Italo Calvino, Il visconte dimezzato.

Italo Calvino, Il visconte dimezzato.

 

Il visconte Medardo di Terralba va in guerra contro i Turchi e nel primo scontro con essi, nell’impeto della battaglia, viene tagliato a metà da una palla di cannone. Ritrovatane la parte destra i medici la curano e rimettono in condizione di vivere il visconte, benché, appunto, dimezzato.

Senonché questi, tornato a Terralba, si dimostra maniacalmente malvagio e crudele e gli abitanti di Terralba lo chiamano il Gramo: manda a Pratofungo, il paese dei lebbrosi, la

visconte

vecchia balia Sebastiana, accusandola di avere la lebbra; condanna a morte numerose persone per reati banali o inesistenti; opprime gli ugonotti a causa della loro religione; tenta di uccidere suo nipote (il narratore) facendogli mangiare dei funghi velenosi. Medardo, infine, si innamora di Pamela, una contadinella, e a causa del suo rifiuto provoca gravi danni alla sua famiglia.

A un certo punto però si diffonde la notizia «d’una doppia natura di Medardo»: il visconte costruisce e distrugge, fa e ripara i torti. In realtà a Terralba ha fatto ritorno anche l’altra metà del visconte, anch’essa medicata e rimessa in sesto. Il visconte dimezzato agisce ora nelle due persone opposte del Gramo e del Buono. Ma il Buono non si limita a soccorrere chi ha bisogno (ad esempio i lebbrosi), ma vuol curare anche le anime e a tutti fa la morale. «Delle due metà è peggio la buona della grama», dice ormai la gente.

Le due metà, infine, si sfidano a duello per il possesso di Pamela. Il dottor Trelawney approfitta del fatto che nel duello entrambi i contendenti sono rimasti feriti dalla parte monca per ricucire insieme le due metà e riportare il visconte alla normalità fatta di un insieme di bene e di male. Così, Medardo sposa Pamela ridivenuto intero, il dottor Trelawney torna a bordo della nave del capitano Cook in cerca di nuove avventure eil narratore della storia, il nipote del visconte, continuerà a vivere nel castello di Terralba.

Dichiara Calvino in un’intervista del 1983: “Quando ho cominciato a scrivere Il visconte dimezzato, volevo soprattutto scrivere una storia divertente per divertire me stesso e possibilmente per divertire gli altri; avevo questa immagine di un uomo tagliato in due ed ho pensato che questo tema dell’uomo tagliato in due, dell’uomo dimezzato, fosse un tema significativo, avesse un significato contemporaneo: tutti ci sentiamo in qualche modo incompleti, tutti realizziamo una parte di noi stessi e non l’altra.

 

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