Francesco Petrarca

Petrarca

Francesco Petrarca

 

Petrarca rappresenta un tipo di intellettuale profondamente diverso da quello che aveva caratterizzato l’età immediatamente precedente, un intellettuale “moderno”. Se l’intellettuale comunale era legato da vincoli morali e politici a una patria municipale, era impegnato in qualche settore della vita pratica (funzionario, mercante, notaio, ecc.) ed era nella sostanza un dilettante della letteratura, Petrarca è invece un professionista delle lettere, alle quali si dedica con impegno totale e dalle quali ricava quel prestigio che gli permette di essere conteso dai potenti e quindi di garantirsi un ampio margine di libertà e di autonomia. Egli è uno “sradicato” che ignora le aspre tensioni della vita comunale e i legami pratici e affettivi con una patria cittadina, e può guardare i problemi da una prospettiva addirittura cosmopolitica.

Un dato di particolare rilievo della personalità di Petrarca è costituito dall’intensità con la quale egli sentì il fascino del mondo e della letteratura classica (latina), dall’attenzione di studi che a essa dedicò, dall’impegno che mise, nel celebrarne figure e momenti salienti. Per questi e altri motivi (l’ideale dialogo con gli antichi, il senso dell’esistenza di un’ideale res publica litterarum, la concreta fondazione di una comunità di amici-discepoli avviati allo studio dell’antichità, ecc.) Petrarca si pone come il principale precursore o addirittura fondatore dell’umanesimo.

Un aspetto assai importante della cultura del Petrarca che egli seppe in gran parte trasmettere agli umanisti delle generazioni successive è la volontà di una nuova e più moderna conciliazione tra la tradizione cristiano-medievale e quella classica, nel rispetto dell’autonomia e dell’originalità di quest’ultima (e cioè sul fondamento di una lettura “filologica” di quella tradizione).

La modernità di Petrarca consiste anche nelle caratteristiche di irrequietezza, di intima lacerazione, di perenne insoddisfazione, nel senso di offuscamento dei grandi ordinamenti provvidenziali, e contemporaneamente nel sogno di pacificazione, di conciliazione dell’umano e del divino che domina gli epistolari e soprattutto il Canzoniere.

Nel Canzoniere questa condizione e questo modo di essere trovano – sul piano degli esiti artistici – l’espressione più alta. Nell’opera confluisce la meditazione, svolta nel corso della sua vita, sui grandi problemi morali ed esistenziali: dal senso di precarietà dell’uomo, all’esigenza di assoluto, all’impossibile sogno di una conciliazione fra umano e divino. Queste tensioni e aspirazioni, non risolte sul piano intellettuale o del vissuto, sono risolte da Petrarca sul piano formale: il poeta le domina e le distanzia da sé mediante uno stile nitido, elegante, controllatissimo, frutto di grande abilità retorica.

Cronologia della vita

1304:              il 20 luglio nasce ad Arezzo (il padre esiliato da Firenze)

1312:              trasferimento col padre ad Avignone (alla corte pontificia)

1320:              completa a Bologna i propri studi giuridici

1326:              muore il padre; Francesco torna ad Avignone: prende gli ordini minori;

1327:              primo incontro con Laura

1326-37:         periodo avignonese interrotto da viaggi; trova due orazioni di Cicerone;

1337-40:         primo soggiorno a Valchiusa; nel 1337 gli nasce un figlio da una donna avignonese sconosciuta;

1341:              incoronazione poetica

1342-43:         secondo soggiorno a Valchiusa; nasce la figlia Francesca; Soggiorna in molte città d’Italia

1348                           gli giunge la notizia della morte di Laura – lavora alla stesura delle sue opere tra cui Il canzoniere (Rerum vulgarium fragmenta)

1370-74:          Si trasferisce ad Arquà, dove rimane fino alla morte (19 luglio 1374) alla vigilia del 70° compleanno

Intellettuale professionista delle lettere, alle quali dedica impegno totale – conteso dai potenti – relativamente più autonomo nel proprio ambito artistico;

[contesto storico: declino dell’impero, papato in piena decadenza morale trasferito ad Avignone; passaggio dall’età dei Comuni a quella delle Signorie]

Sente fortissimo il fascino del mondo e della letteratura classica (latina).

Precursore e fondatore dell’Umanesimo: nuovo rapporto tra cultura cristiano-medievale e classica (analisi filologica).

Irrequietezza e intima lacerazione – insoddisfazione nel tentativo irrealizzato di conciliare umano e divino (attrazione per il mondo e realtà ultramondana).

Temi del Canzoniere: senso di precarietà dell’uomo, esigenza di assoluto; stile nitido, elegante, frutto di grande perizia retorica.

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