Rimbaud, L’addormentato della valle

Rimbaud

Arthur Rimbaud, L’addormentato della valle        

(Ottobre 1870)

De Andrè, La guerra di Piero

> Owen, Strange meeting

 

È una gola di verzura dove un fiume canta

impigliando follemente alle erbe stracci

d’argento: dove il sole, dalla fiera montagna

risplende: è una piccola valle che spumeggia di raggi.

 

Un giovane soldato, bocca aperta, testa nuda,

e la nuca bagnata nel fresco crescione azzurro,

dorme; è disteso nell’erba, sotto la nuvola,

pallido nel suo verde letto dove piove la luce.

 

I piedi tra i gladioli, dorme. Sorridente come

sorriderebbe un bimbo malato, fa un sonno.

O Natura, cullalo tiepidamente: ha freddo.

 

I profumi non fanno più fremere la sua narice;

dorme nel sole, la mano sul suo petto

tranquillo. Ha due rosse ferite sul fianco destro.

 

Un soldato disteso sull’erba dorme. Questo sembra il soggetto del testo al lettore. Il poeta descrive la valle in cui il giovane è addormentato, un luogo sereno, illuminato dal sole, ricco di vegetazione. Il soldato sorride…sembra sorridere. A questo punto il poeta ci fornisce un primo indizio sulla realtà dei fatti: sorride come un bambino malato. Perché dovrebbe, ci chiediamo, forse per la durezza della guerra. Poi il poeta aggiunge che ha freddo e chiede per questo alla Natura di cullarlo. Perché dovrebbe avere freddo? C’è il sole, l’erba verde, i fiori… forse fa comunque freddo? Non percepisce i profumi… magari perché addormentato? Il verso finale ci rivela la verità: il soldato è morto. Ha sue rosse ferite sul fianco destro.

 

 

 

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