Jaques Prévert, Il giardino
Il bacio di cui Jaques Prévert parla nella poesia Il giardino è un momento di straordinaria intensità, un miracolo accaduto sulla terra, in un giorno d’inverno, in un parco di Parigi. Ma le parole non bastano a descriverne la microeternità.
Mille anni e poi mille
Non possono bastare
Per dire
La microeternità (il piccolo secondo d’eternità)
Di quando m’ hai baciato
Di quando t’ ho baciata
Un mattino nella luce dell’inverno
Al Parc Montsouris a Parigi
A Parigi
Sulla terra
Sulla terra che è un astro.
Analisi del testo
La poesia è costituita da due quartine legate da un distico in posizione centrale e da un verso finale. I due versi del distico sono quasi identici e si differenziano soltanto per effetto dei diversi pronomi personali e per le loro concordanze (tu – io; m’hai – t’ho). Esso esprime il momento della fusione e dell’unicità prodotta dal bacio.
La dualità, invece, presente nelle due quartine, ruota attorno al tempo e allo spazio. Nel verso iniziale si suggerisce l’idea di una durata temporale pressoché infinita. Ma mille e poi mille anni non basterebbero a descrivere quell’eternità che si concentra in un “petite seconde” (quarto verso).
Nella seconda quartina e nell’ultimo verso, con un procedimento inverso, da un luogo specifico e determinato, in una stagione determinata, la visione si allarga a considerare l’intera terra, che viene definita come “un astro” (un astre). La terra che vista dallo spazio appare luminosa come una stella, come fosse illuminata da quel bacio così intenso, nella luce dell’inverno.
La poesia dà la sensazione di zoommare sui due amanti, dall’infinità dei tempi, mettendo a fuoco l’intensità del loro bacio, per poi allontanarsi con un processo inverso, che coinvolge questa volta non il tempo ma lo spazio. Tempo e spazio si congiungono e si concentrano (nei due versi centrali) nell’eternità del bacio, di un bacio che ha la durata di un secondo molto diverso dagli altri secondi della vita, perché incarna la felicità dei due amanti, una felicità assoluta, totale. Un secondo che vale l’eternità.
Comprensione e analisi del testo.
- Sottolinea, nel testo, le parole che riguardano l’ambiente e il tempo.
- I primi due versi suggeriscono una dimensione temporale: l’eternità; gli ultimi due versi una dimensione spaziale: l’infinito. Cosa vuole evidenziare il poeta?
- Completa il seguente schema di sviluppo del testo:
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- Che significato assume l’espressione “microeternità” in questo contesto?
- I versi 5 e 6 e gli ultimi due contengono anafore: che funzione hanno?
- L’espressione “microeternità” è un ossimoro. Perché?
- L’espressione “Mille anni e poi mille…” è un’iperbole. Perché?
Jaques Prévert, Le Jardin
Des milliers et des milliers d’années
Ne sauraient suffire
Pour dire
La petite seconde d’éternité
Où tu m’as embrassé
Où je t’ai embrassée
Un matin dans la lumière de l’hiver
Au parc Montsouris à Paris
À Paris
Sur la terre
La terre qui est un astre.
Jacques Prévert, Paroles
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