Giovanni Pascoli, Temporale

temporale

Giovanni Pascoli, Temporale

(da Myricae)

Ideata nel 1892, la poesia venne pubblicata nella terza edizione di Myricae del 1894. Attraverso note di colore accostate con tecnica impressionistica, Pascoli raffigura il sopraggiungere di un temporale estivo.
Gli elementi del paesaggio naturale riflettono simbolicamente lo stato d’animo inquieto ed angosciato del poeta.

 

Un bubbolìo[1] lontano…

rosseggia l’orizzonte,

come affocato [2], a mare;

nero di pece, a monte,

stracci di nubi chiare:

tra il nero un casolare:

un’ala di gabbiano.


[1] Bubbolio: mormorio, rumore del tuono in lontananza.

[2] Affocato: infuocato, color del fuoco.

 

Analisi del testo

Lo schema metrico è quello della ballata piccola, composta di versi settenari, con rima ABCBCCA

Il brontolio del tuono in lontananza annuncia il temporale. Sul mare l’orizzonte “rosseggia”, per la luce del sole morente, mentre nubi nere, con qualche traccia di nubi biancastre, incombono dalla parte del monte. In mezzo al nero s’intravede una casa bianca, che sembra un’ala di gabbiano.

La descrizione del paesaggio è realizzata con tecnica impressionistica, che accosta immagini e note di colore, suggerendo, piuttosto che descrivendo esplicitamente, una visione d’insieme.

L’efficacia rappresentativa del fenomeno naturale è indubbia, ma appare anche evidente che il poeta attribuisce agli elementi del paesaggio una valenza simbolica e che la natura riflette il suo stato d’animo: l’orizzonte infuocato del tramonto sembra richiamare l’idea del sangue, le nubi nere come la pece (il nero, associabile alla morte, viene di nuovo richiamato al sesto verso, a ribadire la sua centralità) sono simbolo di una realtà angosciante, in mezzo alla quale s’intravede una casa bianca, accostata per analogia a un’ala di gabbiano.

La casa bianca associata all’ala di gabbiano richiama l’idea del nido ed è simbolo positivo degli affetti famigliari, tuttavia la loro funzione protettrice appare fugace, evanescente e forse vana, in quanto si colloca in un contesto cupo ed angosciante di morte.

Sul piano sintattico la poesia è caratterizzata da frasi brevi senza verbo (sintassi nominale), con l’uso prevalente, sul piano lessicale, di sostantivi e di aggettivi sostantivati, mentre è praticamente assente il verbo, assumendo rosseggia valore di aggettivo. Il ritmo è frammentato e spezzato da pause forti, anche all’interno dei versi. Il componimento si apre con la parola onomatopeica “bubbolio”, che riproduce il rumore del tuono in lontananza. I puntini di sospensione e lo stacco dagli altri versi creano come un senso di sospensione e di attesa.

Esercizi di analisi del testo

  1. Il testo è una Ballata piccola. Indica il tipo di versi che la compongono e lo schema delle rime.
  2. In quale momento della giornata si verifica il temporale descritto da Pascoli? Da che cosa lo si deduce?
  3. Quali figure retoriche vengono utilizzate nel componimento? (considera in particolare le espressioni:
  4. Nel testo prevale l’uso del verbo, del nome (o dell’aggettivo sostantivato) o dell’aggettivo? Sul piano sintattico è caratterizzato dall’ipotassi o dalla paratassi?
  5. Sul piano espressivo la poesia presenta aspetti diversi dello stesso paesaggio: quale tecnica “pittorica” viene usata per la descrizione? In che modo sono accostate le immagini?
  6. Nella poesia prevalgono sensazioni visive, uditive, tattili od olfattive? Motiva la tua risposta.
  7. Quali sono i colori dominanti nel testo? Quale significato simbolico assumono?
  8. Quale rapporto c’è tra il paesaggio e il casolare? (Che significato simbolico assumono?)
  9. Che significato assume il paragone fra il casolare e l’ala di gabbiano?
  10. Nel primo verso quale figura fonetica (di suono) è possibile individuare?
  11. Esponi con parole tue il contenuto della poesia in poche righe e confrontala con “Il lampo”.
  12. Individua nel testo gli elementi più evidenti delle tematiche, della biografia e della poetica di Pascoli.

 

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