Contro il principio di autorità

abiuraIlluminismo: Contro il principio di autorità

 

L’Illuminismo sottopose a critica, in nome della ragione, ogni forma di opinione e conoscenza ricevuta dalla tradizione.

Gli illuministi si proponevano di liberare l’umanità dagli errori, dai pregiudizi e dalle superstizioni, di esaminare criticamente ogni aspetto della vita civile, rifiutando le autorità basate sulla tradizione.

Per gli Illuministi intelletto e ragione sono i presupposti della conoscenza scientifica, basata sull’esperienza e sulla razionalità. La conoscenza scientifica aveva fatto importanti progressi già nel Seicento, attraverso l’opera di grandi pensatori come Galileo Galilei (1564-1642) e René Descartes, detto Cartesio (1596-1650).

Galileo aveva affermato che conoscere significa soprattutto fare esperienza. Il metodo sperimentale adottato da Galileo si basava su tre elementi:

  • osservazione di un fenomeno (il movimento dei pianeti, il comportamento dell’organismo colpito da una malattia, l’andamento delle correnti marine, ecc…);
  • formulazione di un’ipotesi logica circa il suo funzionamento;
  • verifica di tali ipotesi attraverso opportuni esperimenti che dovevano avvalersi di una precisa misurazione matematica.

L’Illuminismo fu influenzato anche dal razionalismo di Cartesio, di cui riprendeva l’esigenza di “chiarezza e distinzione” delle idee, estendendo il criterio dell’evidenza a tutti i campi del sapere, in contrasto con il tradizionale principio d’autorità.

Cartesio aveva affermato che la ragione (cioè la razionalità) è la più importante tra le facoltà dell’uomo, quella che lo distingue da tutti gli altri esseri viventi. Nessuno strumento di conoscenza è potente come la ragione, ma ogni conoscenza vera comincia proprio mettendo in dubbio le proprie certezze rimettendole in discussione. L’affermazione di queste idee mise in crisi il principio di autorità, per cui una cosa doveva essere giudicata vera o giusta perché ritenuta tale da un’autorità scientifica, religiosa o politica.

Gli illuministi pensarono che la venerazione acritica per l’autorità fosse sbagliata: conoscere, per loro, significava mettere in discussione ogni presunta verità, riesaminandola in base ai metodi della conoscenza scientifica. Pertanto i principi religiosi, le certezze morali, le teorie scientifiche, le norme giuridiche, gli usi e costumi tradizionali furono sottoposti al vaglio della ragione.

 

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