Saba, Ulisse.

Ulisse

Saba, Ulisse

Saba paragona se stesso a Ulisse, eroe greco alla continua ricerca dell’ignoto, inappagato da una condizione di quiete, di inerzia e di tranquillità, nonostante le sofferenze e i pericoli affrontati nel suo lungo viaggio per mare.
Anche il poeta ha provato dolore e persino disperazione nella sua vita, ma alla tentazione di cercare la pace ha preferito l’indomita ricerca dell’ignoto, affrontando e amando la vita, benché essa sia intrisa di dolore. 

 

Nella mia giovinezza ho navigato
lungo le coste dalmate. Isolotti
a fior d’onda emergevano, ove raro
un uccello sostava intento a prede,
coperti d’alghe, scivolosi, al sole
belli come smeraldi. Quando l’alta
marea e la notte li annullava, vele
sottovento sbandavano più a largo,
per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno
è quella terra di nessuno. Il porto
accende ad altri i suoi lumi; me al largo
sospinge ancora il non domato spirito,
e della vita il doloroso amore.

da “Parole”(1933-34)

scogli

Analisi del testo

La poesia Ulisse, che chiude la raccolta Mediterranee, paragona la vita del poeta a quella di Ulisse, l’eroe greco costantemente spinto dall’incessante ricerca dell’ignoto, dal rifiuto della sicurezza del porto, spinto al largo dall’amore per la vita. Tema essenziale della poesia è quello ossessivo della solitudine e del rifiuto del conformismo, cioè dell’essere per forza come gli altri. Nella sua giovinezza il poeta ha navigato lungo le coste della Dalmazia, dove affioravano isolotti, belli e lucenti ma insidiosi, su cui talvolta si soffermavano uccelli a caccia di prede. Quando erano sommersi dall’alta marea, le imbarcazioni stavano lontane per sottrarsi al pericolo di farvi naufragio. Ora che è anziano, il poeta sente quella terra isolata come il proprio regno. Mentre gli altri ricercano le luci di un porto sicuro, il poeta è sospinto da uno spirito indomito di avventura e dal doloroso amore per la vita. Saba non fa parte del gregge degli uomini che cercano la tranquillità. È consapevole che la vita è intrisa di dolore, ma che solo a questa condizione è vita vera, che proprio per questo vale la pena di amarla. Bene e male sono inevitabilmente connessi e la ricerca di un’esistenza priva di pericoli (gli isolotti) non può appagarlo. Egli non cerca il porto con le sue luci, il facile approdo, la sicurezza. Il poeta paragona il proprio inquieto e avventuroso amore della vita allo spirito di ricerca e di avventura di Ulisse. La maturità e le sofferenze della vita non hanno domato il suo spirito, che anzi ancor più lo sospinge a cercare e ad avventurarsi verso l’ignoto, a vivere in quella terra di nessuno.

 

ulisse

 

Esercizi di analisi del testo

  1. Perché il poeta paragona se stesso a Ulisse?
  2. La poesia fa riferimento al passato e al presente: attraverso quali immagini?
  3. Che cosa rappresentano metaforicamente gli isolotti/a fior d’onda ?
  4. Che cosa rappresenta metaforicamente il porto?
  5. Quale effetto produce la vecchiaia sul poeta?
  6. Individua gli enjambement presenti nel testo e spiegane la funzione.
  7. Vita e dolore, secondo Saba, sono intrinsecamente uniti: come lo spieghi?

 

 

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