Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray

ritrattodidoriangrayOscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray

L’artista creatore di cose belle

Dalla Prefazione a Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde

Su The Fortnightly Review Wilde pubblicò una prefazione, per rispondere ad alcune polemiche sollevate dalla pubblicazione del suo romanzo.

 

In un’epoca in cui la morale e l’etica erano estremamente rigide, lo scrittore sosteneva che l’arte non deve avere né deve essere giudicata secondo un criterio di giudizio morale ma esclusivamente di tipo estetico.

1.     Leggi la citazione tratta dalla Prefazione a Il ritratto di Dorian Gray e spiegane il significato.

L’artista è il creatore di cose belle.
Rivelare l’arte e nascondere l’artista è il fine dell’arte.
[…] Coloro che scorgono brutti significati nelle cose belle sono corrotti senza essere affascinanti. Questo è un errore.
Coloro che scorgono bei significati nelle cose belle sono le persone colte. Per loro c’è speranza.
Essi sono gli eletti: per loro le cose belle significano solo bellezza.
Non esistono libri morali o immorali. I libri sono scritti bene o scritti male. Questo è tutto. […]

Nessun artista ha intenti morali. In un artista un intento morale è un imperdonabile manierismo stilistico. Nessun artista è mai morboso. L’artista può esprimere qualsiasi cosa.
Il pensiero e il linguaggio sono per un artista strumenti di un’arte.
Il vizio e la virtù sono per un artista materiali di un’arte.
[…] Ogni arte è insieme superficie e simbolo.
Coloro che scendono sotto la superficie lo fanno a loro rischio.
L’arte rispecchia lo spettatore, non la vita.
La diversità di opinioni intorno a un’opera d’arte dimostra che l’opera è nuova, complessa e vitale.
[…] Tutta l’arte è completamente inutile.

Oscar Wilde

Nato a Dublino il 16 ottobre del 1854, figura di spicco dell’estetismo letterario decadente, volle fare della sua vita un’opera d’arte. Compì numerosi viaggi in Italia e in Grecia e visse a Londra e a Parigi, dove frequentò i più celebri circoli letterari, distinguendosi per lo stile di vita raffinato ed eccentrico. Esordì nel 1881 con Poesie, a cui seguirono le fiabe Il principe felice e altre storie (1888), in cui criticava l’ipocrisia della società. Il romanzo Il ritratto di Dorian Gray (1891) esprime al massimo livello l’estetismo, accanto alla convinzione della superiorità dell’artista sulle regole della società e della morale. Le commedie Il ventaglio di Lady Windermere (1892), Un marito ideale (1895), L’importanza di chiamarsi Ernesto (1895) sono ricche di ironia e umorismo. Del 1893 è il dramma Salomè, scritto per Sarah Bernardt. Nel 1895, dopo un processo che suscitò scandalo, fu condannato a due anni di prigione con l’accusa di omosessualità. L’amara esperienza si rifletté nel De profundis e nella Ballata dal carcere di Reading, scritti in carcere. Dopo la liberazione si stabilì a Parigi sotto falso nome, vivendo pressoché ignorato. Morì a Parigi il 30 novembre del 1900.

Il ritratto di Dorian Gray (The Picture of Dorian Gray) fu inizialmente pubblicato nel luglio del 1890 sul Lippincott’s Monthly Magazine. Nell’aprile 1891 Wilde fece stampare in volume il romanzo, con una prefazione. Per esigenze commerciali, legate al gusto dell’epoca, il romanzo fu successivamente ampliato.

dorian grayWilde, Il ritratto di Dorian Gray (la trama)

Il famoso pittore londinese Basil Hallward mostra al suo amico Lord Henry la sua ultima opera: il ritratto di un giovanissimo nobile. Lord Henry è rapito dalla bellezza del ritratto e della persona che ne è il soggetto, e chiede a Basil di conoscerlo di persona. Il pittore gli presenta il bellissimo e giovanissimo Dorian Gray, che è ammaliato dall’affascinante oratoria di Lord Henry. Questi lo esorta ad una vita piena di esperienze e a non sprecare il dono della bellezza e della giovinezza, che è di breve durata. Influenzato da queste parole, Dorian di fronte al quadro esprime il desiderio che i segni del tempo compaiano non sul suo volto ma su quello del ritratto e in cambio di questo sarebbe disposto a cedere la propria anima. Il desiderio si avvera: i segni dell’età e della vita dissoluta di Dorian fanno sempre più imbruttire ed invecchiare il volto del ritratto, che egli nasconde in soffitta, mentre il suo aspetto non cambia. Nauseato dalla propria vita turpe e corrotta che lo spinge al punto al punto di uccidere l’amico pittore Basil, e inorridito dall’aspetto del ritratto, Dorian si avventa con un pugnale sulla tela per distruggerla, ma in tal modo in realtà colpisce se stesso. Caduto a terra morente, il suo volto assumerà le sembianze di un uomo brutto, malvagio e invecchiato, mentre il dipinto, liberato dalla sua diabolica anima, tornerà a riflettere la giovinezza e la bellezza di vent’anni prima.

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