Nato a Venezia il 25 febbraio 1707 da una famiglia di origine borghese (il padre era un medico), studiò a Perugia, a Rimini e a Pavia, dalla cui università di diritto, fu espulso nel 1725 a causa di uno scritto satirico sulle ragazze della città.
Abbandonati gli studi di legge, li riprese nel 1727 a Modena per interromperli nuovamente poco tempo dopo. Richiamato dal padre a Venezia, lavorò prima alla Cancelleria di Chioggia, poi in quella di Feltre.
Laureatosi nel 1731, alla carriera forense presto affiancò l’interesse per il teatro. Nel 1734 iniziò a collaborare con la compagnia del San Samuele a Venezia e nel 1737 assunse la direzione del teatro San Giovanni Grisostomo. La sua attività teatrale divenne intensa: nel 1738 mise in scena con successo la commedia Momolo cortesan e nel 1743 La donna di garbo, prima commedia interamente scritta; nel 1745 scrisse Il servitore di due padroni.
Nel 1748, su proposta del capocomico Girolamo Medebach, diventò autore stabile del teatro Sant’Angelo a Venezia. Goldoni applicò con consapevolezza e gradualità la sua riforma, imponendosi sia ai comici sia al pubblico con La putta onorata e La bottega del caffè.
Nel 1753 passò al teatro San Luca. Goldoni cedette alle mode e al gusto correnti, con La sposa persiana, ma scrisse anche La locandiera (1753) e Il campiello (1756).
Nel periodo che va dal 1759 al 1762, che si concluse con la partenza da Venezia per la Francia, Goldoni scrisse opere in cui è evidente la critica alla società veneziana del tempo e alla grettezza della borghesia, in precedenza dipinta positivamente. Tra queste troviamo I rusteghi (1760), in cui l’autore denuncia lo sclerotizzarsi della borghesia e la sua incapacità di rinnovarsi, la Trilogia della villeggiatura (1761), Sior Todero brontolon e, infine, Le baruffe chiozzotte (1762), in cui rappresentò il mondo popolare.
Nel 1762 si trasferì a Parigi per dirigere la Comédie Italienne, ma qui si vide costretto nuovamente a scrivere canovacci, affidati all’improvvisazione degli attori. Presto tornò però a comporre anche commedie interamente scritte tra cui, nel 1765, Il ventaglio e Il burbero benefico (Le bourru bienfaisant, 1771) scritto in francese. Il peggioramento delle condizioni di salute (fu colpito da cecità progressiva) lo costrinse a limitare l’attività. Nel 1784 iniziò la stesura delle Memorie (Mémoires), che concluse nel 1786 e pubblicò nel 1787 con la dedica al re Luigi XVI. Nel 1792 il governo rivoluzionario gli tolse la pensione reale che aveva ottenuto nel 1769. L’8 febbraio del 1793 il deputato Chénier (fratello del poeta Andrea) fece approvare il ripristino della pensione, ma Goldoni era morto nella notte tra il 6 e il 7 febbraio.
Goldoni scrisse oltre 150 opere in italiano e in dialetto veneziano, tra cui:
Il servitore di due padroni, 1745;
La vedova scaltra, 1748;
La famiglia dell’antiquario, 1749;
La bottega del caffè, 1750;
La locandiera, 1753;
I rusteghi, 1760;
Le smanie per la villeggiatura, 1761;
Le baruffe chiozzotte e Sior Todero brontolon nel 1762;
Il ventaglio, 1765;
Burbero benefico, in lingua francese, nel 1771.
Importanti i suoi Mémoires, in francese, iniziati nel 1784 e pubblicati nel 1787.
L’ambiente veneziano
Venezia negli anni ’40 del Settecento si caratterizzò per una ripresa economica e sociale, comune a tutta Europa, e per un notevole sviluppo culturale, sino agli anni Settanta. Il periodo di più intensa attività di Goldoni coincise con la fase di elaborazione culturale dell’Illuminismo e delle riforme (1751: Enciclopedia; 1763: Parini: Il mattino; 1764: Il Caffè). Venezia era una città aperta agli stimoli culturali dell’Illuminismo e vi si potevano leggere le opere di Voltaire, di Swift e di Rousseau. Tuttavia, la struttura sociale della città restava sostanzialmente immobile e il potere politico aristocratico escludeva la borghesia e il popolo.
