in un’impari scontro notturno da Solimano. La spada di Sveno deve essere consegnata a Rinaldo, scelto da Dio per vendicarne la morte uccidendo Solimano. 
  • Un drappello di soldati torna al campo con la corazza di Rinaldo insanguinata. È stata tolta a un cadavere privato della testa e della mano destra. Si teme che quello sia il corpo di Rinaldo, pur in assenza di notizie sicure su di lui. 
  • La furia Aletto appare in sogno con le sembianze di Rinaldo ad Argillano: gli dice che Goffredo lo ha ucciso e che sta tramando contro i soldati italiani, svizzeri e inglesi. Argillano agita la sommossa trascinando con sé molti compagni. 
  • Goffredo, circonfuso da una luce divina, con la sola forza delle sue parole e della sua autorità, pone fine alla sedizione, facendo imprigionare Argillano.

Canto IX

  • Prese le sembianze di un consigliere di Solimano, la furia Aletto lo esorta ad attaccare i cristiani. Solimano promette una strage orribile per vendicarsi di tutti i torti subiti in passato. 
  • La furia Aletto va a Gerusalemme per dare notizia dell’attacco che di lì a poco verrà sferrato da Solimano, in modo che anche l’esercito della città possa scendere in campo. 
  • Solimano attacca di notte, sotto un cielo buio, striato di tinte sanguigne, e compie imprese straordinarie. Vengono da lui uccisi Latino e i suoi cinque figli. 
  • Lo scontro si fa difficile per i cristiani: interviene Goffredo, e le truppe guidate da Argante e Clorinda escono da Gerusalemme. 
  • Su ordine di Dio, l’arcangelo Michele intima alle forze infernali di non prendere più parte alla battaglia. I demoni tornano all’inferno e lo scontro volge a favore dei crociati. 
  • Argillano fugge dalla sua prigione, deciso a espiare in battaglia il suo tentativo di sedizione. Uccide Lesbino, il giovane paggio di Solimano, il quale a su volta uccide Argillano. 
  • L’arrivo improvviso di cinquanta cavalieri cristiani (gli avventurieri che erano prigionieri di Armida) avvia lo scontro alla conclusione e Solimano è di nuovo sconfitto: decide di andare in Egitto.

Canto X

  • Solimano va verso l’Egitto, ferito e dolorante nel corpo, ma soprattutto nell’animo. Mentre riposa affannato e tormentato, viene svegliato dal mago Ismeno che lo esorta a raggiungere Gerusalemme. 
  • Solimano segue Ismeno, salendo su un prodigioso carro che lo porterà verso la città. Prima di raggiungere Gerusalemme i due viaggiatori assistono al desolante spettacolo del campo di battaglia: i cristiani onorano i loro morti e infieriscono sui cadaveri dei mussulmani. Trattenuto Solimano, che vorrebbe fermarsi a vendicare i suoi, Ismeno lo conduce presso la sede regale attraverso un passaggio segreto. 
  • Solimano assiste, non visto, al consiglio convocato da Aladino: Argante è fiducioso sull’esito dello scontro; Orcano suggerisce sinuosamente la possibilità di venire a patti con i crociati. Solimano si presenta al re rincuorando i presenti. Solo un torvo e invidioso Argante non festeggia il suo arrivo. 
  • I cristiani festeggiano i cinquanta cavalieri sfuggiti al controllo di Armida. Uno di essi racconta a Goffredo le loro peripezie al seguito di Armida, rivelatasi una potente maga, che li aveva imprigionati. 
  • Mentre venivano condotti prigionieri dal re d’Egitto erano stati liberati da Rinaldo. Sono così confutate le notizie sulla sua morte. Pietro l’Eremita conferma che è vivo e profetizza anche la sua gloria e quella della sua dinastia.

