Giuseppe Ungaretti, la vita.

Ungaretti

Giuseppe Ungaretti, La vita

 

Ungaretti nacque ad Alessandria d’Egitto l’8 febbraio 1888 da genitori originari di Lucca. Il padre, operaio allo scavo del Canale di Suez, morì due anni dopo la nascita del poeta, e la madre mandò avanti la gestione di un forno di proprietà, consentendogli di proseguire gli studi.

Ben presto nacque in lui l’amore per la poesia, che si intensificò grazie alle amicizie che egli strinse nella città egiziana, ricca di antiche tradizioni e di nuovi stimoli. Ungaretti si interessò in particolare alla letteratura francese e a quella italiana, leggendo le opere di Baudelaire, Rimbaud, Mallarmé e Leopardi.

Conobbe Moammed Sceab, che divenne un suo grande amico. Frequentò l’ambiente della “Baracca Rossa”, un deposito di marmi e legname dipinto di rosso, sede di incontro di letterati e di esuli anarchici e socialisti. In Egitto resterà fino al 1912.

Ungaretti

Nel 1912 Ungaretti lasciò l’Egitto e si recò a Parigi, dove proseguì gli studi alla Sorbona. Il mondo della capitale francese, centro di vita culturale e artistica della «belle epoque» e punto d’incontro delle avanguardie artistiche e letterarie del Novecento, gli aprì conoscenze e orizzonti culturali nuovi.

Approfondì la conoscenza della poesia simbolista (soprattutto Rimbaud e Mallarmé) ed entrò in contatto con gli esponenti più rappresentativi della cultura e dell’arte francese e italiana (Apollinaire, Proust, Bergson, Braque, Picasso, De Chirico, Soffici, Papini, Boccioni, Modigliani ecc.).

Nel 1913 morì suicida l’amico d’infanzia Sceab, nell’albergo di rue des Carmes che condivideva con Ungaretti, cui il poeta dedicò la poesia In memoria, pubblicata nel 1916 all’interno de Il porto sepolto. In Francia Ungaretti filtrò le precedenti esperienze, perfezionando le sue conoscenze letterarie e il suo stile poetico.

Quando nel 1914 scoppiò la Prima Guerra Mondiale, Ungaretti partecipò alla campagna interventista e si arruolò volontario come soldato semplice, quando il 24 maggio 1915 l’Italia entrò in guerra. Combatté sul Carso e in seguito a questa esperienza scrisse le poesie pubblicate nel 1916 con il titolo Il porto sepolto. L’esperienza sul fronte incise profondamente sulla sua formazione umana e poetica.

Ungaretti

Dopo la guerra ritornò a Parigi dove fu corrispondente del giornale di Benito Mussolini “Il Popolo d’Italia” e lavorò presso l’ufficio stampa dell’ambasciata italiana. Nel 1919 pubblicò la prima edizione di Allegria di Naufragi, in cui confluì la precedente, Il porto sepolto. Il nome della raccolta indica la gioia del sopravvissuto alla tempesta, di colui che, avendo visto la morte vicina, sa apprezzare la vita.

Nel 1920 sposò Jeanne Dupoix, fedele compagna di tutta la vita, dalla quale avrà due figli, Anna Maria e Antonietto. Trasferitosi a Roma, lavorò per dieci anni presso l’ufficio stampa del ministero degli Esteri. Nel 1923 la seconda edizione del Porto sepolto uscì con una prefazione di Mussolini.

Ungaretti aderì al fascismo firmando il Manifesto degli intellettuali fascisti nel 1925. Nel 1928 maturò il suo riavvicinamento alla fede religiosa, evidente nella raccolta poetica Sentimento del tempo, pubblicata nel 1933, che segnò anche il ritorno a forme metriche più classiche.

Nel 1936 gli venne offerta la cattedra di letteratura italiana presso l’Università di San Paolo del Brasile, che Ungaretti accettò, trasferendosi con tutta la famiglia fino al 1942. In questo periodo il poeta fu duramente colpito da tragici lutti famigliari: prima gli morì il fratello, poi il figlio minore, Antonietto, all’età di nove anni, per un’appendicite mal curata.

Nel 1942 Ungaretti ritornò in Italia e venne nominato Accademico d’Italia e «per chiara fama» professore di letteratura moderna e contemporanea presso l’Università di Roma.

A Roma visse uno dei momenti più tragici della II guerra mondiale: l’occupazione della capitale da parte dei tedeschi e la liberazione. I lutti famigliari, gli orrori della guerra e il senso di desolazione e di sconforto davanti a tanto dolore sono i temi trattati nei componimenti della raccolte Il Dolore (1947).

Nel secondo dopoguerra Ungaretti pubblicò nuove raccolte poetiche: La terra promessa (1950), Un Grido e Paesaggi (1952), Il taccuino del vecchio (1960).

Nel 1969 fu stampata l’edizione definitiva di Vita di un uomo, che raccoglieva tutta la sua produzione poetica. Morì a Milano il 1 giugno 1970 per broncopolmonite.

 

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