Montale, La casa dei doganieri
Pubblicata su una rivista già nel 1939, la poesia è una delle più antiche de Le Occasioni: il paesaggio è ancora quello ligure, e precisamente Monterosso, nelle cinque terre, dove il poeta si recava fin dall’infanzia.
La donna evocata è Arletta (o Annetta), Anna degli Uberti, solita villeggiare nel paese e morta precocemente.
Tu non ricordi la casa dei doganieri
sul rialzo a strapiombo sulla scogliera:
desolata t’attende dalla sera
in cui v’entrò lo sciame dei tuoi pensieri
e vi sostò irrequieto.
Libeccio sferza da anni le vecchie mura
e il suono del tuo riso non è più lieto:
la bussola va impazzita all’avventura
e il calcolo dei dadi più non torna.
Tu non ricordi; altro tempo frastorna
la tua memoria; un filo s’addipana.
Ne tengo ancora un capo; ma s’allontana
la casa e in cima al tetto la banderuola
affumicata gira senza pietà.
Ne tengo un capo; ma tu resti sola
né qui respiri nell’oscurità.
Oh l’orizzonte in fuga, dove s’accende
rara la luce della petroliera!
Il varco è qui? (Ripullula il frangente
ancora sulla balza che scoscende…)
Tu non ricordi la casa di questa
mia sera. Ed io non so chi va e chi resta.
(Eugenio Montale, Le Occasioni, 1939)
Analisi del testo
Prima strofa. Il poeta si rivolge a una donna che un tempo era entrata con lui nella casa dei doganieri: egli ricorda l’incontro con la giovane Annetta, occasione di gioia, seppur momentanea, ma lei non si ricorda più di lui e della casa dei doganieri, perché è morta o è lontana. La casa è il punto di coagulo del ricordo e al tempo stesso una barriera tra passato e presente: il passato è Annetta, con la folla dei suoi pensieri e il suo sostarvi inquieta.
Seconda strofa. È passato tanto tempo e la donna non ricorda più. La casa è in disfacimento (libeccio sferza da anni le vecchie mura) il poeta non può più udire il riso della giovane, che ora non è più lieto come quella sera (e il suono del tuo riso non è più lieto). La bussola è impazzita e non indica più la rotta: il destino è imprevedibile come il calcolo del lancio dei dati (la bussola va impazzita all’avventura/e il calcolo dei dadi più non torna).
Terza strofa. Il filo della memoria che legava il poeta alla donna si svolge ma solo il poeta ne tiene un capo, egli è rimasto solo a ricordare. Per quanto il poeta si sforzi di trattenere il ricordo esso gli sfugge e il tempo travolge tutto, come il vento fa girare vorticosamente la banderuola affumicata posta sul tetto della casa. (“Ne tengo ancora un capo; ma si allontana/la casa e in cima al tetto la banderuola/affumicata gira senza pietà).
Quarta strofa. Lontano s’intravede la luce di una petroliera, un barlume di speranza: forse è lì, nell’orizzonte, il “varco” che può permettere di sfuggire al concatenarsi degli eventi, di comprendere il senso della vita? La domanda non ha risposta: la donna non ricorda, e il poeta non sa il senso del morire e del vivere, non sa più se la condizione migliore sia quella di chi con la morte si allontana per sempre dalla vita o di chi resta a subirla. Il lume della petroliera sembra suggerire un “varco”, ma è una speranza subito delusa.
La poesia si sviluppa sul contrasto tra il ricordo e la dimenticanza, tra la memoria dell’io poetico e l’azione distruttiva del tempo, tra il senso di disorientamento e la speranza delusa del “varco”. Questi temi sono rappresentati attraverso oggetti simbolici, di cui però non è esplicitato il significato.
La poesia ha una struttura simmetrica, con due strofe di cinque e due di sei versi alternate, con prevalenza di endecasillabi, accentuata dal ritorno all’inizio e alla fine dall’immagine della sera. Allo stesso modo, l’espressione “tu non ricordi” ritorna simmetricamente in tre strofe, e indica il motivo ispiratore della lirica. Le rime sono incrociate, alternate, baciate in schemi liberi.
Sul piano sintattico vi è una struttura paratattica, con coordinate, numerosi segni di punteggiatura e ripetute anafore (Tu non ricordi la casa…Tu non ricordi; …Ne tengo ancora un capo;…Ne tengo un capo).
Sul piano lessicale vi è l’uso di termini propri del linguaggio comune e tecnico (bussola, banderuola, petroliera, ecc.). Da un lato Montale attinge al patrimonio linguistico più comune e familiare, ma gli oggetti diventano emblemi di un concetto o di un’idea.
Esercizi di analisi del testo
- Riassumi il contenuto della lirica.
- La poesia da un lato si basa sul ricordo: che cosa il poeta ricorda della sera rievocata?
- Che cosa caratterizza il presente della “casa dei doganieri”?
- Che cosa è accaduto alla giovane che entrò nella casa con “lo sciame dei tuoi pensieri”?
- Che cosa impedisce al ricordo di assumere un valore positivo?
- Il poeta intravede all’orizzonte la luce di una petroliera. Quale significato assume questa immagine?
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