Petrarca, Il Canzoniere

Canzoniere

Francesco Petrarca, Il Canzoniere

 

Il Canzoniere (titolo originale: Rerum vulgarium fragmenta) è l’opera di Petrarca che ha maggiormente influenzato la letteratura italiana. Si tratta di una raccolta di poesie in volgare dedicate a Laura, che il poeta compose fin dalla giovinezza e che decise di riordinare a partire dal 1348, l’anno della morte di Laura. Petrarca lavorò al Canzoniere per tutta la vita, con varie, successive redazioni, rivedute e ampliate fino al 1374.

Il Canzoniere contiene 366 testi ed è diviso in due sezioni: le rime in vita (1-263) e le rime in morte (264-366) di Laura. Esso è composto da 317 sonetti, 29 canzoni, 9 sestine, 7 ballate e 4 madrigali. Il Canzoniere vuole essere una specie di breviario spirituale, ma più che insegnare la via del cielo è testimonianza della difficoltà o persino della impossibilità dell’ascesa a Dio. La religiosità sincera del poeta si scontra, infatti, con la coscienza della propria fragilità interiore.

Tema centrale dell’opera è l’amore tormentato per Laura, espresso talora con immagini della fantasia o della memoria che lo lasciano sperare. Viceversa, in altri testi Laura appare indifferente nei confronti del poeta, il cui animo è pieno di angoscia e di sofferenza. La conflittuale vicenda d’amore non è fine a se stessa, bensì è assunta a paradigma di un’esperienza più vasta: di una continua introspezione, del bisogno di assoluto e del contemporaneo legame con i beni terreni, di un dissidio che non troverà mai una soluzione definitiva, se non nella limpidezza della forma.

Nel sonetto introduttivo, posto all’inizio del Canzoniere, Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono, Petrarca traccia un bilancio negativo della sua vita, perché non ha saputo sottrarsi alla schiavitù dell’amore che, anche dopo la morte della donna, continua a tormentarlo.

Attraverso il tema dell’amore per Laura il poeta analizza a fondo il proprio animo e vive un malessere profondo, causato dal contrasto tra la passione d’amore e il desiderio di purificazione interiore e di pentimento. L’equilibrio che il poeta non trova nel proprio animo si manifesta, invece, nell’armonia formale e nella perfezione stilistica che caratterizza le liriche.

Petrarca riprende espressioni proprie dello Stilnovo, nel descrivere una donna che presenta sembianze angeliche: “non era l’andar suo cosa mortale”; “il divin portamento”; ecc. Tuttavia Lura è una creatura umana, terrena: l’amore per lei non eleva l’animo del poeta ma lo abbatte e la sua bellezza è anch’essa soggetta al trascorrere del tempo ed è immagine della precarietà delle cose terrene. Di lei il poeta descrive la bellezza fisica, la luminosità dello sguardo, i capelli biondi inanellati mossi dal vento. Dopo la sua morte il poeta la ricorda con affetto e tenerezza ma ella non assume tratti sovrannaturali.

Le poesie del Canzoniere sono dense di richiami al paesaggio e alla natura, che appaiono in sintonia con lo stato d’animo che in esse si esprime e che riflettono la dimensione interiore del poeta. Quest’ultima, infatti, è il tratto dominante dell’opera, così come la letteratura assume la dimensione di spazio separato e privilegiato della realtà.

Petrarca ricerca un ideale artistico che tende alla perfezione della parola e alla chiarezza delle immagini. Il linguaggio poetico si distanzia da quello comune e dalla lingua di altri generi letterari. Mentre l’opera di Dante è caratterizzata dal plurilinguismo e dalla sperimentazione, la poesia di Petrarca predilige un linguaggio medio e raffinato, consolidato dall’uso letterario.

 

 

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