Ugo Foscolo, La vita

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 FoscoloUgo Foscolo, La vita

Sradicato, sia per motivi politici, sia per le vicende della sua famiglia, sia per la sua naturale irrequietezza, cercò incessantemente una patria a cui legarsi (Zante, Venezia, Firenze, l’Italia). Tale condizione, unita alla continua ricerca di identità è alla base della sua arte. La sua è una vita avventurosa e “romantica” da vari punti di vista: amori intensissimi, polemiche politiche, impegno come combattente nell’esercito napoleonico. 

Foscolo nacque nel 1778 a Zante, una delle isole Ionie che appartenevano a Venezia, da Andrea, medico di origine veneziana, e Diamantina Spathis. La famiglia si trasferì a Spalato (1785), ma dopo la morte del padre (1788) Niccolò (il vero nome del poeta) e il fratello Giovanni rientrarono a Zante mentre la madre si trasferì a Venezia. Nel 1793 tutta la famiglia si ricongiunse a Venezia. Foscolo compì studi irregolari e si dedicò a letture dettate dall’interesse personale. Conobbe alcuni importanti letterati, tra cui Melchiorre Cesarotti e Ippolito Pindemonte e fu introdotto nei salotti veneziani della Teotochi Albrizzi. Dopo le prime prove poetiche, tra cui la  tragedia Tieste, nel 1797, influenzato dalle idee giacobine della Rivoluzione francese, a Bologna si arruolò nei Cacciatori a cavallo. Alla notizia della caduta dell’oligarchia veneziana, rientrò in città e pubblicò l’ode A Bonaparte liberatore, ma nel novembre, dopo il trattato di Campoformio, fu costretto a lasciare Venezia per Milano, dove assume la direzione del “Monitore Italiano” e collaborò ad altri giornali patriottici.

Tra il 1798 e il 1799, a Bologna, iniziò a scrivere l’Ortis lasciato incompiuto ma pubblicato ugualmente dall’editore Marsigli, grazie alla collaborazione di un certo Angelo Sassoli, con il titolo Vera storia di due amanti infelici. Partecipò ad alcuni scontri militari, poi si trasferì in Toscana e a Genova, dove partecipò alla difesa della città assediata dagli austro-russi. Dopo la battaglia di Marengo (1800) prima soggiorna a Milano poi, con il grado di capitano aggiunto, in Toscana, dove si innamorò di Isabella Roncioni. Rientrato a Milano, tra il 1801 e il 1802, strinse un’intensa relazione con Antonietta Fagnani Arese. Riscrisse le Ultime lettere di Jacopo Ortis che pubblicò nel 1802. Tra il 1802 e il 1803 furono pubblicati le Odi (A Luigia Pallavicini caduta da cavallo e All’amica risanata) e i Sonetti. 1804-05: In Francia, al seguito del generale Pino in vista di un probabile attacco francese all’Inghilterra, ebbe una relazione con una donna inglese da cui nacque la figlia Floriana. Rientrato in Italia agli inizi del 1806 pubblicò il carme Dei sepolcri (1807). Nominato professore di eloquenza all’università di Pavia, l’incarico fu però revocato per le critiche rivolte a Napoleone e per l’irrigidimento della politica culturale francese. Foscolo tenne comunque a Pavia un’orazione inaugurale, stampata con il titolo Dell’origine e dell’ufficio della letteratura.

Nel 1814 assistette al crollo di Napoleone e meditò un pronunciamento militare con lo scopo di creare nell’Italia settentrionale uno stato libero e indipendente. All’arrivo degli Austriaci gli fu proposta la direzione di una rivista letteraria. Dopo l’iniziale incertezza egli rifiutò: nella notte del 30 aprile 1815 fuggì da Milano e riparò in Svizzera, dove pubblicò una nuova edizione dell’Ortis. Nel 1817 si trasferì in Inghilterra, dove scrisse importanti saggi di letteratura italiana per alcune riviste. Assillato dai creditori e costretto spesso a vivere sotto falso nome, visse gli ultimi mesi nella più completa miseria. Morì nel sobborgo londinese di Turnham Green il 10 settembre 1827. Nel 1871 i suoi resti furono trasportati nella chiesa di Santa Croce a Firenze.

Opere principali:

Le ultime lettere di Jacopo Ortis; Sonetti; Odi; Dei sepolcri; Le grazie.

 

 

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