Anafora, chiasmo, climax
Anafora
Consiste nella ripetizione di una parola all’inizio di due o più versi.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su le nostre mani
ignude;
su i nostri vestimenti
leggieri
su i freschi pensieri
(G. D’Annunzio, La pioggia nel pineto)
Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno
Cattivo come il tempo
Quando il tempo e cattivo
Questo amore così vero
Questo amore così bello
Così felice
Così gioioso
Così irrisorio
(J. Prevert, Questo amore)
Chiasmo
Consiste nel disporre in modo incrociato di termini o frasi. Esempio: fiori profumati, piacevoli brezze (sostantivo + aggettivo / aggettivo + sostantivo); Amava la vita, la morte temeva (Predicato + complemento / complemento + predicato)
Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori,
le cortesie, l’audaci imprese io canto,
(Ariosto, Orlando Furioso, vv 1-2)
Fuggì tutta la notte e tutto il giorno
errò senza consiglio e senza guida,
non udendo o vedendo altro d’intorno,
che le lagrime sue, che le sue strida.
(T. Tasso, Gerusalemme liberata, C. VII, vv 17-20)
– Bei cipressetti, cipressetti miei,
fedeli amici d’un tempo migliore,
oh di che cuor con voi mi resterei –
guardando io rispondeva – oh di che cuore!…
(G. Carducci, Davanti San Guido)
Climax (ascendente e discendente)
Consiste nell’ordinare i concetti in modo che dall’uno si passi all’altro come per gradi. Può essere ascendente o discendente. Esempi: Vengo, corro, mi precipito. Mi presti cinque, magari cinquanta, o meglio cinquecento euro? (ascendente). Urlò, parlò, bisbigliò. Mi basterebbe un milione, cinquecentomila… anche cento euro (discendente).
Un corriero è salito in arcioni;
prende un foglio, il ripone, s’avvia,
sferza, sprona, divora la via;
ogni villa si desta al rumor.
(A. Manzoni, Il Conte di Carmagnola)
Già il mostro, conscio di sua metallica
anima, sbuffa, crolla, ansa, i fiammei
occhi sbarra;…
(G. Carducci, Alla stazione in una mattina d’autunno)
La terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
(G. Pascoli, Il lampo)
Solo una nota
Ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
(G. D’Annunzio, La pioggia nel pineto)
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