Canto XI

  • Poiché sono pronte le macchine da guerra, Goffredo decide di tentare l’assedio di Gerusalemme. 
  • L’attacco è preceduto da una processione dei crociati presso il monte Oliveto, con lo scopo di invocare la grazia divina. 
  • Al sorgere del sole Goffredo si presenta in battaglia nelle vesti di fante, per tener fede a un voto. 
  • Dalle mura della città si avvistano i movimenti dei crociati e si dispongono le difese. Svettano Argante, Solimano e Clorinda. 
  • Goffredo ordina l’attacco. Le macchine da guerra si avvicinano alle mura, nonostante la fitta serie di colpi dei difensori. Clorinda con l’arco uccide o ferisce alcuni importanti cavalieri cristiani. 
  • Gli arieti crociati aprono una breccia nelle mura. Goffredo guida l’assalto ma viene colpito da una freccia e suo malgrado è costretto a ritirarsi. I cristiani ne sono sconfortati. 
  • Solimano e Argante sbaragliano gli avversari e si sfidano a gara per dimostrare chi sia il più valoroso. 
  • Goffredo viene risanato grazie all’intervento divino e può così tornare sul campo di battaglia, dove ridà fiducia ai suoi.
  • Lo scontro viene sospeso per il sopraggiungere della notte. Le macchine da guerra sono portate al campo per essere riparate.

Canto XII

  • Clorinda decide di uscire di notte dalla città per dare alle fiamme la grande macchina da guerra dei cristiani. Argante si unisce a lei nella missione. Aladino predispone un’azione per proteggere la loro sortita. 
  • Il vecchio eunuco Arsete, che ha accudito Clorinda fin da piccola, le rivela le sue origini cristiane e principesche. Turbata, Clorinda non viene però meno né alla sua fede religiosa né alla parola data. 
  • Usciti dalla città con esche infiammabili preparate da Ismeno, Clorinda e Argante raggiungono la torre e riescono a darla alle fiamme. Poi fuggono inseguiti. Mentre Argante riesce a rientrare nella città, Clorinda resta esclusa. 
  • La guerriera cerca di raggiungere un’altra porta di Gerusalemme, ma viene inseguita da Tancredi. Inizia uno spettacolare e tragico duello tra i due, al termine del quale Tancredi, che non l’ha riconosciuta, trafigge al seno e uccide la donna amata. 
  • Clorinda chiede a Tancredi di battezzarla e quando Tancredi le toglie l’elmo per farlo resta folgorato dalla scoperta dell’identità del cavaliere che ha ucciso. 
  • Mentre Clorinda muore con lo sguardo beato rivolto al cielo, Tancredi soccorso e salvato si abbandona a deliranti propositi di suicidio. L’apparizione in sogno di Clorinda dall’alto dei cieli concede una tregua al dolore di Tancredi. 
  • Tancredi visita la tomba di Clorinda, per la cui morte anche Gerusalemme è in lutto, e Argante promette di vendicarla.

Canto XIII

  • Ismeno, per impedire ai cristiani di procurarsi il legname necessario per nuove macchine da guerra, incanta la foresta di Saron, trasformandola in luogo spaventevole, popolato da demoni e presenze mostruose. 
  • Mentre comunica al re Aladino il suo maleficio, Ismeno lo informa che sta per giungere una tremenda aridità destinata a fiaccare i crociati. 
  • I cristiani cercano di penetrare nella foresta incantata, che si rivela ostile e impenetrabile: suscita un terrore che impedisce ai soldati di procedere. Anche l’arrogante Alcasto e poi Tancredi non vi riusciranno. 
  • La foresta fa leva sulle paure e sulle debolezze di ciascuno: Tancredi, dopo aver superato molti ostacoli, fugge di fronte alla presenza dello spirito di Clorinda trasformato in una pianta di cipresso. Comprende di essere di fronte a un prodigio, ma non riesce a dominarsi e fugge.
  • Pietro l’Eremita profetizza che Rinaldo sconfiggerà l’incantesimo. 
  • Si manifestano i segni dell’arsura prevista da Ismeno: i soldati cristiani sono provati e si rianimano velenosi rancori contro Goffredo. Dopo l’accorata preghiera di Goffredo arriva il salvifico intervento divino, che con una grande pioggia ridà fiducia alle forze cristiane.

