Giovanni Verga (Catania, 1840 – 1922)

Verga

Giovanni Verga (Catania, 1840 – 1922)

 

Giovanni Verga nacque a Catania il 2 settembre del 1840 da una famiglia benestante di proprietari terrieri fu educato ai valori patriottici, romantici e risorgimentali, che furono fonte d’ispirazione per i suoi primi romanzi, Amore e patria (1857), I carbonari della montagna (1861) e Sulle lagune (1863).

Nel 1858 s’iscrisse alla facoltà di giurisprudenza, ma decise poi di interrompere gli studi per dedicarsi completamente alla letteratura. Durante l’impresa dei Mille s’impegnò nella lotta antiborbonica, prestò servizio nella Guardia Nazionale e si dedicò al giornalismo patriottico.

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Firenze

Nel maggio del 1865 soggiornò a Firenze, divenuta capitale d’Italia, dove frequentò i salotti letterari e mondani e dove conobbe Luigi Capuana, con cui strinse una feconda amicizia. Dal 1869 e al 1872 trascorse lunghi periodi a Firenze, dove scrisse i romanzi Una peccatrice (1866) e Storia di una capinera (1871).

Milano

Nel 1872 si trasferì a Milano, attratto dalla vivacità letteraria e artistica della città, dove abitò fino al 1893, con brevi soggiorni in Sicilia. Frequentò i salotti letterari e mondani milanesi e conobbe gli scrittori della Scapigliatura, tra cui i fratelli Boito ed Emilio Praga. Pubblicò tre romanzi di ambiente “mondano”, Eva (1873), Tigre reale ed Eros (1875), che ottennero un grande successo di pubblico. Nel 1874 scrisse anche un “bozzetto siciliano”, Nedda, che esprimeva la sua ricerca di nuovi temi e forme narrative.

Il Ciclo dei vinti

Fu attratto dalla narrativa francese, in particolare da scrittori come Flaubert e Zola, e dalle idee sostenute dall’amico Luigi Capuana, teorico del Verismo. Progettò così di scrivere il ciclo di romanzi “I vinti” (inizialmente intitolato La marea) che doveva comprendere I Malavoglia, Mastro don Gesualdo, La duchessa di Leyra, L’onorevole Scipioni, L’uomo di lusso. Nel 1880 fu pubblicata la raccolta di novelle Vita dei campi e nel 1881 I Malavoglia, che riscosse però scarso successo. Negli anni successivi, Verga lavorò alla raccolta Novelle rusticane (1883) e al Mastro don Gesualdo, che uscì nel 1888 a puntate sulla “Nuova Antologia”, e l’anno successivo in volume, dopo un’ampia revisione.

Gli ultimi anni

Dal 1893 lo scrittore tornò a risiedere a Catania. Dopo il gruppo di racconti I ricordi del capitano d’Arce, del 1891, comparvero nel 1894 quelli di Don Candeloro e C.i. Verga tentò anche esperimenti teatrali, scrivendo alcuni drammi, tra cui Cavalleria rusticana (1884), In portineria (1885), La Lupa (1896), Dal tuo al mio (1903). Nel 1907 iniziò la stesura de La duchessa di Leyra (terzo romanzo del “ciclo dei vinti”), di cui però scrisse solo il primo capitolo.

Negli ultimi anni, lo scrittore visse sempre più appartato e solitario e si chiuse in un cupo pessimismo, assumendo posizioni reazionarie come l’approvazione nel 1898 della sanguinosa repressione operata dal generale Bava-Beccaris dei moti popolari a Milano. Nel 1920 fu nominato senatore del Regno d’Italia e il suo ottantesimo compleanno fu celebrato alla presenza di Benedetto Croce, ministro della Pubblica Istruzione, con un intervento di Luigi Pirandello. Morì a Catania il 27 gennaio 1922.

Giovanni Verga

 

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