Saba, Il Canzoniere.

Saba, Il canzoniere

Saba, Il Canzoniere.

 

Il “Canzoniere” fu concepito da Saba come autobiografia e raccoglie tutte le sue poesie, realizzando l’idea di un percorso poetico parallelo a quello della vita dell’autore, di cui narra poeticamente gli eventi significativi.

Il Canzoniere, dopo la prima edizione del 1921, è stato integrato dal progressivo aggiungersi delle diverse raccolte, pubblicate dapprima in maniera autonoma, collocate sostanzialmente in un ordinamento che rispecchiasse la nascita cronologica dei testi e la loro ispirazione originaria. Il Canzoniere è una sorta di romanzo in versi in cui il poeta ripercorre la propria vita. L’opera si compone di ventuno raccolte.

Nell’edizione definitiva, pubblicata dopo la morte di Saba, l’opera è suddivisa in tre volumi, che scandiscono cronologicamente la vita del poeta, riferendosi alla giovinezza, alla maturità e alla vecchiaia dell’autore:

[1900-1920]: Poesie dell’adolescenza e giovanili (1900-1907),  Versi militari (1908), Casa e campagna (1909-1910), Trieste e una donna (1910-1912), La serena disperazione (1913-1915), Poesie scritte durante la guerra;

[1920-32]: Tre poesie fuori luogo, Cose leggere e vaganti (1920), L’amorosa spina (1920), Preludio e canzonette (1922-1923), Autobiografia e I prigioni (1924); Fanciulle (1925), Cuor morituro (1925-1930), Preludio e fughe (1928-1929), Il piccolo Berto (1929-1931),

[1933-1954]: Parole (1933-1934), Ultime cose (1935-1943), Varie e Mediterranee (1946), Epigrafe (1947-48), Uccelli (1948), Quasi un racconto (1951), Sei poesie della vecchiaia (1953-1954).

Nel 1948 Saba pubblicò Storia e cronistoria del Canzoniere, un testo in cui cui spiegava e commentava la propria opera, fornendone una chiave di lettura.

Saba predilige nella sua poesia il rapporto con la realtà della vita quotidiana: i temi della sua poesia sono Trieste, la città natale, con la varia umanità fatta di persone comuni, il mare, come simbolo di fuga e di avventure spirituali, gli affetti personali e familiari (principalmente Lina, la moglie, e Linuccia, la figlia), le memorie dell’infanzia e i traumi legati a quel periodo, il contrasto caratteriale dei genitori, il rapporto con la natura e le riflessioni sull’attualità.

Di questa realtà fa parte anche l’animo del poeta, all’interno del quale egli cerca di indagare per metterne a nudo gli aspetti più profondi e problematici. L’autobiografia è una costante della produzione del Saba, con cui la poesia diventa il mezzo per indagare la psicologia umana, il dolore e l’amore che l’accompagnano.

Saba “canta” il quotidiano, le cose di tutti i giorni e lo fa in modo chiaro, attribuendo più importanza al contenuto che alla forma e utilizzando un lessico d’uso quotidiano. Egli ricorre alle forme metriche e alle rime della poesia tradizionale, adattandole tuttavia a un contenuto dimesso, al racconto della vita comune. Il poeta concepisce la poesia come un’onesta ricerca della verità, come l’analisi delle zone più profonde della psiche, agitate dagli istinti e dall’eros.

La poesia di Saba è caratterizzata sul piano formale dalla chiarezza, è una “poesia onesta”, che rifiuta il dannunzianesimo e lo sperimentalismo ermetico, che vuole esprimere con sincerità l’attaccamento alla vita e alle sue forme più autentiche, benché, spesso intrise di dolore.

 

 

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