La poesia decadente e simbolista

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La poesia decadente e simbolista

 

Il decadentismo ha influenzato profondamente tutte le forme dell’arte europea tra Otto e Novecento, dando origine a una radicale rivoluzione nei linguaggi e nei temi, ma anche nella concezione stessa dell’arte e della funzione “sociale” del letterato.

Le più significative espressioni figurative della nuova estetica decadente: in particolare il movimento simbolista con Paul Gauguin (1848-1903), Vincent Van Gogh (1853-1890), Gustave Moreau (1826-1898), e i postimpressionisti con Paul Cézanne (1839-1906), Henri de Tolouse Lautrec ( 1864-1901), Georges Seurat (1859-1891), Gaetano Previati (1852-1920), Giovanni Segantini (1858-1899).

Una notevole influenza hanno avuto, nel determinare i nuovi orientamenti culturali, pensatori come Søren Kierkegaard (1813-1855) e Arthur Schopenhauer (1788-1860), e in particolare Friedrich Nietzsche (1844-1900), Sigmund Freud (1856-1939), Henri Bergson (1859-1941).

I decadenti proclamano l’autonomia dell’arte, che ha il proprio fine in se stessa: il poeta non è più maestro e guida, e la sua poesia non ha più uno scopo pratico o educativo ma diviene evocativa e suggestiva, esprimendosi attraverso il linguaggio oscuro dei simboli e delle analogie.

Per i letterati, che vivono l’età di passaggio tra l’Ottocento e il Novecento, la realtà è principalmente quella della crisi di un’epoca: l’immagine della decadenza e della caduta dell’impero romano anima l’immaginario collettivo degli intellettuali decadenti, che percepiscono in tutta la sua profondità e vastità la crisi e la decadenza della civiltà contemporanea. Nel naufragio generale degli ideali e dei valori etici, che abbandona l’uomo alla solitudine e all’irrazionalità, è l’estetismo (inteso come culto della sensazione e religione della bellezza) a prendere il sopravvento. Nel nuovo clima culturale, la figura dell’eroe oscilla fra gli estremi del superuomo dannunziano e dell’inetto di Svevo, mentre all’espressione del sentimento si sostituisce spesso l’analisi dell’inconscio.

Il simbolismo

La lirica decadente nasce in Francia, con la “scuola” simbolista di Paul Verlaine (1844-1896), Arthur Rimbaud (1854-1891)e Stéphane Mallarmé (1842-1898); successivamente si sviluppa in particolare in area tedesca con Rainer Maria Rilke (1875-1926) e russa con Vjaèeslav Ivanov (1866-1949) e Aleksandr Blok (1880-1921). In Italia i principali esponenti della poesia decadente sono D’Annunzio e Pascoli.

Il simbolismo è un movimento artistico sviluppatosi in Francia nel XIX secolo, nel decennio 1866-1876, che si manifestò nella letteratura e nelle arti figurative. La poesia dei simbolisti è antirealistica, ha come riferimento la compostezza classica e l’imitazione di modelli antichi. Per questi poeti l’arte deve essere incontaminata dalle problematiche sociali. Modello per i simbolisti, tra cui Paul Verlaine, Arthur Rimbaud e Stéphane Mallarmé, fu Charles Baudelaire per il suo stile di vita all’insegna della sregolatezza e per l’elaborazione del concetto di “poesia pura”, libera da ogni preoccupazione di contenuto e da intenti civili o morali, concentrata sulla suggestione delle parole e dei simboli.

Per il simbolismo la poesia è musica e il poeta non deve descrivere la realtà, ma suggerire impressioni, emozioni e stati d’animo, penetrando l’intima essenza delle cose. Bisogna utilizzare accordi musicali lievi, immagini sfumate, parole non descrittive ma evocatrici. Sotto la realtà apparente, percepibile con i sensi, si nasconde una realtà più profonda e misteriosa, cui si può giungere solo per mezzo della poesia. La nuova generazione di poeti manifesta la propria sfiducia nella scienza che non è capace di penetrare nelle oscure profondità dell’animo umano. Il poeta può penetrare queste realtà attraverso l’intuizione. Per questi nuovi contenuti della poesia i simbolisti elaborarono un linguaggio nuovo, non più logico ma analogico, che permetteva di portare alla luce le corrispondenze e i misteriosi legami esistenti tra le cose più diverse. A tale scopo i poeti simbolisti ricorsero spesso a figure retoriche quali la metafora, l’analogia e la sinestesia.

 

 

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