Foscolo, In morte del fratello Giovanni.

Caspar_David_Friedrich_002Foscolo, In morte del fratello Giovanni.

Composto fra il settembre 1802 e gli inizi d’aprile del 1803 e pubblicato per la prima volta nel corso di quest’ultimo anno, questo sonetto fonde i dati della cultura e del gusto del tempo (cioè l’orientamento neoclassico) con i dolorosi sentimenti vissuti dal poeta.

Il sonetto fa riferimento al suicidio del fratello per debiti di gioco, ma richiama anche sul piano letterario un componimento del poeta latino Catullo, dedicato al fratello morto.

Un dì s’io non andrò sempre fuggendo

di gente in gente[1], me vedrai seduto

su la tua pietra[2], o fratel mio, gemendo

il fior de tuoi gentili anni caduto[3].

 

La Madre or sol suo dì tardo traendo[4]

Parla di me col tuo cenere muto[5],

ma io deluse a voi le palme[6] tendo

e se da lunge i miei tetti[7] saluto,

 

sento gli avversi Numi[8], e le secrete

cure[9] che al viver tuo furon tempesta[10]

e cerco anch’io nel tuo porto quiete[11].

 

Questo di tanta speme[12] oggi mi resta!

Straniere genti, l’ossa mia rendete

allora al petto della madre mesta.

 

Sonetto con rima ABAB ABAB CDC DCD

 

Analisi del testo

I due temi su cui è costruito il sonetto sono quelli dell’esilio e della tomba, che nelle prime due strofe sono sviluppati in forma di chiasmo:

Prima strofa:

  • il poeta vive una condizione di esule;
  • il poeta manifesta il desiderio di recarsi sulla sua tomba a piangere la sua morte prematura;

Seconda strofa:

  • il poeta immagina la madre che parla di lui col fratello;
  • il poeta non può tornare in patria e solo da lontano può pensare ai suoi cari;

Nella terza e nella quarta strofa si ripresentano in ordine invertito i temi della prima, e in tal modo il tema iniziale dell’inizio della poesia ritorna negli ultimi versi, dandole una struttura circolare:

Terza strofa:

  • il poeta sente l’avversità degli dei e l’angoscia del vivere che gli fa cercare pace nella morte;

Quarta strofa:

  • il poeta spera che i suoi resti possano essere restituiti alla madre dopo la sua morte.

La prima quartina è centrata sul poeta che, come voce narrante, si immagina piangente sulla tomba del fratello ma nel contempo evidenzia la sua condizione di esule, fuggitivo di gente in gente. Nella seconda strofa compare la figura della madre, con una particolare drammaticità, accentuata dalla collocazione in incipit del nome, dal ritmo lento e dall’asprezza dei suoni (tardo traendo) del v. 5. In parallelo con il muto dialogo tra la madre e il fratello, si colloca poi nuovamente il tema della condizione di esule del poeta, che lo accomuna al fratello nel suo triste destino. L’ultima strofa, infine, pone in primo piano l’ io del poeta, in relazione con la madre (e con la patria) cui egli spera possano essere restituite le sue ceneri dopo la morte.

Analisi del testo.

  1. Al centro del sonetto si colloca l’io del poeta nelle sue relazioni con il fratello, la madre, la morte, la patria. Individua nel testo tutti gli elementi che a lui fanno riferimento (pronomi personali, pronomi e aggettivi possessivi).
  2. In quale condizione si trova il poeta? Cosa spera di poter fare in futuro?
  3. Individua nel testo i numerosi enjambement e indicane la funzione.
  4. Il lessico latineggiante rivela la formazione classica del poeta e il suo legame con la tradizione. Aiutandoti con le note, svolgi la parafrasi del testo.
  5. Numerose le figure retoriche presenti nel testo. Riconoscile ed indicane la denominazione nella seguente tabella:
Metafora Sineddoche Metonimia
Di gente in gente
Su la tua pietra
Il fior de’ tuoi gentili anni caduto
La Madre…suo dì tardo traendo
Deluse a voi le palme tendo
Da lunge i miei tetti saluto
Al viver tuo furon tempesta
Nel tuo porto quiete
L’ossa mia rendete
Al petto della madre mesta

[1] Di gente in gente: di paese in paese

[2] pietra: tomba

[3] il fior de tuoi gentili anni caduto: la tua giovinezza troncata

[4] Suo dì tardo traendo: trascinando la sua vecchiaia

[5] parla di me col tuo cenere muto: parla di me con i tuoi resti che non rispondono

[6] palme: le mani, le braccia

[7] i miei tetti: la mia casa, la mia patria

[8] avversi Numi: gli dei, il destino avverso

[9] le secrete cure: le angosce interiori

[10] al viver tuo furon tempesta: sconvolsero la tua vita come una tempesta

[11] cerco anch’io nel tuo porto quiete: cerco anch’io la pace della morte (il tuo porto)

[12] speme: speranza

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