Dante, Ulisse e il viaggio come ricerca

Ulisse

Divina Commedia

Dante, Ulisse e il viaggio come ricerca.

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“fatti non foste a viver come bruti, / ma per seguir virtute e canoscenza”

Cerchio VIII – Bolgia 8 – Canto XXVI.

 

Il viaggio di Dante e il viaggio di Ulisse

La Divina Commedia è una storia d’avventura, la narrazione di un drammatico viaggio pieno di pericoli e d’insidie. E all’interno di questo viaggio troviamo un altro memorabile viaggio, quello di Ulisse, alla ricerca, come Dante, di una via che lo porti alla conoscenza ed alla virtù, pur in una prospettiva radicalmente diversa e destinata al fallimento in quanto in contrasto con la volontà divina. Ulisse sfida la divinità, osa spingersi oltre quanto è consentito da Dio e per questo è destinato al fallimento ed alla sconfitta. Eppure la figura di Ulisse ci appare oggi come quella di colui che esorta i compagni con le parole “fatti non foste a viver come bruti…” che evidenziano un tratto peculiare dell’uomo, che ci richiama a comportarci conformemente alla nostra natura di uomini.

I consiglieri fraudolenti

Dante inveisce contro Firenze, tanto rappresentata nella bolgia dei ladri, e predice alla sua città terribili castighi, che si augura giungano presto su di lei. Dante e Virgilio si inoltrano nell’ottava bolgia, che si presenta con l’aspetto di una vallata piena di lucciole in un crepuscolo estivo: sono in realtà i consiglieri fraudolenti, le cui anime sono contenute in innumerevoli fiammelle.

Ulisse e Diomede

Dante chiede chi si nasconda in una fiamma biforcuta che ha attirato il suo sguardo. Virgilio dice trattarsi di Ulisse e Diomede che sono puniti insieme così come insieme idearono l’inganno del Cavallo di Troia, l’inganno per smascherare Achille nascosto sotto abiti femminili ed il furto del Palladio, che rendeva Troia inespugnabile.

L’ultimo viaggio di Ulisse

Per bocca di Virgilio Dante interroga una delle due anime. Ulisse, la punta più alta della fiamma (lo maggior corno della fiamma antica), vibrando come mossa dal vento, come se fosse una lingua a parlare, iniziò a raccontare l’ultima sua impresa, che lo condusse alla morte. L’ardente desiderio di conoscenza lo spinse a tentare l’esplorazione dell’Oceano sconosciuto: oltrepassate le Colonne d’Ercole, limite invalicabile della terra conosciuta, Ulisse e i suoi compagni, dopo molti mesi, intravidero un’altissima montagna ed esultarono, ma improvviso un turbine si abbatté sulla nave che, travolta, s’inabissò.

Le tematiche

□   La figura di Ulisse.

□   Il viaggio.

□   Virtù e conoscenza.

Le sequenze:

□   Prima sequenza: in cui Dante inveisce contro Firenze e predice alla sua città terribili castighi (1-12).

□   Seconda sequenza: in cui è descritta l’VIII bolgia e la pena dei fraudolenti. (13-48).

□   Terza sequenza: in cui è descritto l’incontro con la fiamma biforcuta di Ulisse e Diomede. (49-84)

□   Quarta sequenza: in cui Ulisse racconta il suo ultimo viaggio. (85-142).

Dannati:

Consiglieri fraudolenti.

Pena:

Il fondo della bolgia è paragonato ad un paesaggio di campagna estiva pieno di lucciole. Infatti risplende di tante fiammelle, in ognuna delle quali brucia un peccatore le cui sembianze sono nascoste alla vista.

Contrappasso:

Come in vita i consiglieri di frodi agirono per vie sotterranee, così ora sono irriconoscibili nella lingua di fuoco. Ciò che Dante pone in risalto è la lingua associata al fuoco: questi peccatori, infatti, si servirono della propria eloquenza per un fine sbagliato.

Personaggi:

Ulisse e Diomede.

 

 

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