Canto XIV

  • L’anima di Ugone appare in sogno a Goffredo. Rapito per miracolo nell’alto dei cieli, Goffredo comprende le folli miserie umane. Ugone gli profetizza che farà parte delle milizie celesti del Paradiso.
  • Ugone dice che, per volontà di Dio, Rinaldo deve tornare perché a lui spetta il compito di farsi esecutore degli ordini di Goffredo. Guelfo chiede la grazia per Rinaldo e Goffredo la accorda. Si organizza la spedizione per andare a riprenderlo. 
  • A Carlo e Ubaldo, i due cavalieri designati per riportare Rinaldo, Pietro l’eremita indica il percorso da compiere e chi li guiderà nel viaggio: il mago d’Ascalona. Lì giunti incontrano il mago che li porta nella sua dimora sotto un fiume. 
  • Il saggio vecchio racconta ai due cavalieri che Rinaldo, dopo la sua fuga dal campo cristiano, aveva liberato i cavalieri catturati da Armida, la quale ne aveva inscenato la finta morte. 
  • Quando la maga stava per vendicarsi di lui uccidendolo, la visione della sua giovanile bellezza aveva provocato in lei il nascere di una forte passione amorosa. Lo aveva perciò portato su una delle Isole Fortunate, dove aveva costruito un palazzo magico, per vivere lì il suo amore con lui. 
  • Il mago di Ascalona fornisce ai due cavalieri una serie di istruzioni per raggiungerlo senza rimanere vittime degli incantesimi di Armida.

Canto XV

  • I due cavalieri partono verso la loro meta a bordo della nave guidata dalla Fortuna, che solca velocissima il cielo. 
  • Nel corso della navigazione i due cavalieri vedono l’esercito egiziano, straordinariamente numeroso, mentre sta preparandosi sulle spiagge di Gaza, poi sorvolano le coste del Mediterraneo. 
  • Superano le colonne d’Ercole, e Ubaldo chiede alla Fortuna notizie sul mondo inesplorato che si trova al di là di esse. Cristoforo Colombo, di cui vengono profetizzate le glorie, sarà predestinato alla sua scoperta. 
  • Giunti all’isola di Armida i due cavalieri, dopo aver aspettato il sorgere dell’alba, partono per raggiungere Rinaldo. 
  • Si frappongono alla loro avanzata alcuni ostacoli: un terribile serpente, una schiera di mostri deformi, che essi mettono in fuga grazie alla verga donata loro dal mago; poi la fontana del riso e le ninfe seduttrici, al cui fascino erotico i due cavalieri resistono.

Canto XVI

  • Sui portali del palazzo di Armida sono rappresentate raffinate scene che celebrano storie di eroi e condottieri (Ercole, Antonio) che hanno abbandonato la guerra per seguire i loro amori. 
  • I due cavalieri entrano nel palazzo, superano il tortuoso labirinto e si trovano immersi in un lussureggiante giardino, dove un pappagallo innalza una sorta di inno al carpe diem, all’edonistico godimento delle bellezze della vita. 
  • Carlo e Ubaldo penetrano nel giardino dove Armida e Rinaldo vivono la loro passione. Spiano i due che amoreggiano e vedono Rinaldo nelle pose adoranti dell’amante servizievole, che contempla la bellezza di Armida. 
  • Carlo e Ubaldo approfittano della momentanea assenza della maga per risvegliare Rinaldo: gli pongono di fronte un lucente scudo che fa vedere al giovane la sua immagine riflessa.
  • Rinaldo si risveglia e prova profonda vergogna per l’immagine di sé che vede nello scudo. Ubaldo lo rimprovera e gli ricorda la sua missione. Subito Rinaldo si avvia con i suoi salvatori.
  • Armida percepisce il pericolo e cerca di fermarlo ma Rinaldo è deciso a partire, e insensibile alle sue preghiere di amante abbandonata come anche alle sue minacce di vendetta. 
  • Vista l’inutilità dei suoi tentativi Armida sviene. Al suo risveglio è combattuta tra disperazione e desiderio di vendetta. Fa sparire il suo palazzo magico e parte alla volta di Gaza, per unirsi alle forze del re d’Egitto.

