Eugenio Montale – La vita

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Eugenio Montale – La vita

 

Eugenio Montale nasce a Genova il 12 ottobre 1896 da famiglia benestante: il padre è comproprietario di una ditta importatrice di prodotti chimici. Trascorre l’infanzia e la giovinezza in Liguria: a Genova, dove inizia gli studi, e a Monterosso, dove trascorre le vacanze estive, presso la villa della famiglia.

Nel 1915 consegue il diploma di ragioniere ma si dedica anche al canto (come baritono) e compone le sue prime poesie. Legge moltissimo, dedicando particolare attenzione alle opere dei poeti simbolisti francesi e degli scrittori delle avanguardie italiane.

Tra il 1917 e il 1918 partecipa alla Prima guerra mondiale, combattendo in Trentino come soldato semplice. Dopo la guerra conosce, a Monterosso, la giovanissima Anna degli Uberti, prima ispiratrice della sua poesia (con lo pseudonimo di Arletta o di Annetta).

A Genova frequenta artisti e scrittori e scrive articoli di letteratura, tra cui Omaggio a Italo Svevo. Politicamente è vicino al liberalsocialismo di Piero Gobetti, la cui casa editrice pubblica nel 1925 la sua prima raccolta di poesie, Ossi di seppia. In seguito all’ascesa del fascismo firma nel 1925 il Manifesto degli intellettuali antifascisti di Benedetto Croce.

Nel 1927 si trasferisce a Firenze, dove qualche anno dopo diventa direttore del Gabinetto scientifico-letterario Vieusseux. Sarà costretto nel 1938 a dimettersi perché rifiuta di iscriversi al partito fascista. Montale collabora alla rivista “Solaria” (fino alla sua soppressione, avvenuta per motivi politici nel 1934) e frequenta il caffè fiorentino delle “Giubbe Rosse”, punto di ritrovo per gli intellettuali e gli artisti (Vittorini, Gadda, De Robertis, Contini, Praz). Tra le influenze di questo periodo spicca la lettura delle poesie di Ezra Pound e di Eliot.

A Firenze, nel 1933 conosce la giovane studiosa americana di origine ebraica Irma Brandeis con la quale instaura un profondo rapporto spirituale, e che sarà la figura femminile protagonista delle Occasioni e della Bufera e altro con lo pseudonimo di Clizia.

Il poeta incontra anche Drusilla Tanzi (detta Mosca), all’epoca moglie del critico d’arte Matteo Marangoni. Con lei convive a partire dal 1939, dopo la morte del marito, ma la sposa solo nel 1963, pochi mesi prima della sua morte. Nel 1939, pubblica la sua seconda raccolta di poesie, Le occasioni.

Trascorre gli anni della Seconda guerra mondiale a Genova, ospitando amici profughi, come Umberto Saba e Carlo Levi. Per breve tempo si impegna sul piano politico si iscrive al Partito d’Azione. È tra i fondatori de Il Mondo, rivista di grande prestigio culturale e di ispirazione liberale e democratica, che dirigerà fino al 1947.

Nel 1946 comincia a collaborare al “Corriere della Sera”, dove – due anni più tardi – viene assunto stabilmente come inviato speciale, redattore e critico letterario. Nel 1951 si trasferisce allora a Milano. Nel 1956 pubblica La bufera e altro e Farfalla di Dinard. In questo periodo conosce la giovane poetessa Maria Luisa Spaziani, cantata in alcuni testi con lo pseudonimo di Volpe (essa rappresenta un amore concreto e sensuale, diverso da quello idealizzato rappresentato da Clizia).

Al ricordo della moglie, morta nel 1963, il poeta dedica gli Xenia, che diverranno nel 1971 la prima sezione di Satura, una delle ultime raccolte poetiche. Nel 1967 viene nominato senatore a vita, e nel 1975 gli viene conferito il Premio Nobel. Muore a Milano nel 1981.

Montale – Oilproject

 

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