Petrarca, Solo et pensoso i più deserti campi

Petrarca

Francesco Petrarca, Solo et pensoso i più deserti campi

 

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Solo et pensoso i piú deserti campi                       A

vo mesurando a passi tardi et lenti,                       B

et gli occhi porto per fuggire intenti                      B

ove vestigio human l’arena stampi.                       A

 

Altro schermo non trovo che mi scampi               A

dal manifesto accorger de le genti,                        B

perché negli atti d’alegrezza spenti                        B

di fuor si legge com’io dentro avampi:                  A

 

sì ch’io mi credo ormai che monti et piagge         C

et fiumi et selve sappian di che tempre                 D

sia la mia vita, ch’è celata altrui.                           E

 

Ma pur sì aspre vie né sì selvagge                        C

Cercar non so ch’Amor non venga sempre          D

Ragionando con meco, et io con lui.                    E

 

Parafrasi

Solo e pensieroso percorro a passi lenti i più deserti campi e tengo gli occhi attenti a evitare i luoghi in cui impronte umane segnino il terreno.

Non trovo altro riparo che mi salvi dall’evidente accorgersi (del mio stato) da parte della gente, perché dai gesti esteriori privi di allegria si comprende come io dentro arda;

tanto che credo ormai che i monti, le pianure, i fiumi e i boschi sappiano di che tenore sia la mia vita, che è nascosta agli altri.

Tuttavia non so cercare vie così impervie e solitarie che Amore non venga sempre a parlare con me ed io con lui.

Analisi del testo

Protagonista del Canzoniere è in primo luogo Petrarca stesso e gli effetti che il suo amore per Laura produce nel suo animo. L’amore che caratterizza l’opera è un amore tormentato, oscillante tra la passione dei sensi e il vagheggiamento ideale.

Ciascuna delle strofe del sonetto sviluppa un nucleo concettuale:

  • Prima quartina: il poeta cerca luoghi in cui non vi sia presenza umana;
  • Seconda quartina: il poeta si isola nel tentativo di celare il suo aspetto triste, che mostra quanto egli sia innamorato, di cui tutti si accorgono;
  • Prima terzina: il poeta sospetta che persino monti e vallate si accorgano del suo stato;
  • Seconda terzina: per quanto quei luoghi siano aspri e selvaggi, non può che continuare a dialogare con Amore.

Il poeta cerca di isolarsi dal mondo per nascondere la propria condizione di innamorato ed evitare così la derisione di chi lo incontra. La natura tormentata del suo amore è evidente, in particolare, nell’antitesi del v.8 (“di fuor si legge com’io dentro avampi”): l’aspetto esteriore rivela il sentimento e l’interiorità del poeta, che arde nella passione dell’amore. La ricerca della solitudine costringe il poeta a vagare nella natura che, caratterizzata da un paesaggio deserto e segnato solo da pochi riferimenti indeterminati, che riflettono la sua tormentata condizione interiore.

Il sentimento amoroso viene vissuto come corruzione dell’animo, come tormento. Unico rifugio gli appare la fuga, non solo dalla gente ma dal sentimento amoroso stesso. Tuttavia, neppure isolandosi dagli altri il poeta può trovare la serenità, poiché le ragioni della sua sofferenza sono dentro di lui, che non può sottrarsi alla tirannica onnipresenza di Amore.

Esercizi di analisi del testo.

  1. La poesia è un sonetto, uno dei componimenti poetici più ricorrenti nella tradizione lirica italiana. Quali ne sono le caratteristiche?
  2. Lo stato d’animo del poeta è triste: attraverso quali gesti e comportamenti si manifesta?
  3. In che modo il poeta tenta di nascondere questo suo stato d’animo?
  4. Che rapporto c’è tra la natura e i sentimenti del poeta?
  5. Immerso nella natura solitaria il poeta riesce a vincere la sua sofferenza? Perché?
  6. Una figura retorica centrale è l’antitesi: individuala e spiega che cosa vuole sottolineare.
  7. Il testo contiene metafore e personificazioni: individuale e spiega il loro significato.
  8. Il testo si caratterizza per l’uso del polisindeto (elencazione di termini con la ripetizione della congiunzione coordinante): individualo nel testo e spiega qual è la sua funzione.
  9. Nel sonetto il poeta fa frequentemente uso dell’enjambement: individualo e spiegane la funzione.

 

 

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