D’Annunzio, Andrea Sperelli incontra Elena

spinelli

D’Annunzio, Andrea Sperelli incontra Elena

L’ardore era sincero, mentre le parole talvolta mentivano.

 

Andrea Sperelli, dopo aver rievocato il suo recente incontro con Elena, nel corso del quale l’ha invitata a raggiungerlo a casa propria, aspetta l’amante. L’amore per Elena, che egli sente di aver perduto, lo rende ansioso.

La sua personalità narcisistica, caratterizzata ormai inestricabilmente dall’artificio, lo induce a pensare di poter supplire, con le belle forme e con la raffinatezza all’assenza di autentici sentimenti.

Ma il momento si approssimava. L’orologio della Trinità de’ Monti suonò le tre e tre quarti. Egli pensò, con una trepidazione profonda: “Fra pochi minuti Elena sarà qui. Quale atto io farò accogliendola? Quali parole io le dirò?”.

L’ansia in lui era verace e l’amore per quella donna era in lui rinato veracemente; ma la espressione verbale e plastica de’ sentimenti in lui era sempre così artificiosa, così lontana dalla semplicità e dalla sincerità, che egli ricorreva per abitudine alla preparazione anche ne’ più gravi commovimenti dell’animo.

Cercò d’imaginare la scena; compose alcune frasi; scelse con gli occhi intorno il luogo più propizio al colloquio. Poi anche si levò per vedere in uno specchio se il suo volto era pallido, se rispondeva alla circostanza. E il suo sguardo, nello specchio, si fermò alle tempie, all’attaccatura dei capelli, dove Elena allora soleva mettere un bacio delicato. Aprì le labbra per mirare la perfetta lucentezza dei denti e la freschezza delle gengive, ricordando che un tempo ad Elena piaceva in lui sopra tutto la bocca. La sua vanità di giovine viziato ed effeminato non trascurava mai nell’amore alcun effetto di grazia o di forma. Egli sapeva, nell’esercizio dell’amore, trarre dalla sua bellezza il maggior possibile godimento. Questa felice attitudine del corpo e questa acuta ricerca del piacere appunto gli cattivavano l’animo delle donne. Egli aveva in sé qualcosa di Don Giovanni e di Cherubino: sapeva essere l’uomo di una notte erculea e l’amante timido, candido, quasi verginale. La ragione del suo potere stava in questo: che, nell’arte di amare, egli non aveva ripugnanza ad alcuna finzione, ad alcuna falsità, ad alcuna menzogna. Gran parte della sua forza era nella ipocrisia.

“Quale atto io farò accogliendola? Quali parole io le dirò?”. Egli si smarriva, mentre i minuti fuggivano. Egli non sapeva già con quali disposizioni Elena sarebbe venuta. […]

Elena è finalmente giunta e ha iniziato a preparare il tè.

Ella taceva, tutta raccolta in sé. Mentre il suo cuore quasi traboccava, ella godeva accumularvi ancora col silenzio la commozione. Parlando, ella l’avrebbe dispersa.

Il vaso dell’acqua incominciò a levare il bollore pianamente.

Andrea su la sedia bassa, tenendo il gomito poggiato al ginocchio e il mento nella palma, guardava ora la bella creatura con tale intensità ch’ella, pur non volgendosi, sentiva su la sua persona quella persistenza e ne aveva quasi un vago malessere fisico. Andrea, guardandola, pensava: “Io ho posseduta questa donna, un giorno”. Egli ripeteva a se stesso l’affermazione, per convincersi; e faceva, per convincersi, uno sforzo mentale, richiamava alla memoria una qualche attitudine di lei nel piacere, cercava di rivederla fra le sue braccia. La certezza del possesso gli sfuggiva. Elena gli pareva una donna nuova, non mai goduta, non mai stretta.

Ella era, in verità, ancor più desiderabile che una volta. L’enigma quasi direi plastico della sua bellezza era ancor più oscuro e attirante. La sua testa dalla fronte breve, dal naso diritto, dal sopracciglio arcuato, d’un disegno così puro, così fermo, così antico, che pareva essere uscita dal cerchio d’una medaglia siracusana, aveva negli occhi e nella bocca un singolar contrasto di espressione: quell’espression passionata, intensa, ambigua, sopraumana, che solo qualche moderno spirito, impregnato di tutta la profonda corruzione dell’arte, ha saputo infondere in tipi di donna immortali come Monna Lisa e Nelly O’Brien.

“Altri ora la possiede”  pensava Andrea, guardandola. “Altre mani la toccano, altre labbra la baciano”. E, mentre egli non giungeva a formar nella fantasia l’imagine dell’unione di sé con lei, vedeva nuovamente invece, con implacabile precisione, l’altra imagine. E una smania l’invadeva, di sapere, di scoprire, d’interrogare, acutissima.

