Il Romanticismo

romanticismoIl Romanticismo

Il Romanticismo fu un movimento culturale che ebbe origine in Germania e si sviluppò in tutta Europa tra la fine del Settecento e la prima metà dell’Ottocento. Esso esercitò una notevole influenza in ogni settore dell’attività artistica e letteraria.

Origine del termine. Romanzo indicò, nel Medioevo e nei paesi di lingua neolatina, una narrazione a scopo di diletto, di carattere avventuroso e cavalleresco; si chiamò romanzo perché tali narrazioni erano in lingua romanza (volgare), mentre le opere storiche, scientifiche e filosofiche erano scritte in latino. Nel ‘600 e ‘700 il termine romantic, cioè simile ai vecchi romanzi, fu usato in Inghilterra, spesso ironicamente, per indicare argomenti assurdi, fantastici, fuori del comune; di qui la distinzione tra romanzo e novel che era invece il romanzo sentimentale e di costume, precursore del romanzo storico ottocentesco e del romanzo moderno. Rousseau cominciò ad usare il termine in senso positivo, per indicare sia certi aspetti del paesaggio particolarmente suggestivi e pittoreschi, sia certi stati d’animo indefiniti e vagamente malinconici. In Germania, infine, il termine assunse un preciso significato: nella rivista “Athenaeum” è definito, infatti, come quello <<più idoneo ad esprimere le esigenze morali ed estetiche della coscienza moderna>>.

Rapporti tra Romanticismo e Illuminismo In rapporto con l’Illuminismo vi sono forti elementi di rottura ma anche rilevanti aspetti di continuità. Il Romanticismo respinge l’esaltazione della ragione, che l’Illuminismo aveva posto alla base di ogni sapere; pone in grande rilievo invece le esigenze oscure ed inconsce dell’animo umano, l’esigenza di infinito, di eterno, di istintivo. Esso rifiuta ogni sapere che si limiti alla conoscenza empirica della realtà materiale. D’altro canto però l’Illuminismo non aveva espresso fiducia cieca nella ragione: taluni suoi esponenti assunsero spesso un atteggiamento problematico, e in particolare Rousseau diede avvio alla componente sentimentale che avrà influenza notevole sulla cultura dell’800. Egli contrappone all’artificiosità del mondo aristocratico un incorrotto “stato di natura” dell’uomo primitivo. Sul piano letterario Rousseau trasmetterà alla letteratura successiva un atteggiamento di sensibilità interiore al paesaggio e la poesia del ricordo (Le confessioni).

Tendenze culturali preromantiche. Il movimento dello “Sturm und Drang” (tempesta e assalto) di natura letteraria e filosofica, ispirandosi alla filosofia di J.G.Herder, contrapponeva polemicamente alla ragione l’esperienza mistica e la fede. Sul piano artistico, i seguaci dello Sturm (tra cui anche Goethe e Schiller) vedevano l’arte come espressione della libera natura creatrice, manifestazione del genio e della fantasia dell’artista, e ripudiavano ogni forma di razionalismo. Inoltre, tra la fine del ‘700 e i primi decenni dell’800, si diffuse la poesia sepolcrale inglese, pervasa da un sentimento malinconico e dal senso del mistero. Anche in Italia ebbero grande fortuna i poemi ossianici, evocatori di una poesia primitiva, sorta sullo sfondo di suggestivi paesaggi nordici. Melchiorre Cesarotti tradusse i Canti di Ossian, che lo scozzese Macpherson aveva finto di tradurre da antichi canti epici di Ossian e di altri leggendari cantori.

Contesto storico L’inizio dell’Ottocento fu uno dei periodi più agitati per l’Europa: vi furono dapprima le vittoriose guerre napoleoniche e le radicali trasformazioni politico-sociali introdotte da Napoleone; poi il crollo del suo impero e la creazione di un nuovo equilibrio tra le grandi potenze europee, raggiunto con il Congresso di Vienna. In tale situazione si svilupparono in tutta l’Europa movimenti liberali e nazionali.

