Le sequenze

Le sequenze

Il racconto è costituito da sequenze, ciascuna delle quali contiene una parte di testo con una sua autonomia, di cui si può con chiarezza identificare l’inizio e la fine. Ogni sequenza può essere riassunta con una breve frase (anche in stile nominale) o con un titolo.

La divisione in sequenze, l’individuazione delle informazioni principali che contengono e la sintesi del contenuto sono essenziali per la ricostruzione della trama e per l’elaborazione di un riassunto efficace. A tale scopo, le sequenze di tipo narrativo sono particolarmente rilevanti.

Le macrosequenze

Sono insiemi di sequenze legate da rapporti tematici, logici e temporali.

Diversi tipi di sequenze.

  • Narrative: raccontano fatti relativi ai personaggi protagonisti della storia, di cui costituiscono la struttura portante (sequenze dinamiche).

Un tale ammazzò la moglie e ne fece salsicce. Fu rinvenuta un’ultima salsiccia. L’indignazione fu grande. Il giudice supremo del paese avocò il caso a sé.

F. Dürrenmatt, La salsiccia

  • Descrittive: descrivono luoghi, ambienti e personaggi, senza produrre mutamenti nello svolgimento della storia.

L’aula del tribunale è luminosa. Il sole irrompe dalle finestre. Le pareti sono specchi abbaglianti. La gente è una massa in ebollizione. L’aula ne è piena. Stanno seduti sui davanzali delle finestre. Sono appesi ai lampadari. Sulla destra luccica la testa pelata del pubblico accusatore. È rossa. Il difensore è a sinistra. Porta occhiali dalle lenti finte. L’accusato siede fra due poliziotti. Ha grandi mani. Le dita orlate di blu. Su tutti troneggia il giudice supremo. La sua toga è nera. La barba una bandiera bianca. Seri gli occhi. Chiara la fronte. Irte le sopracciglia. La sua espressione è umanità. Davanti a lui, la salsiccia. Poggiata su un piatto. Sopra il giudice supremo troneggia la giustizia. Ha gli occhi bendati. Nella mano destra regge una spada. Nella sinistra una bilancia. È di pietra.

F. Dürrenmatt, La salsiccia

  • Riflessive: presentano ed analizzano pensieri, riflessioni e stati d’animo dei personaggi o del narratore, senza produrre mutamenti nello svolgimento della storia.

La macchina è fatta per agire, per muoversi, ha bisogno di ingojarsi la nostra anima, di divorar la nostra vita. E come volete che ce le ridiano, l’anima e la vita, in produzione centuplicata e continua, le macchine? Ecco qua: in pezzetti e bocconcini, tutti d’uno stampo, stupidi e precisi, da farne, a metterli sù, uno su l’altro, una piramide che potrebbe arrivare alle stelle. Ma che stelle, no, signori! Non ci credete. Neppure all’altezza d’un palo telegrafico. Un soffio li abbatte e li ròtola giù, e tal altro ingombro, non più dentro ma fuori, ce ne fa, che – Dio, vedete quante scatole, scatolette, scatolone, scatoline? – non sappiamo più dove mettere i piedi, come muovere un passo. Ecco le produzioni dell’anima nostra, le scatolette della nostra vita!

Pirandello, Quaderni di Serafino Gubbio operatore.

  • Dialogate: riportano i dialoghi fra i personaggi.

Cerviakòv tossì, si sporse col busto in avanti e bisbigliò all’orecchio del generale:

– Scusate eccellenza, vi ho spruzzato… io involontariamente…

– Non è nulla, non è nulla…

– Per amor di Dio, scusatemi. Io, vedete… non lo volevo!

– Ah, sedete, vi prego! Lasciatemi ascoltare!

Cechov, La morte dell’impiegato

  • Miste: possono presentare le caratteristiche delle precedenti tipologie, variamente fuse.

Le sequenze narrative sono dinamiche, perché fanno procedere la narrazione raccontando avvenimenti e colpi di scena; le sequenze descrittive, riflessive e dialogate sono statiche, perché rallentano il ritmo della narrazione.

Cambiamento di sequenza

In genere il cambiamento di sequenza è caratterizzato da:

  • Un cambiamento di tempo
  • Un cambiamento di luogo
  • La comparsa di un personaggio e/o l’uscita di altri
  • Una pausa riflessiva e/o descrittiva.
  • Un dialogo.
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