Lucifero

lucifero

Lucifero (Satana)

Lucifero: [dal lat. lucĭfer -a -um, comp. di lux lucis «luce» e -fer «-fero», calco del gr. ϕωσϕόρος]. In senso etimologico, che porta la luce, che dà luce. https://www.garzantilinguistica.it/ 

I Latini indicavano con i nomi di Espero (greco: Εσπερος) e Lucifero (greco: Φοσϕόρος) le apparizioni serale e mattutina del pianeta Venere. L’interpretazione medievale di alcuni passi biblici presentava Lucifero come uno dei Serafini, l’angelo più bello e luminoso del creato (il nome latino significa “portatore di luce“). Lucifero è “la creatura ch’ebbe il bel sembiante”, il più bello degli angeli, prima della sua ribellione a Dio.

Ribellatosi a Dio per superbia e invidia assieme ad altri angeli, fu sconfitto dall’arcangelo Michele che lo fece precipitare giù dai cieli e sprofondare al centro della terra. La terra, infatti, inorridita si è ritratta e ha dato origine alla voragine infernale nell’emisfero nord, mentre è emersa nell’emisfero opposto la montagna del Purgatorio.

Dante descrive Lucifero nel Canto XXXIV dell’Inferno, come un’enorme e orrida creatura. La sua testa ha tre facce di tre colori diversi (la centrale è rossa, la destra giallastra, la sinistra nera). Le tre facce di Satana rappresentano una sorta di rovesciamento della Trinità. Inoltre, che i tre colori diversi delle tre facce assumano un significato simbolico appare evidente, anche se essi sono stati variamente interpretati. Un’ipotesi potrebbe essere: rossa=ira; giallastra=superbia e invidia; nera=ingratitudine. Senza dimenticare, tuttavia, che non a caso Lucifero è collocato nel punto più lontano da Dio, dove sono puniti i traditori, di cui egli è la massima espressione.

Il demone ha il corpo peloso e tre paia di grandi ali, simili a quelle di un enorme pipistrello, che sbattendo generano i venti che congelano la superficie del Cocito, il lago di ghiaccio dove sono confitti i traditori ripartiti nelle diverse zone (Caina, Antenòra, Tolomea, Giudecca).

Dai sei occhi escono lacrime che si mescolano al sangue dei tre sommi traditori della tradizione biblico-classica, Giuda, Cassio e Bruto, maciullati in eterno dalle tre bocche. Il dannato che pende dalla bocca centrale è Giuda, che Lucifero graffia e scuoia sulla schiena, mentre gli altri, che pendono con la testa dalle bocche laterali, sono Bruto e Cassio.

Dante e Virgilio si aggrappano al pelo del demone e scendono lungo le sue costole, oltrepassando la crosta di ghiaccio e ritrovandosi nell’altro emisfero, dove di Lucifero sporgono le zampe. Una volta qui, i due poeti raggiungono una piccola apertura nella roccia, da dove iniziano a percorrere una “natural burella” (uno stretto budello sotterraneo) che mette in comunicazione il centro della Terra con la spiaggia del Purgatorio, posta agli antipodi di Gerusalemme.

Canto XXXIV

Oh quanto parve a me gran maraviglia

quand’io vidi tre facce a la sua testa!

L’una dinanzi, e quella era vermiglia;           39

l’altr’eran due, che s’aggiugnieno a questa

sovresso ‘l mezzo di ciascuna spalla,

e sé giugnieno al loco de la cresta;               42

e la destra parea tra bianca e gialla;

la sinistra a vedere era tal, quali

vegnon di là onde ‘l Nilo s’avvalla.               45

Sotto ciascuna uscivan due grand’ali,

quanto si convenia a tanto uccello:

vele di mar non vid’io mai cotali.                 48

Non avean penne, ma di vispistrello

era lor modo; e quelle svolazzava,

sì che tre venti si movean da ello:                 51

quindi Cocito tutto s’aggelava.

Con sei occhi piangëa, e per tre menti

gocciava ‘l pianto e sanguinosa bava.           54

Da ogne bocca dirompea co’ denti

un peccatore, a guisa di maciulla […]

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Satana: il sostantivo ebraico, sāṭān, è una normale derivazione della radice s ṭ n, che ha il significato di “osteggiare”, “aggredire” anche solo moralmente, e quindi pure di “accusare” in giudizio e di “calunniare”; perciò il sostantivo ebbe da principio il significato generico di “avversario” in guerra.

Demonio: dal lat. tardo daemonium, e questo dal gr. δαιμόνιος «appartenente alla divinità», der. di δαίμων«demone».

Diavolo: [dal lat. tardo, eccles., diabŏlus, gr. διάβολος, propr. «calunniatore» (der. di διαβάλλω «gettare attraverso, calunniare»), adoperato nel gr. crist. per tradurre l’ebr. śāṭān«contraddittore, oppositore»]. Spirito del male, nemico di Dio e degli uomini, che egli tenta per indurli a peccare; considerato come il capo degli angeli ribelli (detto anche Satana o demonio)

Da http://www.treccani.it/enciclopedia/

 

 

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