Giovanni Pascoli, Novembre

lavandaie

Giovanni Pascoli, Novembre

Illusione e realtà, questa l’antinomia attorno alla quale si concentra la descrizione del poeta. Illusione di vita, realtà di morte. Un paesaggio luminoso, illuminato dal sole, si rivela vuoto e freddo. Un sole che non riscalda. Sembra di muoversi in una dimensione da incubo, dove quel che vediamo è solo vuota apparenza, è quel che vorremmo vedere ma che non è, che non può essere che illusione. Pubblicata nel febbraio 1891 sulla rivista fiorentina “Vita Nuova”, fu inclusa nella prima edizione di Myricae dello stesso anno. Nell’edizione definitiva della raccolta  Novembre fu posta in chiusura della sezione intitolata In campagna.

 

Gemmea [1] l’aria, il sole così chiaro

che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,

e del prunalbo[2] l’odorino amaro

senti nel cuore

 

Ma secco è il pruno, e le stecchite piante

di nere trame[3] segnano il sereno,

e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante

sembra il terreno.

 

Silenzio, intorno: solo, alle ventate,

odi lontano, da giardini ed orti,

di foglie un cader fragile[4]. È l’estate,

fredda, dei morti.

(da Myricae)

 

Parafrasi

L’aria è luminosa come una gemma, il sole è così splendente che tu ti volgi a cercare gli albicocchi fioriti, e senti nel cuore il profumo amaro del biancospino. Ma il biancospino è secco, e le piante scheletrite disegnano il cielo di nere trame, e il cielo sembra vuoto di vita, e il terreno sembra cavo, risonante ai passi. Silenzio, intorno: soltanto, quando soffia il vento, senti venire da lontano, dai giardini e dagli orti, un fragile cadere di foglie. È l’estate, fredda, dei morti.


[1] Gemmea l’aria: l’aria luminosa e trasparente come una gemma. La gemma è un cristallo duro, trasparente. Il termine gemma indica anche un abbozzo di germoglio e forse il poeta, volutamente, ha scelto un termine che richiama il germogliare delle foglie in primavera.

[2] Prunalbo: il biancospino.

[3] Nere trame: i rami scheletriti degli alberi.

[4] di foglie un cader fragile: il tenue rumore delle fragili foglie che cadono; l’attribuzione dell’aggettivo fragile al cadere, anziché alle foglie, è un’ipallage; udito, vista e tatto sono condensati nella sinestesia: udiamo e vediamo di riflesso il cadere delle foglie, ne percepiamo la fragilità.

Analisi del testo

La poesia descrive un paesaggio naturale: immagini nitide, sensazioni visive (l’aria limpida, gli albicocchi fioriti) ed olfattive (il profumo del biancospino). Ma la realtà di quel paesaggio primaverile è solo illusoria.

Nella prima strofa l’aria cristallina come una gemma e il sole luminoso fanno ricercare allo sguardo gli albicocchi fioriti e richiamano l’odore amaro del biancospino.

novembreNella seconda strofa, introdotta dal “Ma” avversativo, tale realtà si rivela di segno opposto, poiché le piante si mostrano “stecchite” e con i loro rami spogli e scheletriti disegnano di nere trame il cielo sereno. Il cielo è privo di vita, non ci sono uccelli che cinguettano, e il terreno risuona sotto i piedi come se fosse vuoto.

La terza strofa si apre con una sensazione uditiva: il silenzio, con il solo lieve, “fragile” cadere delle foglie degli alberi. La frase conclusiva rivela la realtà: è “l’estate, fredda, dei morti”. La dura realtà della morte è quel che si cela dietro l’illusione iniziale di vita.

L’estate di San Martino, le giornate di sole che secondo la tradizione popolare caratterizzano i primi giorni di novembre, quando si commemorano i defunti, richiama al cuore del poeta la vitalità dei mesi primaverili. Eppure egli è consapevole che di altra stagione si tratta: è la stagione dei morti.

Il simbolismo della descrizione è in questo testo evidente, dagli aggettivi stecchite, nere, vuoto, cavo alla lapidaria “estate fredda, dei morti” che suggella la poesia, eliminando ogni residuo inganno dei sensi. Ma fin dall’immagine iniziale, il luminoso “Gemmea l’aria”, il poeta sa che si tratta di illusione: l’aggettivo gemmea ha in sé qualcosa di freddo, di privo di vita (la gemma è una pietra dura e trasparente).

Metro – ritmo.

Ciascuna delle tre quartine è strutturata secondo lo schema della strofa saffica, forma metrica di ascendenza classica e rara nella lirica italiana, ed è composta da tre endecasillabi e un quinario finale. Lo schema delle rime è ABAb, CDCd, EFEf (rima alternata). L’uso marcato della punteggiatura, la presenza di cesure ed enjambement,  spezzano l’endecasillabo producendo un effetto di frammentazione. Il ritmo è lento, con un’accentuazione nella seconda e nella terza strofa, dove la punteggiatura e le pause sottolineano la crescente consapevolezza della realtà di morte che si cela dietro l’illusione iniziale di vita.