Caratterizzazione politica, sociale e culturale Il Romanticismo assunse caratteri particolari a seconda dei paesi e della situazione politica di essi. Sotto il dominio napoleonico si sviluppò prevalentemente un romanticismo su posizioni politiche reazionarie, che esaltava il passato, richiamandosi al Medioevo cattolico, alle tradizioni religiose, all’alleanza fra trono e altare. Tuttavia, il richiamo al passato fu anche stimolo per una ricerca delle radici nazionali e popolari, che diede alimento alle aspirazioni nazionali dei popoli, e che si ricollegò alle lotte per l’indipendenza e per la libertà. Si sviluppò così un romanticismo liberale e, durante la Restaurazione, il termine romantico divenne sinonimo di liberale. Sul piano culturale l’aspirazione alla libertà informa di sé una nuova valutazione del popolo e della storia, miti entrambi legati a quello politico delle libertà nazionali.

Rapporto tra Classicismo e Romanticismo Il Classicismo difendeva una civiltà, una concezione del mondo e della letteratura che, pur nella mutevolezza delle sue manifestazioni, era stata dominante fino al Neoclassicismo. Il Romanticismo oppose ad essa una concezione profondamente diversa e nuova, che segnò il sostanziale tramonto di quella civiltà. Il Classicismo tendenzialmente incarna una concezione della letteratura regolata e statica, rivolta al passato e a modelli umani e letterari definiti una volta per tutte. Il Romanticismo esprime una concezione della letteratura più libera e dinamica, che rifiuta le regole. Esso segna una svolta radicale nel gusto e nella sensibilità, una sorta di rivoluzione culturale e letteraria.

Aree d’origine del Romanticismo La culla del romanticismo fu la Germania. I primi animatori del nuovo indirizzo furono i fratelli Schlegel, il poeta Novalis e il filosofo Schleiermacher. Essi subirono in misura notevole l’influenza di Herder, Goethe e Schiller. Vi è un innegabile rapporto tra il romanticismo e i grandi filosofi dell’Idealismo tedeschi (Fichte, Schelling, Hegel e Schopenauer): nella filosofia idealistica tedesca l’attività dello spirito e del pensiero è considerata funzione primaria dell’intera realtà. Ma il vero teorico del Romanticismo fu Friedrich Schleghel (1772-1829), che diresse col fratello la rivista Athenaeum edita dal 1798 al 1800 a Berlino. Vi collaborarono, tra gli altri, il filosofo Schelling e i poeti Tieck e Novalis. Elaborò i fondamentali principi romantici; distinse l’arte classica o d’immaginazione, inconsapevole e serena, dall’arte moderna o di sentimento, <<romantica, cioè romanza, fiorita sul terreno della sensibilità medievale e cristiana>>.

Principi della poetica romantica

Il sentimento. Il Romanticismo privilegia il sentimento e l’intuizione rispetto alla ragione, valorizza la soggettività, rivaluta la fantasia, l’immaginazione, la sensibilità e le passioni. Spesso raffigura una visione tragica della vita, segnata dalla colpa e dal male, in cui l’uomo si sente straniero e in fuga perenne alla “ricerca dell’infinito”. Tale ricerca è alla base della Sehnsucht, cioè l’eterna irrequietezza, caratteristica della spiritualità moderna, che si contrappone alla Stille, la serenità imperturbabile dell’anima, attribuita alla poesia classica. Nell’arte romantica l’espressione è in apparenza immediata e riflette il vissuto personale in una forma disordinata ed enfatica, che però è frutto di una scelta di stile: nella narrativa i personaggi sono caratterizzati da violenti drammi interiori.

L’originalità dell’artista. L’artista è un individuo dotato di creatività e sensibilità eccezionali, assolutamente originale, capace di esprimere il genio della nazione e il genio individuale, rifiutando il sistema dei generi, delle norme e dei precetti codificati dalla cultura classicistica, in nome della libertà espressiva e fantastica. La fantasia è concepita come l’elemento fondamentale dell’arte, in polemica con il razionalismo del classicismo francese.

