Lansdale, In fondo alla palude.

in_fondo_alla_paludeJoe Richard Lansdale, In fondo alla palude.

La storia è narrata in prima persona da Harry che, ormai anziano e ricoverato in una casa di riposo, ricorda gli avvenimenti accaduti alla sua famiglia all’inizio degli anni Trenta, quando era ancora ragazzino.

Negli anni della Grande depressione in Texas due ragazzini, Harry di dodici anni e la sorella Tom sono incaricati dal padre, agente della polizia locale nonché proprietario di un negozio di barbiere, di sopprimere il proprio cane Toby considerato in fin di vita in seguito a un incidente e di seppellirlo nel bosco. Inoltratisi tristemente nella boscaglia per portare a compimento l’incarico, i due ragazzi si perdono e a un certo punto, sono spaventati da una misteriosa presenza alle loro spalle, che immaginano essere quella del terrificante e leggendario Uomo Capra. I due fuggono all’impazzata, risalendo il fiume, poi sono costretti a passare attraverso una zona irta di rovi dove, terrorizzati, appare ai loro occhi il corpo straziato e senza vita di una donna di colore… Tornati a casa Harry e Tom raccontano tutto al padre, che decide di indagare sull’omicidio. Scoprirà presto che quello non è l’unico corpo ritrovato nella zona, e che altre donne sono state uccise con la medesima crudeltà. L’indagine porta il giovane protagonista a contatto con la sconcertante realtà del mondo degli adulti, tra cui le persecuzioni razziali ai danni della comunità nera. In uno dei momenti più drammatici della narrazione, Harry e suo padre tentano invano di salvare il loro innocuo vicino di casa Mose, impiccato e torturato da alcuni membri del Ku Klux Klan, convinti ingiustamente che sia lui il responsabile delle uccisioni.

Il Texas di Lansdale è un luogo crudele e senza cuore, dove i sogni spensierati dell’infanzia svaniscono scontrandosi con le bassezze e con la violenza degli adulti. “In fondo alla palude” è ambientato in uno dei periodi più drammatici della storia degli Stati Uniti quello della Grande Depressione. Lo scrittore si ispira e quasi reinterpreta “Il buio oltre la siepe”, un classico della letteratura americana.

Diedi Toby da reggere a Tom finché non mi sistemai bene con i piedi, poi me lo feci ripassare. Sgusciai sulla sponda e mi trovai di fronte a un’enorme quercia vicino all’acqua. I rami bassi lambivano la riva e crescendo s’erano arrotolati attorno al tronco. Vi appoggiai una mano per essere più stabile e ne schizzai indietro schifato. Ciò che avevo toccato non era il tronco di un albero, e nemmeno un ramo. Era qualcosa di soffice.

Guardai e vidi una massa informe appesa fra i rovi. La luce della luna veniva riflessa dall’acqua e andava a colpi­re una faccia, o meglio, ciò che era stato una faccia, ma più che altro sembrava un fante di picche, adesso, tumefatto e rotondo con dei buchi scuri al posto degli occhi. Aveva un ciuffo di capelli appiccicati sulla testa, come un batuffolo di lana di agnello scura, e il corpo era gonfio e senza vestiti.

Una donna.

Avevo già visto delle donne nude su delle carte da gioco che George Sterning mi aveva mostrato. Aveva sempre delle cose del genere perché suo papà faceva il rappresentante e vendeva non solo il tabacco da fiuto Garrett, ma anche quelli che venivano chiamati articoli promozionali.

Ma questa cosa era diversa. Quelle immagini mi avevano eccitato in una maniera che non comprendevo bene, ma che trovavo in qualche modo dolce e appagante. Questo invece mi aveva colpito in un modo che capii al volo. Il suo petto era aperto in due come i meloni marci che si spaccano al sole. A un esame più approfondito notai che i rovi non erano affatto rovi, ma pezzi di filo spinato legati strettamente attorno alla sua carne ormai gonfia e grigia.

— Gesù! — esclamai.

— Stai di nuovo imprecando — mi rimproverò Tom.

Risalii la riva per un pezzetto, presi Toby, lo adagiai sul suolo soffice accanto al bordo del fiume e diedi un’altra occhiata al corpo. Tom strisciò giù e vide ciò che avevo visto io.

— È l’Uomo-Capra? — chiese.

— No. È una donna morta.

— Non ha addosso nessun vestito.

— No. Non guardarla, Tom.

— Non riesco a farne a meno.

— Dobbiamo subito andare a casa a dirlo a papà.

— Accendi un fiammifero, Harry. Guardiamo bene.

Ci pensai su un attimo, poi mi frugai in tasca. — Me n’è rimasto solo uno.

— Accendi.

Accesi il fiammifero con il pollice e lo tenni alto. Alla luce di quella piccola fiamma era ancora più raccapricciante.

— Credo che sia una donna di colore — dissi.

Il fiammifero si spense. Raddrizzai la carriola, tolsi il fango dalla bocca del fucile e lo misi dietro con gli scoiattoli e Toby nella carriola. Non trovai la pala e pensai che fosse scivolata nel fiume. Ciò mi sarebbe costato caro.

— Dobbiamo avviarci — dissi.

Tom era ferma sulla sponda e fissava il cadavere. Non riusciva a staccare gli occhi da quel corpo.

Lansdale, In fondo alla palude, Fanucci

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