Il Verismo.

Il Verismo.

 

In Italia, dopo l’unità, in particolare a Milano che era la città più sviluppata sul piano economico e culturale, furono accolte con favore le idee del Positivismo e, sul piano letterario, del Naturalismo.

Ne nacquero il movimento di avanguardia letteraria della Scapigliatura e quello del Verismo. Gli Scapigliati, che si caratterizzavano per la loro violenta polemica antiromantica, esprimevano il disagio di larga parte della borghesia più progressista e degli intellettuali risorgimentali di fronte al modo con cui si stava costruendo l’Italia unita. Essi miravano a sconvolgere il tranquillo, stagnante ambiente culturale e letterario, a sprovincializzarlo e a rinnovarlo mettendolo al passo con i tempi. Per fare ciò utilizzavano le novità introdotte dal Naturalismo con una accentuazione che può essere considerata di carattere decadente: essi non solo descrivevano la realtà, ma di essa ricercavano gli aspetti più sgradevoli, con la consapevole intenzione di scandalizzare il pubblico.

Il Verismo avviò una produzione letteraria fortemente innovativa nei contenuti e nelle forme, accogliendo alcuni dei principi basilari del Naturalismo francese come l’attenzione sistematica all’ambiente, l’osservazione rigorosa delle passioni umane, il desiderio di dare alla letteratura strumenti metodologici appropriati. Esso tuttavia assunse caratteristiche peculiari, legate al ritardo dello sviluppo economico e del processo di industrializzazione in Italia e alla delusione, dopo l’Unità, delle aspettative degli intellettuali risorgimentali.

Gli scrittori veristi privilegiarono l’interesse per la vita delle plebi contadine nelle diverse realtà regionali, mentre punto di riferimento del Naturalismo era la realtà urbana e industriale. Mentre il Naturalismo credeva nel progresso e nella possibilità del “riscatto sociale”, il Verismo aveva una visione pessimistica e conservatrice. Il progresso era visto come un dato inevitabile ma sostanzialmente negativo, perché disgregava realtà sociali e familiari povere sul piano economico ma ricche sul piano dei valori. Verga e Capuana non credono alla possibilità di un riscatto sociale delle masse.

Un elemento distintivo del Verismo è costituito dal linguaggio usato, caratterizzato dalla forte compenetrazione ed adesione alla realtà rappresentata e dalla presenza di termini dialettali.

Luigi Capuana (1839-1915), che viene considerato il principale teorico del Verismo, si batté per la diffusione in Italia dei principi narrativi del Naturalismo francese, in particolare l’osservazione analitica della vita nelle sue manifestazioni concrete, la ricostruzione dettagliata degli ambienti e dei contesti socio – economici, il criterio dell’impersonalità della narrazione. Capolavoro di Capuana è Il marchese di Roccaverdina (1901), che narra le segrete inquietudini e i rimorsi di un nobile egoista, che sfociano in allucinazione e follia, con un realismo descrittivo accompagnato da un’acuta analisi psicologica.

 

 

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