Petrarca, Erano i capei d’oro a l’aura sparsi

Petrarca

Francesco Petrarca, Erano i capei d’oro a l’aura sparsi

 

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Erano i capei d’oro a l’aura sparsi

che ‘n mille dolci nodi gli avolgea,

e l’vago lume oltra misura ardea

di quei begli occhi, ch’or ne son sí scarsi;

e ‘l viso di pietosi color’ farsi,

non so se vero o falso, mi parea:

i’ che l’ésca amorosa al petto avea,

qual meraviglia se di súbito arsi?

Non era l’andar suo cosa mortale,

ma d’angelica forma; et le parole

sonavan altro, che pur voce humana.

Uno spirito celeste, un vivo sole

fu quel ch’i’vidi: et se non fosse or tale,

piagha per allentar d’arco non sana.

Metro: sonetto con schema ABBA ABBA CDE DCE.

Parafrasi

I capelli dorati erano sparsi al vento, che li avviluppava in mille boccoli soavi, e la bella luce di quei begli occhi, che ora ne sono così privi, risplendeva con immensa forza;

e mi sembrava che il viso, non so se davvero o solo nella mia immaginazione, si colorasse di pietà;

io, che avevo in cuore l’esca amorosa, c’è da meravigliarsi se subito m’infiammai (d’amore)?

Il suo incedere non era quello di una creatura mortale, ma di un angelo celeste, e dalle parole traspariva altro che una semplice voce umana.

Uno spirito celeste, un sole splendente, fu ciò che io vidi; e se non fosse più come allora, la ferita non si rimargina allentando l’arco.

 

Analisi del testo

In questo sonetto, il novantesimo dei Rerum vulgarium fragmenta, l’immagine di Laura torna a riaffacciarsi nella memoria del poeta in modo chiaro e limpido (incerta la possibile datazione, su un arco cronologico che va dal 1339 fin verso il 1347). Il gioco onomastico “l’aura – Laura” è ricorrente nel Canzoniere petrarchesco. Anche in conseguenza di questi giochi linguistici e semantici, il personaggio di Laura diventa presenza costanza in tutte le pagine dei Rerum vulgarium fragmenta.

La celebrazione della bellezza di Laura si associa al ricordo dell’innamoramento. Il sonetto comincia con la descrizione della donna nei suoi tratti essenziali (vv. 1-6): i capelli d’oro, i “begli occhi” e il viso. I capelli sono mossi da un leggero vento, il volto arrossisce delicatamente e gli occhi di Laura si illuminano “oltre misura”. Il poeta esprime qui l’ideale di bellezza classico e medievale: l’aspetto della ragazza corrisponde al modello della donna-angelo, confermato nei versi successivi (vv. 9-10): “Non era l’andar suo cosa mortale| ma d’angelica forma”. Nei versi 7-8 emerge l’Io poetico, colto nel momento della prima passione: il poeta ha un’indole che lo porta ad amare (“i’ che l’esca amorosa al petto avea”) e, solo alla vista della donna, nasce l’amore per lei. L’Io ricompare ai vv. 12-14, dove il poeta afferma l’ineludibilità dell’amore per la donna, dato che la sua è una ferita insanabile. La potenza dell’amore è tale che, nonostante il trascorrere del tempo e lo sfiorire della bellezza della donna, la ferita da esso provocata non si rimargina. Confluiscono qui i temi più caratteristici del Canzoniere: il senso della caducità del tempo, l’opposizione vita/morte e materialità/trascendenza, l’autoanalisi critica e ossessiva delle proprie passioni più intime.

In questo sonetto Petrarca riprende e rielabora la tradizione stilnovistica e dantesca, soprattutto nella scelta lessicale e nell’uso delle metafore: la descrizione della donna angelicata, l’amore come un fuoco che arde, l’innamoramento come ferita. A differenza della donna amata da Dante, Beatrice, Laura non ha una funzione salvifica, ma può diventare simbolo della poesia stessa attraverso il gioco di parole tra il nome della donna e il lauro poetico. C’è poi un continuo passaggio tra presente e passato, espresso da imperfetti e passati remoti (“arsi” e “vidi”). Il tempo passato è proprio della dimensione del ricordo e della visione di Laura, da una parte con un valore di indefinitezza (l’imperfetto “Erano”, “sonavano”), dall’altra come indicazione precisa di un’azione; il presente invece rappresenta l’incertezza del poeta (v. 6 “non so se è vero o falso”) e l’affermazione finale di amore assoluto, estraneo alla dimensione temporale.

Esercizi di analisi del testo

  1. Indica in quali versi il poeta descrive: la bellezza giovanile di Laura; i sentimenti che traspaiono dal viso della donna; la disposizione del poeta a innamorarsi; la donna come creatura angelica; lo sfiorire della bellezza di Laura; il permanere del sentimento d’amore nel poeta.
  2. Descrivi le caratteristiche di Laura giovane.
  3. Quali aspetti accomunano Laura alle figure femminili dello Stilnovismo e di Dante e quali la differenziano?
  4. Qual è il registro linguistico della poesia?
  5. Individua le figure retoriche presenti.
  6. Quali sono le caratteristiche metriche della poesia? (strofe, versi, rime, assonanze, consonanze, enjambement).

Francesco Petrarca

 

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