D’Annunzio, Le Laudi – Alcyone

Gabriele_D'Annunzio

D’Annunzio, Alcyone

 

Le Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi

Tra il 1899 e il 1916 D’Annunzio progetta il più ambizioso programma della sua lirica: le Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi. La raccolta comprende quattro libri, che prendono il nome dalla costellazione delle Pleiadi, le mitiche figlie di Atlante che Giove trasformò in stelle: Maia, Elettra, Alcyone, Merope; un quinto libro, Asterope, è a parte e celebra le vicende della Grande Guerra; altri due libri progettati, Taigete e Celeno, non sono realizzati.

Il primo libro delle Laudi, intitolato Maia, è pubblicato nel 1903; la sua struttura è relativamente semplice e riflette l’ordine cronologico della stesura dei versi. Fatta eccezione per le due liriche iniziali, dedicate rispettivamente a Ulisse e a Pan, che fungono da proemio a tutte le Laudi, Maia è interamente costituita dal lungo poema Laus vitae: 8400 versi ineguali. Laus vitae è composta di getto a Settignano in pochi mesi di intensissimo lavoro nella primavera del 1903. Presupposto del poema è un dato autobiografico: il viaggio in Grecia compiuto dal poeta nell’estate del 1895. Il viaggio, che porta il poeta ad Itaca, Patrasso, Olimpia, Delfi, si trasfigura nell’opera in un itinerario allegorico-morale che attraverso la rievocazione dei grandi personaggi del mito e della storia approda infine alla comprensione del valore della solitudine eroica (caratteristica del superuomo). Nel testo si canta la gioia di vivere come esuberanza sensuale, come libero disfrenarsi dei sensi.

Elettra è il libro in cui si celebrano gli eroi e si esalta la grandezza e la bellezza dell’eroismo. Si tratta di poesia enfatica, declamatoria, vuota, ad uso e consumo delle classi egemoni italiane ed europee che già stanno scatenando quella politica di potenza che porterà alla Prima Guerra Mondiale. Fanno eccezione a questo giudizio le 25 liriche della fine del libro, dedicate alle città del silenzio, le città d’Italia fra Medioevo e Rinascimento, piene di tesori di storia e testimoni di una civiltà che può rinascere (Ferrara, Pisa, Ravenna).

Alcyone.

Il terzo libro delle Laudi, è considerato il capolavoro della poesia dannunziana. Fu scritto tra il giugno del 1899 e il novembre del 1903 e pubblicato alla fine del 1903. La raccolta descrive un itinerario che va dal giungere dell’estate alla sua fine. Alcyone racconta un’estate, reale, vissuta dal suo primo annunciarsi, nel mese di giugno, tra gli ulivi dei colli di Fiesole, fino al suo lento dissolversi, a settembre, sulle spiagge della Versilia. All’estate della realtà si intreccia poi la stagione del mito, della metamorfosi della natura.

Uno dei temi centrali di Alcyone è quello del “panismo”, ovvero della fusione con la natura, che si spinge fino alla metamorfosi vegetale dell’uomo, che si fonde in essa, si disperde nella calura, si immerge e si compenetra nel tutto. Viceversa, la natura assume fattezze umane, sembianze femminili, con un chiaro parallelismo tra la natura e la donna. Il rapporto intimo del poeta con la natura è rivissuto attraverso il recupero del mito che, reinterpretato, sembra capace di restituirle l’originaria vitalità, lontano dalle contaminazioni della civiltà. La poesia e il suo linguaggio sono il mezzo con cui il poeta intende recuperare un rapporto autentico con il mondo naturale, riproducendone il linguaggio e la musicalità, interpretando e riproducendo con le parole il suo misterioso linguaggio. L’immersione nella natura è resa con immagini, sensazioni, emozioni, suoni, profumi carichi di sensualità e di forza vitale.

Dopo la fase eroica di Maia e l’impegno civile di Elettra, nell’Alcyone il superuomo vive un momento di tregua. La contemplazione della natura è vissuta come fonte di rigenerazione e di nuova ispirazione poetica.

Il poeta ordinò le 88 liriche in un’architettura rigorosa, elaborata a posteriori, su materiali eterogenei nati in occasioni diverse.

Due miti legati, entrambi al tema della metamorfosi, sono alla base della scelta del titolo:

  • Alcyone, una delle Pleiadi, le sette figlie di Atlante e dell’oceanina Pleione, che per sfuggire Orione, innamoratosi di loro, furono trasformate nella costellazione delle Pleiadi.
  • Secondo un altro mito Alcyone, figlia di Eolo, sposò Ceice, re di Trachinia nella Ftiotide, ma egli annegò e Alcione, disperata, si buttò in acqua. Gli dei, impietositi, mutarono entrambi negli uccelli marini detti, appunto, alcioni.

Merope (1912) e Asterope (1916) raccolgono le canzoni scritte rispettivamente per la guerra di Libia e per la Prima guerra mondiale; sono opere che hanno avuto grande importanza dal punto di vista propagandistico. I temi dominanti sono l’esaltazione della guerra e della forza.

 

 

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