Ungaretti, la poetica e le opere

Ungaretti

Ungaretti, La poetica e le opere

 

La formazione

La formazione di Ungaretti avviene dapprima in Egitto, in un ambiente vitale e suggestivo. Poi il poeta entra a contatto con il fervido clima culturale e artistico della Parigi delle avanguardie, in cui convergono le innovative esperienze di molti dei più grandi intellettuali dell’epoca, destinate a diventare punto di riferimento dell’intera cultura europea.

La dialettica tra via e morte

La sua maturazione umana e poetica è profondamente segnata dalla Prima Guerra mondiale, a contatto diretto con la violenza, con il dolore e con la morte. Da questa esperienza scaturisce il nucleo essenziale della sua poesia: il dolore o la morte non annullano la gioia di vivere, la speranza e la capacità di ricominciare. La poesia di Ungaretti ha come cardini la dialettica fra la vita e la morte, fra il dolore e l’allegria. Le esperienze vissute dal poeta in prima persona assumono carattere universale, riguardano cioè tutti gli uomini.

L’analogia

La poesia di Ungaretti è dono e ricerca: essa è il manifestarsi di un “momento di grazia” che illumina un frammento di verità, quella verità di cui il poeta si fa cercatore. Ungaretti non crede nelle filosofie razionali e cerca di cogliere la realtà attraverso una poetica che s’incentri sull’analogia, cioè sul rapido congiungimento di ordini fenomenici diversi, di immagini fra loro molto lontane che la coscienza comune non metterebbe insieme.

L’Allegria.

L’Allegria (1931) è il titolo definitivo assunto dalla raccolta Allegria di naufragi (1919), il cui nucleo originario è costituito dalle poesie di Il porto sepolto (1916). L’Allegria fu sottoposta a numerose rielaborazioni, aggiunte e varianti, fino all’edizione definitiva del 1942.

Tema fondamentale dell’Allegria è quello della guerra, cui il poeta partecipò in prima persona. I versi di Ungaretti scoprono nella guerra la solitudine e la fragilità della sorte umana, che proprio nel momento della sofferenza fanno emergere il senso di fratellanza e di solidarietà che istintivamente legano ciascun uomo. Nel momento del più elevato rischio, quando la condizione umana sfiora di continuo la morte, tanto più forte si fa l’attaccamento alla vita e il desiderio “religioso” di armonia con l’universo, il senso di primordiale innocenza che sembrava irrimediabilmente perduto.

La prima esile raccolta di liriche, Il Porto Sepolto, comprende le poesie scritte al fronte durante la prima guerra mondiale, per ognuna delle quali l’autore ha indicato la data e il luogo di composizione. Il nucleo originario è costituito dalle poesie scritte quasi tutte in trincea, annotate su pezzi di carta, e sono prevalentemente legate all’esperienza dolorosa della guerra. Il porto sepolto cui allude il titolo della prima raccolta è l’antico, mitico porto sommerso di Alessandria. La poesia di apertura, che ha lo stesso titolo, è al tempo stesso una dichiarazione di poetica: il poeta è colui che si immerge fino al porto sepolto, “ciò che di segreto rimane in noi indecifrabile”, ritornando alla luce con i propri versi. La metaforica discesa fino al porto sepolto è un’immersione che si spinge a ritrovare il nucleo nascosto, irriducibile di se stessi. C’è un “segreto” che non sarà mai possibile sciogliere, ma il poeta può capire qualche cosa di più, e deve restituire agli altri i frammenti di verità che è giunto a conoscere, lasciando una traccia misteriosa, quasi invisibile, e tuttavia inesauribile.

Il titolo successivo, Allegria di naufragi, fa riferimento alla drammaticità della guerra ma anche, più in generale, alla vita, costellata da tutta una serie di naufragi, di sconfitte, di delusioni, di tragedie. Da ogni sconfitta bisogna però risollevarsi e ricominciare da capo. L’allegria rappresenta, appunto, la forza vitale insita nell’uomo, capace di risollevarsi e riprendere il cammino. Il titolo richiama anche il leopardiano “naufragar” de L’infinito. La poesia che dà il titolo alla raccolta presenta un altro tema centrale, quello del viaggio, dell’uomo naufrago che sa risollevarsi e riprendere il cammino (E subito riprende /il viaggio/ come/ dopo il naufragio/ un superstite/ lupo di mare), del nomade alla ricerca della propria identità primigenia.

Nell’Allegria la metrica tradizionale si disgrega, scompare la punteggiatura, il verso si spezza e si frantuma. La brevità del verso mette in evidenza la parola poetica, che fa riemergere dal fondo della memoria momenti di vita intensamente vissuti, immagini e frammenti di verità che, ripescati dal vuoto e dal nulla, nella loro essenzialità assumono un senso profondo.

Il significato della parola è sottolineato, quasi scolpito, dal rapporto tra la parola scritta e il bianco della pagina, all’interno della quale molte volte essa viene isolata, con l’effetto di farla emergere da un “illimitato silenzio” e di farle assumere un valore di eccezionale pregnanza, circondandola di un alone magico e sacro.

La poesia è illuminazione istantanea che tende ad esaltare l’essenzialità delle parole, che non sono quelle letterarie, ma del linguaggio di tutti, accostate per analogia per cogliere significati nuovi e segrete corrispondenze. Il verso scarnificato si compone spesso di poche sillabe, l’uso degli spazi bianchi, delle pause di silenzio, obbligano a una lettura lenta, scandita e suggeriscono sensazioni, immagini, sentimenti.

Sentimento del Tempo

Il titolo della seconda raccolta allude al sentimento del rapido fluire del tempo, della vita che scorre veloce, del destino di provvisorietà dell’uomo. Non troviamo più i frammenti di vita vissuta in trincea, ma meditazioni sul tempo che fugge inesorabile, sulla memoria, sulle persone amate, sulla morte, sui miti, su Dio e l’eterno.

Con Sentimento del Tempo, Ungaretti orienta la sua poetica e il suo stile verso il recupero della tradizione aulica e di una forma più ricca ed esuberante, adottando metri classici come l’endecasillabo; anche il discorso acquista un respiro più ampio, mentre si fa più intensa la componente religiosa della sua poesia.

Qui il poeta ha consapevolezza che il tempo è cosa effimera rispetto all’eterno (la riflessione è molto vicina ai temi della religione). La poesia aspira a dar voce ai conflitti eterni, a interrogativi drammatici: solitudine e ansia di una comunicazione con gli altri, rimpianto di un’innocenza perduta e ricerca di un’armonia col mondo.

Il dolore

Il dolore contiene 17 liriche dedicate al figlio e altre poesia di contenuto storico (sulla II guerra mondiale). Qui il discorso diventa più composto, quasi rasserenato. Toni e parole paiono affiorare da un’alta saggezza raggiunta al prezzo di una drammatica sofferenza. Il poeta esprime una inappagata ma inesauribile tensione alla pace e all’amore universali. Nel Dolore la riflessione sulle sventure personali si intreccia a quella sulle sofferenze universali in un unico tragico senso dell’esistenza.

La ultime raccolte e Vita di un uomo

Nelle ultime raccolte, la prospettiva cambia ancora in senso più intimista e Ungaretti, ormai vecchio, medita su se stesso e tenta un bilancio complessivo della propria esperienza di uomo e di poeta.

I versi di Ungaretti sono riuniti nel volume Vita di un uomo. Tutte le poesie, che uscì l’anno prima della morte dello scrittore.

 

 

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