Umberto Saba, La vita

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Umberto Saba, La vita

Umberto Saba (pseudonimo di Umberto Poli) nacque il 9 marzo 1883 a Trieste, che apparteneva allora all’Impero asburgico. Il padre, Ugo Edoardo Poli, discendente da una nobile famiglia veneziana, abbandonò la moglie ancora incinta.

La madre, Felicita Rachele Cohen, era di famiglia ebrea. Umberto fu affidato alla balia slovena Peppa Sabaz, alla quale Saba restò profondamente legato per tutta la sua vita, tanto che la scelta dello pseudonimo fu un omaggio a lei (che si chiamava Sabaz). Più difficile il rapporto con la madre, che gli impose una rigida educazione. Frequentò il ginnasio senza diplomarsi e l’Imperial Regia Accademia di Commercio e Nautica, che abbandonò per lavorare presso una ditta triestina, pur proseguendo la propria formazione culturale e letteraria da autodidatta.

Nel 1903 si stabilì a Pisa dove frequentò all’Università i corsi di archeologia, tedesco e latino. Si manifestarono verso i vent’anni i sintomi della nevrosi che lo accompagnerà per tutta la vita. Tra il 1905 e il 1906 si trasferì a Firenze dove frequentò gli ambienti letterari della “Voce”.

L’esperienza militare del servizio di leva a Salerno (1907-1908) gli offrì spunti poetici che lo portarono alla composizione dei Versi militari. Ritornato a Trieste, sposò nel febbraio del 1909, con rito ebraico, Carolina Wölfler, (Lina), mentre l’anno successivo nacque la figlia Linuccia. A Montebello, alla periferia di Trieste, scrisse le poesie di Casa e campagna (1909-1910). A queste seguirono nel 1911 la raccolta delle Poesie, firmata con lo pseudonimo Umberto Saba, e l’anno seguente Coi miei occhi, ripubblicato in seguito con il titolo Trieste e una donna (1912). Dopo aver preso parte alla Prima guerra mondiale, pubblicò Poesie scritte durante la guerra e avviò una libreria antiquaria. Nel 1921 pubblicò a Trieste la prima edizione del Canzoniere, in 500 esemplari, a proprie spese. Nel 1928 la rivista “Solaria” gli dedicò un numero monografico. Gravemente sofferente di disturbi nervosi, il poeta andò in cura presso il noto psicanalista Edoardo Weiss.

Il varo delle leggi razziali, nel 1938, lo spinse a trasferirsi a Parigi, ma nel 1939 tornò a Roma, dove fu ospitato da Ungaretti e in seguito, nel 1943, si trasferì a Firenze, dove fu protetto da alcuni amici, tra cui Montale. Nel 1945 pubblicò presso Einaudi la seconda edizione del Canzoniere, che includeva tutta la produzione posteriore al 1921.

Gli ultimi anni della sua vita furono molto difficili, per le continue e sempre più gravi crisi di depressione, di cui resterà vittima, e per la malattia della moglie, che morì il 26 novembre 1956. Appena nove mesi dopo (il 25 agosto del 1957) Saba morì di infarto alla clinica San Giusto di Gorizia.

Umberto Saba

 

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