Balzac, Il colonnello Chabert

Honoré de Balzac, Il colonnello Chabert.

Balzac scrive il breve romanzo Il colonnello Chabert nel 1832.

Il colonnello Chabert – film

 

Esso sarà poi inserito nel grande e composito mosaico della Commedia umana.

Nel 1817, dieci anni dopo la battaglia di Eylau, il colonnello Chabert, soldato della Grande Armata di Napoleone, dato per morto ma in realtà rimasto sepolto vivo sotto i cadaveri, sopravvive grazie all’intervento di una famiglia di contadini tedeschi. Tornato a Parigi dopo atroci sofferenze e molte disavventure, cerca qui di recuperare la propria chabertidentità e i propri affetti. Egli deve però scontrarsi con un muro di indifferenza e di interessi consolidati, a partire da quelli della ex moglie, che dopo la sua presunta morte ha sposato il conte di Ferraud. La donna, infatti, non intende riconoscerlo in vita, temendo che il suo ritorno metta in discussione gli agi e i privilegi della sua nuova vita. Chabert racconta la sua storia all’avvocato Derville, che prende a cuore la sua causa e cerca, inutilmente, di aiutarlo a riprendere il proprio posto nella società.

Il volgare arrivismo della contessa si scontra con l’ingenua nobiltà d’animo del vecchio ufficiale: Chabert sceglie di dissolversi nell’anonimato, di essere nient’altro che Hyacinthe e di non serbare il ricordo di quello che fu il colonnello Chabert, colui che aveva scritto la storia a fianco di Napoleone.

La Francia di Balzac

Il breve romanzo fu scritto tra febbraio e marzo del 1832. La Francia era colpita da una profonda crisi economica che il governo di Carlo X non riusciva ad arginare. Il re emise nuovi decreti (le quattro ordinanze) che prevedevano lo scioglimento delle camere, una nuova legge elettorale e l’inasprimento della censura. La loro pubblicazione scatenò una sollevazione popolare a Parigi e il Re fu costretto ad abdicare (2 agosto) a favore del nipote Enrico d’Artois. Poco dopo il trono passò al cugino Luigi Filippo d’Orléans.

La Francia di questo periodo è in mano ai banchieri, mentre i ceti più umili sono costretti a misere condizioni di vita. Il romanzo è un quadro potente e intenso della società francese sotto la Restaurazione, dove dilagano il nuovo arrivismo, l’avidità di denaro e la sete di potere.

Da Il colonnello Chabert

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Il colonnello Chabert

Il vecchio soldato era magro fino a sembrare disseccato. La fronte, nascosta di proposito sotto una parrucca piuttosto rada, accentuava l’aspetto misterioso del vecchio. I suoi occhi parevano ricoperti da un sottilissimo velo; sembravano di vecchia madreperla i cui riflessi bluastri vibrassero alla luce di una candela. Un viso pallido, livido, tagliente come la lama di un coltello, se fosse lecito usare questa similitudine volgare; il volto di un cadavere. Al collo, ben stretta, una cravatta sfilacciata di seta nera. L’ombra inghiottiva totalmente il corpo sicché, con un po’ d’immaginazione, si sarebbe creduto a una testa disegnata nell’aria, o a un ritratto del Rembrandt senza cornice.

La tesa del cappello disegnava un solco d’ombra sul viso del vecchio. Effetto bizzarro, ancorché molto naturale, che determinava un netto contrasto con le bianche rughe, crudamente segnate, con l’aspetto atono di quel viso cadaverico. Una totale assenza di movimento muscolare, di calore nello sguardo richiamava a una melanconica follia, con i segni degradanti che caratterizzano l’idiozia; insomma, un non so che di lugubre che la parola stenta a esprimere. Ma un attento osservatore, e soprattutto un avvocato, avrebbero scoperto qualcosa di diverso in quell’uomo distrutto da un profondo dolore: il segno di una miseria spaventosa che aveva scavato quel viso come le gocce d’acqua riescono a scavare lentamente una lastra di marmo. Un medico, un autore, un magistrato avrebbero facilmente intuito tutta l’ampiezza del dramma che si celava in quella figura orribile e sublime, richiamante ai fantasiosi disegni che i pittori sogliono tracciare in calce alle loro pietre litografiche, distrattamente conversando con gli amici.

Nello scorgere l’avvocato, lo sconosciuto ebbe un sussulto, un tremito, lo stesso che coglie i poeti quando, nel pieno silenzio della notte, vengono distolti dai loro sogni da un rumore inatteso. Il vecchio si tolse il cappello e si alzò per salutare l’avvocato; il marocchino del cappello doveva essere talmente unto che la parrucca vi restò incollata, senza che il vecchio se ne accorgesse, mettendo a nudo un cranio orrendamente sfregiato da una cicatrice che partendo dall’occipite finiva obliquamente all’orecchio destro, formando per tutta la sua ampiezza una mostruosa sporgenza. L’incidente di quella malandata parrucca, che il poveraccio portava per nascondere la ferita, non mosse certamente al riso i due che gli stavano dinanzi, tanto orribile a vedersi era quel cranio sfregiato. Il primo impulso, a tale spettacolo, era di credere che attraverso la ferita ogni vigore d’intelligenza se ne fosse volato via.

– Anche se non si tratta del colonnello Chabert, costui deve essere stato certamente un fiero soldataccio – pensò Boucard.

– Con chi ho dunque l’onore di parlare? – chiese l’avvocato.

– Con il colonnello Chabert.

– Quale?

– Quello caduto a Eylau, – precisò il vecchio.

A questa inattesa risposta, l’avvocato e lo scrivano si scambiarono un’occhiata:

– Deve trattarsi d’un pazzo!

– Avvocato – riprese il colonnello – io gradirei parlarvi da solo a solo.

Honoré de Balzac, Il colonnello Chabert, Newton Compton.

 

Honoré de Balzac (Tours, 20 maggio 1799 – Parigi, 17 agosto 1850) scrittore francese fra i più importanti della prima metà del XIX secolo.

Di famiglia borghese, studiò in collegio a Tours e in seguito a Parigi. Compì studi giuridici, laureandosi in legge nel 1819, ma ben presto si dedicò all’attività letteraria. Scrisse romanzi destinati a un pubblico popolare, inizialmente poco apprezzati dalla critica. Dopo il successo del romanzo storico Gli Sciuani (1829), dal 1830 l’attività letteraria di Balzac divenne molto intensa: in circa vent’anni scrisse un centinaio di romanzi, che dal 1841 organizzò nel monumentale ciclo della Commedia umana, con cui si proponeva di descrivere la società francese nell’epoca della Restaurazione.

Considerato un maestro del romanzo realista, fu particolarmente apprezzato da Marx ed Engels, per l’efficacia con cui descriveva la società, nonostante le sue idee profondamente conservatrici.

Tra le sue opere: – La pelle di zigrino (1831) – Il Colonnello Chabert (1832) – Eugenia Grandet (1833) – Papà Goriot (1834) – Le illusioni perdute (1843) – La cugina Bette (1846) – Splendori e miserie delle cortigiane (1847).

 

 

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