Petrarca, Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono

Petrarca

Francesco Petrarca, Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono

 

Il Canzoniere di Petrarca è una raccolta di 366 poesie, in gran parte sonetti (317), in cui il poeta canta il suo amore, inappagato e tormentato, per Laura. La conflittuale vicenda d’amore non è fine a se stessa, bensì è assunta a paradigma di un’esperienza più vasta: di una continua introspezione, del bisogno di assoluto e del contemporaneo legame con i beni terreni, di un dissidio che non troverà mai una soluzione definitiva, se non nella limpidezza della forma.

1

Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono

di quei sospiri ond’io nudriva ‘l core

in sul mio primo giovenile errore

quand’era in parte altr’uom da quel ch’i’ sono,

 

del vario stile in ch’io piango et ragiono

fra le vane speranze e ‘l van dolore,

ove sia chi per prova intenda amore,

spero trovar pietà, nonché perdono.

 

Ma ben veggio or sí come al popol tutto

favola fui gran tempo, onde sovente

di me mesdesmo meco mi vergogno;

 

et del mio vaneggiar vergogna è ‘l frutto,

e ‘l pentersi, e ‘l conoscer chiaramente

che quanto piace al mondo è breve sogno.

 

Parafrasi

Da voi che ascoltate il suono di queste rime sparse di quei sospiri d’amore di cui io nutrivo il mio cuore, al tempo dei miei errori giovanili, quando in parte ero un uomo diverso da quello che sono ora,

dei diversi stili in cui io piango e mi ragiono fra vane speranze e vano dolore, se c’è qualcuno che sappia per esperienza che cos’è l’amore, spero di trovare compassione e perdono.

Ma ora mi accorgo chiaramente come per tutto il popolo sono stato per molto tempo oggetto di scherno, per cui provo vergogna di me stesso;

e la vergogna è il risultato del mio vaneggiare, e il pentimento, e il sapere con chiarezza che tutto ciò che piace al mondo è una breve illusione.

 

Analisi del testo

Composto dopo la morte di Laura, il sonetto è posto in apertura del Canzoniere, con lo scopo di enunciarne il tema centrale, quello dell’amore, la disillusione che ne è seguita e il pentimento per il proprio “giovenile errore”. La struttura è bipartita: nella prima parte, corrispondente alle due quartine, il poeta si rivolge a un “pubblico” di lettori/ascoltatori e descrive il contenuto dell’opera; nella seconda parte, corrispondente alle terzine, predomina l’autoriflessione che porta il poeta a provare pentimento e senso di vergogna per l’amore terreno da lui provato, che ora egli considera come qualcosa di vano, al pari di ogni sentimento terreno (“che quanto piace al mondo è breve sogno”).

Nel sonetto Petrarca trae un bilancio della propria esperienza amorosa, rivolgendosi a chi, come lui, ha sofferto per amore, chiedendo comprensione e perdono perché l’amore per Laura lo ha allontanato dall’amore per Dio. Nel sonetto si intrecciano due piani temporali: il presente, che è il tempo della vergogna e del pentimento, e il passato, il momento dell’errore. Petrarca sente angosciosamente il fluire inesorabile del tempo, di cui sono una conseguenza inevitabile la vanità e la precarietà di tutte le cose terrene.

Petrarca seleziona i termini da impiegare innanzitutto per la musicalità del suono: i vocaboli che formano rima o assonanza tra loro, “suono – sono – sogno”, sono le parole-chiave che costituiscono l’ossatura del Canzoniere. Allitterazioni: “favola fui” (v. 10); “conoscer chiaramente” (v. 13); “me medesmo meco mi” (v. 11); ripetizione del suono “v” in tutto il componimento “voi; nudriva; giovenile; vario; vane; van; ove; prova; trovar; veggio; sovente; vergogno; vaneggiar; vergogna; breve”;

 

Esercizi di analisi

  1. A chi si riferisce il poeta con il “Voi…”?
  2. Quale relazione ha l’espressione “rime sparse” con il titolo “Rerum vulgarium fragmenta”?
  3. Qual è stato l’“errore” del poeta?

 

 

/ 5
Grazie per aver votato!

Print Friendly, PDF & Email

Copyright © 2014 giorgiobaruzzi. All Rights Reserved.