La nuova concezione della natura La nuova sensibilità per la Natura accomuna filosofi e poeti e si contrappone a quella emersa con la rivoluzione scientifica e con l’Illuminismo. Gli Illuministi consideravano la natura come materia in movimento per effetto di leggi meccaniche e lo studio della natura come un’indagine analitica su fenomeni osservabili scientificamente. I Romantici, al contrario, concepiscono la Natura come una sorta di organismo vivente, in cui le parti vivono in funzione del tutto, finalizzata a scopi indecifrabili razionalmente. La natura è mossa da una misteriosa forza interiore, che talvolta viene divinizzata.

La concezione della storia Secondo l’Illuminismo l’uomo è protagonista della storia, senza alcun disegno provvidenziale. La ragione è l’unico strumento con cui l’uomo valuta e opera nella realtà, Dio non interviene nel mondo e il progresso è il risultato degli sforzi umani. La storia del passato è caratterizzata da ignoranza, superstizioni e violenze, in particolare il Medioevo, considerato come un’età di barbarie. Il Romanticismo interpreta la storia come disegno della Provvidenza, come un processo graduale di sviluppo e di perfezionamento, come una forza immanente e che procede al di là delle specifiche finalità degli uomini. Nella Storia non vi è nulla d’irrazionale o d’inutile, perché essa è un processo globalmente positivo, nel quale ogni regresso è solo apparente. Per i Romantici il Medioevo è sinonimo di fede e unità spirituale, di fantasia e di imprese cavalleresche, in cui si forgiano le energie che daranno origine alle nazionalità moderne.

Storicità dell’arte. Secondo i romantici l’arte muta nel tempo e ha valore come rappresentazione delle aspirazioni, dei bisogni, dei valori, degli ideali, del gusto di un’epoca storica determinata: non esistono canoni estetici validi in assoluto. L’arte e la letteratura devono rispondere alle esigenze del proprio tempo: l’arte classica appartiene passato, rappresenta il mondo e i valori degli antichi, mentre l’arte romantica vuole rispondere alle esigenze del proprio tempo e vuole essere “popolare”, adeguata alle esigenze del nuovo pubblico, che per i romantici tendenzialmente coincide con la borghesia. La mitologia classica viene rifiutata perché appartenente a un mondo e a valori ormai morti, mentre occorre recuperare, secondo i romantici, le proprie radici cristiane e popolari, ritenute alla base della civiltà moderna. La letteratura romantica recupera, quindi, tradizioni letterarie relegate in secondo piano dall’idealizzazione dell’antichità classica e si caratterizza per la sua natura spirituale, tenebrosa e malinconica, in contrasto con quella classica, serena, solare, ingenua.

L’Infinito La ricerca dell’infinito è tipica del Romanticismo, che esalta il sentimento, contrapposto alla ragione. I romantici pensano che l’Infinito debba essere ricercato in ogni campo in cui sia possibile esprimere il sentimento: nella poesia, perché al poeta sono attribuite doti sovrumane, che lo rendono un esploratore dell’invisibile; nelle arti visive, in cui si ricerca la massima espressione della libertà, creatività e spontaneità, in contrasto con le regole del classicismo; nella musica, perché il linguaggio musicale è massima espressione di creatività. L’amore è per i romantici il sentimento più forte della vita umana. L’amore romantico è caratterizzato dalla fusione tra anima e corpo, spirito e istinto, sentimento e sensualità, dalla completa fusione delle anime e dei corpi degli amanti.

…e le sue conseguenze La ricerca dell’infinito suscita inquietudine, causata dall’aspirazione verso qualcosa che sfugge e che si presenta come inattingibile. Atteggiamenti tipici del Romanticismo sono: il titanismo, un atteggiamento di sfida contro forze superiori come il destino, la società, la natura; il vittimismo, per cui ci si sente incompresi nella realtà presente, schiacciati da forze superiori; l’esotismo, che si esprime nella tendenza ad evadere dalla quotidianità, nello spazio (nella scoperta di luoghi lontani come l’Oriente) e nel tempo (con la riscoperta dell’antica Grecia e del Medioevo).

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10)   Quali sono i principi della poetica romantica?

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12)   Attraverso che cosa i romantici esprimono l’Infinito e dove lo cercano?

13)   Quali atteggiamenti fa nascere questa ricerca?

14)   Qual è la nuova concezione della natura dei romantici?

15)   Qual è la concezione della storia nell’Illuminismo e nel Romanticismo?

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