William Shakespeare, Sai baciare nel più perfetto stile.
Da William Shakespeare, Romeo e Giulietta – Scena V Verona – Casa dei Capuleti
ROMEO – (A Giulietta, prendendole la mano) Se con indegna mano profano questa tua santa reliquia (è il peccato di tutti i cuori pii), queste mie labbra, piene di rossore, al pari di contriti pellegrini, son pronte a render morbido quel tocco con un tenero bacio.
GIULIETTA – Pellegrino, alla tua mano tu fai troppo torto, ché nel gesto gentile essa ha mostrato la buona devozione che si deve. Anche i santi hanno mani, e i pellegrini le possono toccare, e palma a palma è il modo di baciar dei pii palmieri.[1]
ROMEO – Santi e palmieri non han dunque labbra?
GIULIETTA – Sì, pellegrino, ma quelle son labbra ch’essi debbono usar per la preghiera.
ROMEO – E allora, cara santa, che le labbra facciano anch’esse quel che fan le mani: esse sono in preghiera innanzi a te, ascoltale, se non vuoi che la fede volga in disperazione.
GIULIETTA – I santi, pur se accolgono i voti di chi prega, non si muovono.
ROMEO – E allora non ti muovere fin ch’io raccolga dalle labbra tue l’accoglimento della mia preghiera.
(La bacia)
Ecco, dalle tue labbra ora le mie purgate son così del lor peccato.
GIULIETTA – Ma allora sulle mie resta il peccato di cui si son purgate quelle tue!
ROMEO – O colpa dolcemente rinfacciata! Il mio peccato succhiato da te! E rendimelo, allora, il mio peccato.
(La bacia ancora)
GIULIETTA – Sai baciare nel più perfetto stile.
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