Canto XVII

  • Viene presentata la figura del re d’Egitto e viene proposta la rassegna del suo enorme esercito in procinto di muoversi verso Gerusalemme, per attaccare le forze crociate. 
  • Le forze raccolte dal sovrano egiziano non formano un esercito compatto e organizzato, ma sono piuttosto eterogenee. 
  • Armida, come sempre affascinante e seducente, è alla guida di un carro. Promette se stessa in sposa a chi le porterà la testa mozzata di Rinaldo. 
  • Si accende un violento diverbio tra Adrasto e Tisaferno che sta per sfociare in un duello, bloccato dal pronto intervento della donna che vuole assicurarsi l’aiuto dei due forti campioni. 
  • Rinaldo giunge presso la spiaggia di Ascalona, dove il mago gli consegna le sue nuove armi e lo rimprovera ricordandogli i suoi doveri di cavaliere cristiano: dovrà ora mettere al servizio dell’esercito crociato la sua forza, ma anche saper controllare i propri impulsi e le tentazioni dell’animo. 
  • Il mago illustra poi al cavaliere la sua dinastia, ritratta con abilità sopraffina sullo scudo che gli ha appena affidato; Tasso apre una parentesi digressiva di carattere encomiastico. 
  • Carlo offre a Rinaldo la spada di Sveno che per volontà divina deve essere affidata alle sue mani. Poi si avviano verso il campo cristiano dove sono accolti da Goffredo.

Canto XVIII

  • Accolto con affetto da Goffredo, Rinaldo viene rimproverato da Pietro l’Eremita, che lo spinge a compiere un rito purificatore. Salito sul monte Oliveto Rinaldo espia le sue colpe. 
  • Entra nella selva di Saron per procurare il legname necessario a costruire le macchine da guerra. Egli supera senza difficoltà i prodigi che gli si presentano davanti. Poi gli appare il fantasma di Armida che esce da un mirto, pianta sacra a Venere. Ma Rinaldo è in grado di vincere il prodigio e di abbattere senza pietà la pianta, e con essa tutti i fantasmi della sua anima. 
  • Rientrato al campo, subito i cristiani iniziano a costruire le nuove macchine da guerra, ora più micidiali grazie al competente intervento del capitano genovese Guglielmo. 
  • Anche i difensori potenziano le armi.
  • Venuto a conoscenza che l’arrivo dell’esercito egiziano è vicino, Goffredo decide di preparare l’attacco alla città su tre fronti. 
  • Intanto Vafrino viene inviato come spia presso l’esercito egiziano, per raccogliere notizie sulle forze di quell’armata. 
  • Terminate le macchine da guerra e facilitato il loro percorso con faticosi lavori di spianamento, i cristiani sferrano l’attacco. 
  • Rinaldo decide di attaccare le mura della città nella zona più impervia e difesa. 
  • La grande macchina da guerra si avvicina alle mura. Ismeno si appresta a lanciare nuove esche infiammabili, ma viene colpito, assieme a due streghe, da un enorme masso lanciato da essa. 
  • Goffredo, volgendo lo sguardo verso il cielo, vede le milizie celesti e i compagni caduti che collaborano alla presa della città.
  • Le porte di Gerusalemme sono aperte e i cristiani ne diventano padroni, ma la trionfale vittoria è accompagnata da uno scenario di morte, lutto e sangue.

