Szymborska, Amore a prima vista

Szymborska

Wislawa Szymborska, Amore a prima vista

Quel “sentimento improvviso” che i due innamorati considerano l’”inizio” dell’amore è in realtà il seguito di una serie di eventi apparentemente legati al “caso” (o decisi dal “destino”?).

Sono entrambi convinti

che un sentimento improvviso li unì.

È bella una tale certezza

ma l’incertezza è più bella.

 

Non conoscendosi, credono

che non sia mai successo nulla fra loro.

Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi

dove da tempo potevano incrociarsi?

 

Vorrei chiedere loro

se non ricordano –

una volta un faccia a faccia

in qualche porta girevole?

uno “scusi” nella ressa?

un “ha sbagliato numero” nella cornetta?

– ma conosco la risposta.

No, non ricordano.

 

Li stupirebbe molto sapere

che già da parecchio tempo

il caso giocava con loro.

 

Non ancora pronto del tutto

a mutarsi per loro in destino,

li avvicinava, li allontanava,

gli tagliava la strada

e soffocando una risata

con un salto si scansava.

 

Vi furono segni, segnali,

che importa se indecifrabili.

Forse tre anni fa

o lo scorso martedì

una fogliolina volò via

da una spalla a un’altra?

Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.

Chissà, era forse la palla

tra i cespugli dell’infanzia?

 

Vi furono maniglie e campanelli

in cui anzitempo

un tocco si posava su un tocco.

Valigie accostate nel deposito bagagli.

Una notte, forse, lo stesso sogno,

subito confuso al risveglio.

 

Ogni inizio infatti

è solo un seguito

e il libro degli eventi

è sempre aperto a metà.

 

Wislawa Szymborska, Elogio dei sogni, Corriere della sera

A cura di Pietro Marchesani

 

Maria Wisława Anna Szymborska è stata una poetessa e saggista polacca. Premiata con il Nobel nel 1996 e con numerosi altri riconoscimenti. In Polonia, i suoi volumi raggiungono cifre di vendita (500.000 copie vendute – come un bestseller) che rivaleggiano con quelle dei più notevoli autori di prosa, nonostante Szymborska abbia ironicamente osservato, nella poesia intitolata Ad alcuni piace la poesia (Niektorzy lubią poezje), che la poesia piace a non più di due persone su mille.

“La poesia della Szymborska non da risposte, perché ogni domanda può solo generare altre domande. Essa parla in un modo aperto, dubbioso, non definitivo né definitorio, che non chiude ma apre ulteriori spazi alla riflessione, e di ogni singolo lettore sembra condividere intuizioni, sensazioni e paure. A questo lettore la poetessa di Cracovia dice che, benché si debba vivere in un universo apparentemente governato dall’assoluta casualità, nel poeta alla disperazione si accompagna l’incanto. Ed è l’incanto della poesia che rende al lettore la vita su quello stesso universo più sopportabile e lieve.” [Pietro Marchesani]

Szymborska

 

 

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