Pluto
Πλοῦτος = ricchezza
Πλοῦτος = Pluto, dio della ricchezza
Πλούτων = Plutone, dio dell’Inferno
L’identificazione di questo mostro infernale non è certa, perché potrebbe trattarsi di Pluto, dio greco della ricchezza (figlio di Iasione e Demetra) oppure, più probabilmente, di Plutone figlio di Saturno, dio degli Inferi e sposo di Proserpina. Inoltre, è possibile che Dante confondesse o sovrapponesse le due figure mitologiche, come d’altra parte fanno altri autori medievali o classici.
In ogni caso appare evidente il rapporto di Pluto con la ricchezza, come indica l’etimologia del nome.
Dante ne fa l’emblema della cupidigia (o avarizia) il peggiore dei peccati che travagliano gli uomini. Alla fine del canto VI il poeta lo definisce “gran nemico” e Virgilio gli ingiunge di tacere definendolo “maledetto lupo”. Per questo Dante lo pone a guardia del IV Cerchio (Canto VII dell’Inferno), dove sono puniti gli avari e i prodighi.
Le parole pronunciate da Pluto, “Pape Satan, pape Satan aleppe!”, sebbene oscure, sono con tutta probabilità un’invocazione a Satana, re dell’inferno. Virgilio mostra di comprenderne il significato e mette sbrigativamente a tacere il demone, la cui arroganza è come annichilita .
Canto VII – Cerchio IV – Avari e prodighi
«Pape Satàn, pape Satàn aleppe!»,
cominciò Pluto con la voce chioccia;
e quel savio gentil, che tutto seppe, 3
disse per confortarmi: «Non ti noccia
la tua paura; ché, poder ch’elli abbia,
non ci torrà lo scender questa roccia». 6
Poi si rivolse a quella ‘nfiata labbia,
e disse: «Taci, maladetto lupo!
consuma dentro te con la tua rabbia. 9
Non è senza cagion l’andare al cupo:
vuolsi ne l’alto, là dove Michele
fé la vendetta del superbo strupo”. 12
Quali dal vento le gonfiate vele
caggiono avvolte, poi che l’alber fiacca,
tal cadde a terra la fiera crudele. 15
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