Ortis e Werther

wertherortisOrtis e Werther

Ugo Foscolo Johann Wolfgang Goethe
Titolo: Le ultime lettere di Jacopo Ortis Titolo: I dolori del giovane Werther
Pubblicato per la prima volta nel 1802 e successivamente, con correzioni ed aggiunte, nel 1816 e nel 1817 viene elaborato  nel 1774 e costituisce sicuramente per Foscolo un modello cui fare riferimento

 

Genere: romanzo epistolare. L’Ortis è costituito da un insieme di lettere (62) scritte da Jacopo all’amico Lorenzo Alderani, che le introduce con una presentazione, interviene a colmare lacune e a raccontare la conclusione. Genere: romanzo epistolare. Il Werther comprende le lettere che il protagonista scrive all’amico Wilhelm tra il maggio 1771 e il dicembre 1772. Un intervento introduttivo e conclusivo di un  “editore” presenta la vicenda e ne racconta l’epilogo.
I due romanzi, pur non essendo autobiografie, presentano evidenti contatti con la vita dei due autori.
Nel personaggio di Teresa si possono identificare i tratti di molte delle donne amate da Foscolo, e alcune lettere del romanzo riproducono lettere reali, indirizzate alla Fagnani Arese. Il personaggio di Jacopo presenta alcuni tratti del carattere di Foscolo stesso, oltre che riferimenti al contesto storico-politico in cui l’autore si trovò ad operare. La materia del Werther è parzialmente autobiografica: si ispira all’amore dell’autore per Charlotte Buff, fidanzata di un suo amico, e al suicidio per amore di un altro amico.
Elementi della trama: somiglianze e differenze.
La vicende inizia in coincidenza con il Trattato di Campoformio, con cui Napoleone cedette all’Austria Venezia, che perdeva così la sua indipendenza. Jacopo, fervente patriota, deluso da Napoleone, si ritira sui Colli Euganei, dove si innamora di Teresa, e ne è riamato. Tuttavia ella è costretta dal padre a sposare il ricco Odoardo, per ragioni economiche, e lei obbedisce. Jacopo tenta di dominare la passione allontanandosi e viaggiando attraverso  l’Italia. Tornato ai Colli Euganei dopo aver appreso delle avvenute nozze di Teresa, la incontra per l’ultima volta, poi si uccide, pugnalandosi al cuore. Werther, un giovane borghese che ama la poesia, si rifugia in campagna a contatto con la natura. Qui conosce Lotte, che fa da madre a numerosi fratellini, e se ne innamora, senza confessarle il proprio amore. La frequenta liberamente, in assenza del fidanzato di lei, Alberto. Finalmente questi ritorna, e diventa amico di Werther.  Quest’ultimo torna in città, al servizio dell’ambasciatore, ma poi dà le dimissioni dall’incarico per le umiliazioni subite a causa delle sue origini borghesi. Torna presso Lotte e Alberto, che nel frattempo si sono sposati. Una sera Lotte, che si è accorta di amarlo, lo abbraccia, ma poi gli ordina di allontanarsi. Allora Werther con una scusa si fa consegnare le pistole di Alberto e si uccide, sparandosi alla testa.
Le somiglianze tra i due romanzi sono evidenti, a partire dalla forma epistolare e dal tema dell’amore impossibile, oltre che dalla comune, tragica conclusione.Molto simili poi sono i personaggi, a partire dai due protagonisti, che contrappongono la forza del sentimento alle convenzioni borghesi. Essi tuttavia hanno in comune anche l’impotenza, l’incapacità di modificare la realtà in cui vivono. Teresa e Carlotta sono entrambe fanciulle oneste e fedeli al fidanzato, che poi sposano, ma si accorgono di amare, rispettivamente, Jacopo e Werther; le due figure, di fidanzato e poi marito, di Odoardo e Alberto, sono borghesi onesti e razionali, dotati di buon senso e incapaci di capire la passione di Jacopo e Werther. Le differenze riguardano l’aspetto politico, che si esprime nel Werther in una ribellione ai pregiudizi della società aristocratica, mentre nell’Ortis hanno un più netto significato politico, essendo il protagonista un patriota che, come molti altri italiani, è vittima del “tradimento” di Napoleone, dopo il Trattato di Campoformio.
Amore/innamoramento.
Nella lettera del 15 maggio sono descritti gli effetti prodotti sull’animo di Jacopo dall’amore, e le riflessioni alle quali il giovane è indotto. Dopo un bacio, ricevuto da Teresa, l’animo del poeta è trasformato: egli si sente “divino” e il suo cuore è lieto. Tutto, per effetto dell’amore, si abbellisce ai suoi occhi.  L’amore è l’artefice di tutto quanto c’è di bello nella vita, produce, l’arte, la poesia, la compassione per gli altri uomini. Senza l’amore tutto sarebbe caos e morte. Ora che l’amore illumina il suo animo, egli non si cura delle sue sventure e vive in una condizione paradisiaca. Nelle lettere che vanno dal 13 al 19 luglio egli prima descrive gli effetti prodotti dalla convinzione che Lotte lo ami e da piccoli contatti fisici involontari. Egli vive in uno stato di estasi, quando si trova con lei.  Anche per Werther il mondo senza l’amore sarebbe privo di luce, e se pure essa illumina fugaci fantasmi, è l’unico elemento che può darci felicità. Il solo vedere la donna amata dà a Werther la perfetta felicità.
Il suicidio
A Jacopo giunge la notizia del matrimonio di Teresa. Egli ritorna nel Veneto, la rivede brevemente e poco dopo si uccide trafiggendosi il cuore con un pugnale. Werther, dopo la notizia del matrimonio di Carlotta con Alberto, sprofonda nel dolore e nell’inerzia. Con un pretesto manda a chiedere in prestito le pistole di Alberto e si uccide.
Nel romanzo chi racconta il suicidio è Lorenzo, l’amico di Jacopo, e nella sua descrizione si può notare il grande dispiacere che prova per l’amico. Nel romanzo di Goethe il suicidio ci viene presentato secondo una doppia prospettiva: quella dell’io narrante, per il quale la scelta del suicidio è ormai inevitabile, e quella dell’”editore”, che rilegge i fatti con sguardo critico, offrendoci la vera morale della storia. La narrazione dell’editore è più rapida, di taglio cronachistico.
Ambedue i romanzi si concludono tragicamente, con il suicidio dei due protagonisti. In entrambi c’è tutto il tormento e l’insoddisfazione di chi non riesce a realizzare i propri ideali, di chi si vede continuamente perseguitato dalla cattiva sorte. C’è il senso dell’impotenza e dell’inutilità, della disperazione che porta al suicidio.
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