Majakovskij, Il mare va a ritroso

Majakovskj

Vladímir MajakóvskijIl mare va a ritroso

Il cardine della poesia è la metafora centrale che attribuisce la causa della fine dell’amore al logorio del “quotidiano” (la barca dell’amore…). La prima parte descrive con un’altra metafora la conclusione del rapporto (Il mare…);
la seconda parte mette in evidenza ciò che di negativo i due amanti si sono scambiati in parti eguali: dolori, sventure, offese.

 

Il mare va a ritroso

il mare va a dormire.

Come suol dirsi, –

    “l’incidente è chiuso”,

la barca dell’amore

    è naufragata contro il quotidiano.

Fra noi due siamo pari

    e non serve elencare

i dolori reciproci,

    le sventure 

    e le offese.

 

Majakovskj

 

Nato a Bagdadi (Georgia) nel 1893, dopo la morte del padre si trasferisce a Mosca dove continua gli studi ginnasiali fino al 1908. Iscritto al partito bolscevico, subisce tre arresti. Entra in contatto con il gruppo dei futuristi e, con i suoi atteggiamenti provocatori e la prepotente personalità, ne diviene presto figura centrale. Accoglie con entusiasmo la rivoluzione e tra il 1919 e il 1923 lavora alla ROSTA, l’agenzia telegrafica russa, per la quale realizza oltre 3000 “finestre”, manifesti di propaganda con immagini e slogan. Nel 1923 è direttore della rivista «LEF» organo del fronte di sinistra delle arti. Compie numerosi viaggi all’estero, tra cui uno negli Stati Uniti nel 1925. Con l’ascesa di Stalin, il clima politico e culturale si fa in URSS sempre meno tollerante. Il 14 aprile 1930, in circostanze ancora non del tutto chiarite, Majakovskij si toglie la vita con un colpo di pistola al cuore. Tra le sue opere: Io (1913), La nuvola in calzoni (1915), Il flauto di vertebre (1916), La guerra e l’universo (1917), 150.000.000 (1921), Amo (1922), Di questo (1923).

mare

 

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