Elena s’era chinata al tavolo, poiché il vapore fuggiva, per la commessura del coperchio, dal vaso bollente. Versò appena un po’ d’acqua sul tè; poi mise due pezzi di zucchero in una sola tazza; poi versò sul tè altra acqua; poi spense la fiamma azzurra. Ella fece tutto questo con una cura quasi tenera, ma senza mai volgersi ad Andrea. L’interno tumulto risolvevasi ora in un intenerimento così molle ch’ella si sentiva chiudere la gola e inumidire gli occhi; e non poteva resistere. Tanti pensieri contrarii, tante contrarie agitazioni e alterazioni dell’animo si raccoglievano ora in una lacrima.

Ella, per un gesto, urtò il portabiglietti d’argento, che cadde sul tappeto. Andrea lo raccolse, e guardò le due giarrettiere incise. Portava ciascuna un motto sentimentale: From Dreamland – A stranger hither; Dal Paese del Sogno – Straniera qui.

Com’egli levava gli occhi, Elena gli offerì la tazza fumante, con un sorriso un poco velato dalla lacrima.

Vide egli quel velo; e innanzi a quell’inaspettato segno di tenerezza fu invaso da un tale impeto d’amore e di riconoscenza che posò la tazza, s’inginocchiò, prese la mano d’Elena, sopra vi mise la bocca.

– Elena! Elena!

Le parlava a voce bassa, in ginocchio, così da vicino che pareva volesse beverne l’alito. L’ardore era sincero, mentre le parole talvolta mentivano.

Analisi del testo.

Andrea Sperelli, protagonista del romanzo, attende Elena, la donna amata, che l’ha abbandonato per sposare un lord inglese, nella speranza di poter riallacciare una relazione amorosa con lei. Il suo stato d’animo è ansioso. Egli la ama veramente. Tuttavia l’unica cosa che riesce a fare è pensare a come accoglierla, a quali parole rivolgerle (Quale atto io farò accogliendola? Quali parole io le dirò? ripete tra sé e sé), come se la scelta delle forme con cui ricevere la donna fosse decisiva. Dopo aver studiato il luogo più propizio al colloquio, si pone davanti ad uno specchio, in narcisistica contemplazione della propria bellezza. La sua natura di giovane effeminato e viziato lo induce a curare in modo particolare la forma, abituato com’è a pensare che, anche in amore, l’artificio e la finzione siano un sicuro strumento di potere. Il culto della bellezza e quello del piacere gli fanno riscuotere il favore di molte donne, ma non sembrano in grado di fargli riconquistare Elena.

Nel brano che segue, Andrea è come affascinato e impotente di fronte alla raffinata bellezza di Elena. Entrambi tacciono, durante la preparazione del tè. Andrea la guarda la donna con intensità e i suoi pensieri vanno a quando era sua. Quel che egli cerca di rievocare è precisamente il possesso fisico ed il godimento erotico. Egli la desidera ancor più di allora, ma diviene nella sua mente soverchiante l’idea che ormai Altri ora la possiede. Mentre la donna con gesti eleganti prepara la bevanda, prova dentro di sé sentimenti contrastanti, che fanno luccicare i suoi occhi. Ella urta un portabiglietti d’argento, che cade a terra, che Andrea raccoglie. Vi sono incise parole significative: From Dreamland – A stranger hither; Dal Paese del Sogno – Straniera qui. Andrea vede una lacrima negli occhi di Elena, e intravede uno spiraglio di speranza. Le parla, inginocchiato, spinto dalla passione, ma le sue parole, come al solito, non sono del tutto sincere.

Comprensione e analisi del testo

  1. Qual è lo stato d’animo del protagonista mentre attende Elena?
  2. L’autore descrive alcuni comportamenti che rivelano l’indole del protagonista: quali tratti psicologici lo caratterizzano Andrea?
  3. In che modo ti sembra che Andrea viva l’amore?
  4. Andrea osserva attentamente Elena: quali sono le sue riflessioni?
  5. Da Andrea l’attenzione del narratore si sposta su Elena: quali elementi caratterizzano la sua bellezza?
  6. L’incontro è caratterizzato da gesti e atteggiamenti, in un’atmosfera tesa e silenziosa: analizza gesti e comportamenti di Andrea ed Elena: quale stato d’animo caratterizza i protagonisti della scena descritta?
  7. 7.    L’autore fa uso di parole ricercate o di grafia desueta. Individuane alcune e spiega la motivazione di tale scelta espressiva.
  8. Il romanzo descrive, a partire dal suo protagonista, una società dell’apparire e non dell’essere. Svolgi una tua riflessione personale sull’effettiva possibilità di rapporti autentici e sinceri tra le persone.
  9. Delinea in un breve testo le caratteristiche di Andrea Sperelli, facendo riferimento al brano antologizzato.
  10. Andrea è incapace di espressioni e sentimenti veramente autentici e sinceri. Che cosa pensi di queste sue caratteristiche?

 

 

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