Il romanzo epistolare

epistolareIl romanzo epistolare

Il romanzo epistolare assume la forma dello scambio di lettere tra due o più destinatari. Di conseguenza il lettore può identificarsi nel carattere e nello stato d’animo dei diversi emittenti. Nel romanzo epistolare, generalmente, a ciascun personaggio è attribuito un ruolo di emittente o destinatario delle varie lettere attraverso le quali si articola la vicenda narrata e il procedere dell’azione.

È in genere assente la figura di un narratore che provveda a ordinare il racconto: il lettore assiste in “presa diretta” alle vicende vissute dai vari personaggi. Iniziatore del genere fu Rousseau con Giulia o la nuova Eloisa (1756 – 1758), che vuole rappresentare l’uomo nella sua interezza e nella sua realtà, fatta di pensieri razionali e di passioni.

Una notevole varietà di punti di vista e di sentimenti è presente nel romanzo epistolare Le relazioni pericolose, di Choderlos de Laclos, mentre verso la fine del 1700 Goethe scrive il romanzo I dolori del giovane Werther, caratterizzato dalla presenza di un unico emittente e di un unico destinatario. In tal modo ciò che emerge è in particolare l’evoluzione dello stato d’animo del protagonista, perché vengono presentate solo le sue lettere. Altre novità sono: la scelta di un protagonista maschile; la brevità ed essenzialità delle lettere; la figura dell’editore.  In Italia il romanzo epistolare proposto da Foscolo con Le ultime lettere di Jacopo Ortis.

Leggere un romanzo del Settecento o dell’Ottocento può farci comprendere come anche nei secoli scorsi i giovani sentissero l’esigenza di esprimere sentimenti e conflitti interiori, di coltivare rapporti di amicizia e di amore attraverso uno strumento che coinvolge la riflessione, l’attesa, l’emozione di ricevere il messaggio e di rispondervi. Stati d’animo molto simili a quelli che oggi si esprimono con mezzi diversi.

La lettera è un testo che può contenere parti espositive ed argomentative, parti descrittive e narrative, con cui ci si rivolge a persone che si trovano a una certa distanza da chi scrive, ed è destinata ad essere letta in assenza dello scrivente, a distanza di tempo. In passato la distanza nel tempo tra il momento della scrittura e quello della lettura richiedeva una pianificazione della struttura del testo, anche quando esso assumeva un tono informale. Scrivere lettere richiedeva precise capacità espressive, vicine a quelle richieste per le modalità di scrittura più alte, di tipo letterario. Lo scrivente non solo presentava aspetti della realtà ma li accompagnava con una riflessione personale, da cui emergevano punti di vista, aspettative, timori, speranze. Nella lettera si esprimevano passioni e drammi, legati alla lontananza, ad eventi traumatici come la guerra, l’esilio o l’emigrazione.

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