Futurismo: musica teatro cinema fotografia moda

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Futurismo: musica, teatro, cinema, fotografia, moda.

 

La musica futurista

Il Futurismo polemizza contro il passatismo della musica italiana. Nel periodo del Primo Futurismo, Balilla Pratella propone una rottura delle strutture formali per quanto riguarda il ritmo e l’”intuizione libera di relazioni ritmiche istintive e simpatiche”,
elaborando il concetto di “enarmonia”, secondo il quale le scale armoniche devono accogliere “le minime suddivisioni di tono e il numero massimo di suoni determinabili e combinabili. Grande importanza ha la teorizzazione da parte di Russolo del suono-rumore e l’invenzione di nuovi strumenti musicali, gli intonarumori (oggetti meccanici capaci di produrre suoni diversi: ululatori, rombatori, crepitatori etc…) e i rumorarmoni. Ad essi si lega l’invenzione di una nuova grafia, grafia enarmonica, sistema di scrittura musicale inventato appunto per creare le partiture per l’intonarumori.

Il teatro futurista

Marinetti proclama la rivoluzione delle scene col Teatro sintetico, il Teatro della sorpresa, il Teatro globale.

La rivoluzione teatrale futurista, che si propone come fenomeno di rottura col teatro borghese dell’800, presenta due aspetti fondamentali: la tendenza alla sintesi e la ricerca della reazione degli spettatori. Occorre rappresentare la dinamicità della vita, l’attimo, l’assurdo, si cerca il rapporto col pubblico e la sua partecipazione all’azione. Si rifiuta la scenografia tradizionale, si vuole una scena dinamica con luci e colori che creino di volta in volta l’atmosfera adeguata alla rappresentazione. È evidente l’influenza del Teatro futurista su autori come Pirandello, Beckett, Jonesco, Adamov, Brecht …).

Il cinema futurista

La prima esperienza di film futurista è “Vita futurista”, peraltro andato disperso. L’esperienza del film fornisce molti elementi per la formulazione del “Manifesto della cinematografia futurista” (1916). Il cinema viene visto come arte a sé e si evidenzia che il film deve essere poliespressivo, costruito da elementi della pittura, della scultura, dell’architettura, della musica e da flash di vita reale. Esso deve rispondere ai criteri di simultaneità e compenetrazione di tempi e di luoghi, deve esprimersi attraverso le analogie.

La fotografia futurista

La ricerca nel campo della fotografia si colloca in due momenti: nel primo Futurismo (anni 10-20) con A. G. Bragaglia che, col fratello Arturo, sviluppa le esperienze di FOTODINAMICA, rivolte a eliminare gli aspetti realistici della fotografia alla ricerca dell’essenza interiore delle cose. Nel secondo Futurismo, con il Manifesto della Fotografia futurista (1930) firmato da Marinetti e Tato in cui si suggeriscono tecniche di fotomontaggio (“sovrapposizione trasparente e semitrasparente di persone e oggetti concreti e dei loro fantasmi semiastratti…”).

La moda futurista

La moda futurista nasce tra il 1912 e il 1913 con gli studi di Balla sull’abito e le stoffe. Balla afferma che “si pensa e si agisce come si veste”. Il valore semiologico dell’abito è una preoccupazione costante dei futuristi. Gli abiti futuristi devono essere coloratissimi, aggressivi, illuminanti, asimmetrici e variabili. Nel manifesto “Il vestito antineutrale” Balla codifica l’abito maschile come liberazione dall’abbigliamento borghese e gli dà valenza di messaggio interventista. Caratterizzano il vestito futurista la variazione continua delle forme, l’interazione fra movimento e vestito, i colori violenti delle stoffe spesso fosforescenti.

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