Eugenio Montale, Ripenso il tuo sorriso

Montale

Eugenio Montale, Ripenso il tuo sorriso 

(da Ossi di seppia, 1925)

La poesia fa parte della raccolta Ossi di seppia ed è dedicata all’amico Boris Kniaseff. La rievocazione memoriale è fonte di speranza per il poeta, che ricorda il sorriso dell’amico, che si staglia nitidamente nella sua mente.

 

Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un’acqua limpida

scorta per avventura[1] tra le petraie d’un greto,

esiguo specchio in cui guardi un’ellera[2] i suoi corimbi[3];

e su tutto l’abbraccio d’un bianco cielo quieto.

 

Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,

se dal tuo volto s’esprime libera un’anima ingenua[4],

o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua

e recano il loro soffrire con sé come un talismano[5].

 

Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie

sommerge i crucci estrosi[6] in un’ondata di calma,

e che il tuo aspetto s’insinua nella mia memoria grigia

schietto come la cima d’una giovinetta palma.

Quartine di versi liberi.


[1] avventura: caso

[2] ellera: edera

[3] corimbi: infiorescenze a grappolo

[4] ingenua: non toccata dal male del mondo

[5] talismano: amuleto, portafortuna

[6] estrosi: inquieti

 

Analisi del testo

Filo conduttore della poesia è il tema della memoria: il poeta ricorda un suo amico (il ballerino russo Boris Kniaseff) e quest’ immagine si rivela consolatoria, come lo scorgere l’acqua in un paesaggio arido e petroso, come il colore acceso e la vitalità di una giovane palma nel grigiore intorno. La poesia è costruita attorno al contrasto tra il paesaggio arido e brullo, simbolo della realtà quotidiana, del presente, e il ricordo luminoso e consolatorio, costituito dalla figura nitida, sincera, ingenua dell’amico. Il poeta non sa dire, ora che l’amico è lontano, se il suo volto sia ancora quello ingenuo e libero d’un tempo o se egli sia come quei nomadi che, fiaccati dal “male di vivere”, sembrano condurre con sé il loro dolore come un talismano.

Se l’interlocutore di molte delle poesie di Montale è una donna, di cui egli vuole conservare il ricordo, in questa lirica il poeta genovese si rivolge a un personaggio maschile. Il ricordo dell’amico gli dà serenità, gli regala un attimo di sollievo dai suoi turbamenti, è come un’oasi che permette al poeta di refrigerarsi e ammirare il cielo sereno.

 Esercizi di analisi del testo

  1. Dopo una prima lettura riassumi brevemente il contenuto informativo della lirica in esame.
  2. Nella prima strofa il poeta esprime, in una serie di immagini simboliche, la sua visione della realtà. Individua tali immagini e commentale.
  3. Il ricordo dell’amico è condensato nel suo viso e nel sorriso, nel quale si manifesta, “libera”, la sua “anima” (v. 6). Spiega in che senso il portare con sé la sofferenza per il male del mondo possa essere “un talismano” (v. 8).
  4. Nell’ultima strofa ricorrono espressioni relative sia alla condizione interiore del poeta, sia alla “pensata effigie” (v. 9). Individua e commenta quelle che ti sembrano più significative.

 

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