Ugo Foscolo, A Zacinto

zacinto

Ugo Foscolo, A Zacinto

Composto fra il settembre 1802 e gli inizi d’aprile del 1803, quando Foscolo era esule da Venezia in seguito al Trattato di Campoformio, e pubblicato per la prima volta nel corso di quest’ultimo anno, questo sonetto fonde i dati della cultura e del gusto del tempo (cioè l’orientamento neoclassico) con la “materia affettiva”, con i sentimenti più profondamente vissuti dal poeta.

 

[1] più mai toccherò le sacre sponde[2]

ove il mio corpo fanciulletto giacque[3],

Zacinto mia, che te specchi nell’onde

del greco mar[4] da cui vergine[5] nacque

 

Venere, e fea[6] quelle isole feconde

col suo primo sorriso, onde non tacque[7]

le tue limpide nubi e le tue fronde

l’inclito verso di colui[8] che l’acque

 

cantò fatali[9], ed il diverso esiglio[10]

per cui bello di fama e di sventura[11]

baciò la sua petrosa[12] Itaca Ulisse.

 

Tu non altro che il canto[13] avrai del figlio[14],

o materna mia terra; a noi prescrisse

il fato illacrimata sepoltura[15].


[1] Né: e non

[2] sacre sponde: le rive, sacre, della patria

[3] giacque: si è posato, è nato e vissuto da fanciullo

[4] greco mar: il mar Jonio, detto greco a richiamare la tradizione classica

[5] vergine: giovinetta, adulta; secondo il mito Venere nasce dalle acque del mare

[6] fea: rese feconde quelle isole con il suo  primo sorriso; Venere è dea dell’amore e della forza fecondatrice della natura

[7] onde non tacque…fronde: di conseguenza non poté che parlare delle tue bianche nubi e della tua rigogliosa vegetazione

[8] l’inclito verso: l’illustre verso (di Omero: colui che. L’acque…)

[9] acque fatali: viaggi per mare voluti dal destino

[10] diverso esiglio: esilio che volge in diverse direzioni, ma qui Foscolo potrebbe riferirsi alla conclusione dell’esilio di Ulisse, diversa da quella  del proprio

[11] bello di fama e di sventura: carico di fama e fascino per le sue sventure

[12] petrosa: arida

[13] non altro che il canto: nient’altro che il canto poetico

[14] figlio: si riferisce a Foscolo in quanto metaforicamente figlio dell’isola

[15] illacrimata sepoltura: sepoltura in terra straniera, priva del pianto e degli affetti dei propri cari

Analisi del testo

zacintoIl poeta descrive l’isola natale Zacinto mediante il ricorso ad elementi mitologici che sono vissuti dal poeta come elementi della propria esperienza umana: Foscolo interpreta il mito di Ulisse in una dimensione autobiografica. E’ questa la dimensione con la quale il sonetto si conclude, e l’ossessione della morte in esilio e illacrimata lo collega al sonetto In morte del fratello Giovanni.

Il sonetto ha una struttura circolare: inizia e si conclude con versi che pongono in primo piano la condizione del poeta; essa è sottolineata dalla simmetria fra i due vocativi: v. 3 <<Zacinto mia>>, v. 13 <<o materna mia terra>>). La parte centrale del sonetto (9 versi su 14), dedicata a una tematica mitologico-classica, si sviluppa con un procedimento a incastro: Zacinto suggerisce il ricordo di Venere, Venere quello di Omero, Omero quello di Ulisse, Ulisse quello di Itaca.

omeroQuesta successione non è puramente rievocativa ma è strettamente connessa al rapporto che il poeta stabilisce tra Ulisse e se stesso e tra Zacinto e Itaca. Un rapporto che è di somiglianza ma anche di differenza: Foscolo aspira al ritorno a Zacinto come Ulisse ad Itaca, ma contrariamente a questi non realizzerà questa aspirazione; il suo esilio è in questo senso diverso da quello di Ulisse.

I riferimenti mitologici quindi si legano al vissuto del poeta: nel neoclassicismo di Foscolo, si intrecciano la suggestione letteraria e l’esperienza biografica, il dato culturale e quello sentimentale. Oltre al rapporto esplicito Foscolo/Ulisse, ve n’è uno implicito Foscolo/Omero: Omero è stato il cantore del ritorno di Ulisse, Foscolo è il cantore del non ritorno, del mancato ricongiungimento con la <<materna terra>>.

Sostitutivo di questo mancato ricongiungimento è la poesia (il <<canto>>). Particolare attenzione merita il v.10, <<bello di fama e di sventura>>, riferito ad Ulisse/Foscolo; in esso viene data un’efficace e suggestiva definizione dell’eroe romantico: dalla lotta contro il destino avverso, dalla “sventura” derivano la sua superiorità rispetto all’uomo comune e il suo fascino.

Esercizi

  1. La struttura dei versi centrali (vv. 6-11) è particolarmente complessa, caratterizzata dall’ipotassi (subordinate) e dall’inversione: prova a fare la parafrasi ricostruendo l’ordine sintattico.
  2. Il sonetto presenta come tema di sfondo quello dell’acqua. Individua tutti i termini che riconducono a esso.
  3. Considera attentamente le parole finali dei versi delle quartine. Se fai attenzione noterai che tutte richiamano l’elemento dell’acqua, con un significativo effetto fonico. Dopo aver rilevato tale scelta stilistica, prova a spiegarne la motivazione.
  4. Le due quartine e la prima terzina costituiscono un unico lungo periodo in cui quasi ogni verso presenta l’enjambement: quale rapporto con il contenuto della poesia presenta questa scelta? Quale effetto produce?
  5. Uno dei parallelismi tematici della poesia è costituito dal rapporto Zacinto / Venere connesso alle idee di maternità / nascita / fecondità / morte. Scrivi un breve testo esplicativo.
  6. È  evidente nel sonetto il parallelismo Foscolo / Ulisse e Foscolo / Omero, rilevando aspetti comuni e differenze.
  7. Nel testo è presente la figura della Personificazione. Spiega dove si trova e perché
  8. L’espressione “…non tacque / le tue limpide nubi e le tue fronde…“ è una litote. Spiegane il significato.
  9. L’espressione “l’inclito verso di colui che…” (v. 8) è una metonimia. Spiega perché.
  10. Il lessico della poesia è classicheggiante: individua ed elenca i termini appartenenti al lessico arcaico e latineggiante.
  11. Evidenzia sul testo le frasi in cui compare l’anastrofe o inversione e trascrivile nell’ordine normale.
  12. I temi dell’esilio, dell’impossibile ritorno in patria, dell’illacrimata sepoltura sono al centro della poesia, come nei due sonetti “Alla sera” e “In morte del fratello Giovanni”. Sviluppa un breve testo espositivo in cui analizzi:
    • gli elementi comuni a questo e agli altri due sonetti;
    • la peculiarità di “A Zacinto” rispetto agli altri;
    • il rapporto tra le tematiche trattate dal sonetto e la vita dell’autore.

 

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