Dante, La Divina commedia

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Dante, La Divina commedia

 

Caratteristiche e struttura dell’opera.

La Divina Commedia è un poema didascalico-allegorico, vuole cioè insegnare grandi verità filosofico religiose. Esso è diviso in tre Cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso) composte di 33 canti, più un canto introduttivo che precede l’ingresso nell’Inferno, per complessivi 100 canti.I versi della Divina Commedia sono endecasillabi (11 sillabe) raggruppati in terzine, collegate l’una all’altra da rime incatenate (aba-bcb-cdc-ded).

La vicenda e il suo significato.

La Divina commedia è il racconto di un viaggio nei tre regni dell’oltretomba (Inferno, Purgatorio e Paradiso) che Dante immagina di aver intrapreso l’8 aprile del 1300 per volontà divina, dopo essersi smarrito nella selva del peccato. Il viaggio, compiuto sotto la guida di Virgilio nei primi due regni e di Beatrice nel terzo, ha come fine la rigenerazione morale di Dante stesso e dell’intera umanità da lui rappresentata. Obiettivo di Dante è quello di porsi come figura di poeta-profeta, simbolo dell’intera umanità in cammino, alla ricerca della redenzione. Egli è, nel contempo, Auctor (= Dante poeta, che scrive la Commedia) e Agens (=Dante personaggio, pellegrino, che vive in prima persona il viaggio oltremondano). La rappresentazione del viaggio nel mondo dei morti ha numerosi precedenti. L’Eneide di Virgilio costituisce per molti aspetti un modello (Enea visita l’oltretomba). Altri modelli sono la Visione di Paolo e l’Apocalisse di Giovanni.

L’universo di Dante.

Sulla base della teoria tolemaica o geocentrica la terra si trova al centro dell’Universo, mentre intorno ad essa ruotano i corpi celesti. Intorno alla Terra, al di là della sfera del Fuoco, ruotano sette stelle mobili o pianeti, fra cui la Luna e il Sole; le restanti stelle (Stelle fisse) non mutano mai le loro reciproche posizioni, e Dante ritiene che siano collocate in una sfera esterna alle altre. Egli riteneva poi che esistesse un nono cielo, chiamato “primo mobile”. La Terra era concepita come una sfera imperfetta, perché un’ampia parte si pensava fosse completamente ricoperta dalle acque. Quando Dio ha scagliato giù dai cieli Lucifero, l’angelo ribelle, la terra, per non venire a contatto con lui, si è ritratta e si è formata una profonda voragine, l’Inferno, mentre nell’emisfero opposto è sorta dalle acque l’altissima montagna del Purgatorio. Solo l’emisfero settentrionale, le cui terre hanno come confine il fiume Gange ad Oriente e le colonne d’Ercole ad Occidente, con al centro Gerusalemme, è abitato, mentre  quello meridionale è occupato dall’oceano e dalla montagna del Purgatorio.

La lingua e lo stile.

La Commedia ha dato inizio alla tradizione letteraria italiana ed è uno dei più grandi capolavori della letteratura mondiale. Iniziata intorno al 1306-07, la sua composizione occupò l’autore fino agli ultimi anni della sua vita. Dante dà un grande contributo alla creazione del lessico italiano perché afferma la dignità del volgare nel trattare argomenti “alti” e conia moltissimi nuovi vocaboli di varia origine, arricchendo il volgare. La narrazione di Dante nell’Inferno è caratterizzata, da  crudo realismo, nonostante la particolare densità di simboli e allusioni, fondati sulla vasta conoscenza della Bibbia, dei poeti classici, della filosofia, dell’astronomia, e di tutti gli altri aspetti della cultura medievale. Nelle successiva cantiche (Purgatorio e Paradiso) il linguaggio si fa più raffinato e letterario ma non meno efficace. Il termine comedia indica il finale non tragico dell’opera e lo stile comico, intermedio tra quello alto e quello basso. La cultura di Dante è quella del Medioevo: il pensiero di Aristotele e la teologia cristiana.

Il simbolismo.

Il viaggio è pieno di simboli che rinviano a una realtà trascendente, ultramondana; il mondo sensibile è la maschera dietro cui si cela una realtà più profonda. È simbolico che Dante si inoltri di notte nell’Inferno, quando è assente la luce solare, segno della grazia divina, che si inoltri nel Purgatorio all’alba, l’ora della rinascita, e ascenda al Paradiso a mezzogiorno, quando il sole risplende più forte e più alto. Il 1300 era l’anno del giubileo, indetto da Bonifacio VIII ; Dante nel 1300 compiva trentacinque anni (momento culminante della vita di un uomo), l’età che Dante riteneva avesse Gesù Cristo al tempo della crocifissione .

I numeri.

Il numero 3 assume nell’opera un importante valore simbolico (la Santissima Trinità): 3 sono i versi di ogni terzina, tre le cantiche, 33 i canti di ciascuna, 9 i cerchi dell’Inferno, le partizioni del Purgatorio, i cieli del Paradiso; Il numero 100, multiplo di 10, numero perfetto.

 

 

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