Effetti fonosimbolici.

Le immagini luminose della prima strofa sono sottolineate e dilatate dalla ripetizione della vocale /a/, associata alla /e/ in “gemmea” e alla /r/ in “aria” e in “chiaro” (allitterazione), in “amaro” (che rima con “chiaro”), nonché alla coppia di consonanti /lb/ (nell’allitterazione “prunalbo” / “albicocchi”). Le consonanti /r/, /cc/, /ch/ non sono in contrasto con l’impressione di luminosità e dolcezza di questi versi.

Esse invece si caricano di una valenza ben diversa nelle strofe successive dove la /r/ evoca un senso di durezza, di aridità, di assenza di vita: è spesso ancora associata alla vocale /a/ ma invertendo l’ordine delle lettere (non più /ar/ che richiama un senso di apertura, di chiarezza, ma /ra/ che produce un effetto inverso). Allitterazioni e consonanze si richiamano e si caricano di una valenza fonosimbolica: “secco/stecchite” (v. 5) alludono fonicamente alla rigidità della morte; nere/trame/sereno (v. 6)  incarnano il vuoto di vita del cielo, segnato di rami scheletrici; vuoto/cavo (v. 7), con la dilatazione della “o” richiamano la vuota aridità di un deserto; l’allitterazione foglie/fragile (v. 11) richiama la fragilità e precarietà della vita umana.

Figure retoriche

Prima strofa

L’aggettivo “Gémmea” assume un ruolo di rilievo per il suo valore metaforico (l’aria luminosa e cristallina come una gemma), per la collocazione all’inizio del verso e l’assenza del verbo; tale posizione, unitamente al chiasmo “Gemmea l’aria / il sole così chiaro” (aggettivo – sostantivo / sostantivo – aggettivo), accentua l’idea di luminosità che fa pensare alla stagione primaverile.  Poi le sensazioni visive ed olfattive si intrecciano: albicocchi in fiore (v. 2), odorino amaro (v. 3). “L’odorino amaro senti nel cuore” (vv. 3-4) è una sinestesia, per l’associazione tra l’olfatto (odorino) e il gusto (amaro), ma anche perché il profumo è percepito attraverso una sensazione interiore (senti nel cuore).

Seconda strofa

Il Ma iniziale segna un radicale ribaltamento di significato. L’uso dell’inversione (secco…pruno/stecchite piante/nere trame ecc.), con immagini il cui valore connotativo e metaforico ci presentano una natura umanizzata, evidenzia il senso di vuoto, di aridità e di morte.

Terza strofa

Nel silenzio, che ribadisce l’assenza di vita, l’espressione di foglie un cader fragile coinvolge in un’efficace sinestesia udito, vista e tatto: udiamo e vediamo di riflesso il cadere delle foglie,  ne percepiamo la fragilità. L’ossimoro “l’estate, fredda, dei morti” dei vv. 11-12, accentuato dall’enjambement e dalla punteggiatura, evidenzia il contrasto tra illusione e realtà, vero nucleo tematico del componimento, e  segna il definitivo spezzarsi dell’illusione iniziale.

Schema di Novembre

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Esercizi di analisi del testo

  1. La prima strofa descrive un quadro paesaggistico: quale illusione creano le immagini che lo compongono e perché? Quali organi di senso sono coinvolti?
  2. Nella seconda strofa l’idea espressa inizialmente subisce un ribaltamento: quale elemento segnala tale cambiamento? Quali immagini caratterizzano il paesaggio descritto nella seconda strofa?
  3. Nella terza strofa il significato del testo si chiarisce definitivamente: quali sono gli elementi che segnano il definitivo rivelarsi della realtà?
  4. Un evidente simbolismo caratterizza il testo: qual è il tema centrale e il significato complessivo della poesia?
  5. La tessitura fonica del testo è in rapporto con il contenuto: quali sono gli aspetti che la caratterizzano?
  6. Il ritmo della poesia è lento, in particolare nella seconda e nella terza strofa: quali sono gli elementi che determinano questa caratteristica? Quali sono le ragione di tale scelta stilistica?
  7. Elenca e spiega le principali figure retoriche presenti nel testo.
  8. Tenendo conto di tutti gli elementi emersi, spiega la lirica e interpretane il messaggio: utilizza il seguente schema che evidenzia la struttura del testo e le relazioni tra gli elementi che lo compongono.

 

 

/ 5
Grazie per aver votato!

Print Friendly, PDF & Email

Copyright © 2012 giorgiobaruzzi. All Rights Reserved.