Canto XIX

  • Il duello tra Argante e Tancredi giunge a conclusione: i due, riconosciutisi, si allontanano per combattere indisturbati. 
  • Argante, prima di iniziare il duello contempla meditativo la città espugnata e riflette sulla sostanziale inutilità dello scontro. 
  • Poi si scatena furibondo il duello il cui esito resta fino all’ultimo istante incertissimo. Alla fine Argante è ucciso da Tancredi che, sfiancato e debilitato per le ferite, sviene poco lontano da lui. 
  • Intanto a Gerusalemme Rinaldo combatte solo contro chi gli si oppone con le armi e si dirige al tempio di Salomone di cui forza le difese. 
  • Solimano si dirige verso la rocca di David: esorta il re e i suoi uomini ad avere coraggio, poi va a difendere la rocca e si scontra con Raimondo, che viene pesantemente colpito. 
  • Mentre sopraggiunge Rinaldo, Goffredo richiama le truppe per l’arrivo della notte. 
  • Vafrino, introdottosi nell’esercito egiziano senza destare sospetto, apprende di un complotto ordito da Ormondo contro Goffredo. 
  • Mentre cerca di saperne qualcosa di più, incontra Erminia, che al tempo della sua prigionia ad Antiochia aveva avuto Vafrino come custode. La donna si offre di aiutarlo, a patto che la conduca al campo cristiano. 
  • Usciti dal campo in direzione delle forze crociate, Vafrino le chiede notizie sul complotto. Erminia lo informa e confessa anche il suo amore per Tancredi. 
  • Nei pressi di Gerusalemme vedono a terra Argante e Tancredi, apparentemente morti. Erminia salva la vita a Tancredi, e spera che lui voglia ricambiare il suo amore. 
  • Tornati a Gerusalemme con Tancredi e il cadavere di Argante, Vafrino va da Goffredo e riferisce le notizie raccolte.

Canto XX

  • All’arrivo dell’esercito egiziano i cristiani si dispongono per la battaglia. Prima dello scontro i due capitani parlano alle truppe: Emireno è costretto a parlare anche tramite interpreti. 
  • Le forze cristiane sono coese e compatte, composite e spesso imbelli quelle egiziane. Inizia la battaglia che vede opporsi i due eserciti su tre fronti. 
  • Spiccano alcuni episodi: il valoroso comportamento della coppia Gildippe e Odoardo, le prodezze del capitano egizio Altamoro, il fallito attentato di Ormondo ai danni di Goffredo. 
  • Rinaldo impedisce la manovra di accerchiamento dei nemici, poi si spinge al centro della battaglia dove incontra Armida. 
  • Armida cerca inutilmente di colpire Rinaldo con le sue frecce, combattuta tra amore e sdegno.
  • Sulla rocca di David, Solimano osserva il sanguinoso svolgersi degli eventi: il cavaliere riflette sull’«aspra tragedia de lo stato umano». Decide di lanciarsi in battaglia, abbandonando la difesa della rocca. Raimondo, aiutato da Tancredi, conquista la rocca e uccide il re Aladino. 
  • Rinaldo trova sul campo di battaglia Solimano, che ha appena ucciso Gildippe e Odoardo, e lo uccide, vendicando così anche il principe Sveno e provocando la rotta dell’esercito egiziano. 
  • Rinaldo disdegna di infierire sui fuggitivi e insegue Armida. Quando sta per uccidersi, la salva: si profila una riconciliazione tra i due e, forse, una possibile conversione della donna. 
  • La guerra volge al termine: Goffredo fiacca le ultime resistenze egiziane uccidendo Emireno e facendo prigioniero Altamoro. 
  • Stanco, ancora lordo del sangue della battaglia, va presso il Santo Sepolcro a sciogliere il voto che aveva mosso, lui e tutto l’esercito, verso la città santa. 

 

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